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Meloni in Libia: quando, dove, come e con chi. L’agenda

Viaggio Algeria Ora In Libia

Continua il tour africano per la messa in atto del piano Mattei: la premier volerà a Tripoli dopo il viaggio ad Algeri

 Nordafrica bis. Meloni ci ha preso gusto e sembra fare sul serio con la messa in atto del piano Mattei. Dopo la due giorni in Algeria di domenica e lunedì scorso, la premier volerà a Tripoli nella giornata di domani. Obiettivi e dettagli? Rinforzare le relazioni energetiche, facendole ruotare ancora attorno alla posizione strategica dell’Italia. Ovviamente, a braccetto con i piani della presidente del Consiglio, c’è la strategia di Eni.

Ascolta ora la puntata di Capire un tubo: Cosa è (se esiste) il piano Mattei di Meloni

Secondo la cronaca di Repubblica, “la missione che porterà domani Giorgia Meloni in Libia ha un obiettivo primario: aumentare le importazioni di petrolio e gas dal Paese nordafricano. Con uno scopo immediato: un accordo tra Eni e Noc – la National Oil Corporation, controllata dal governo di unità nazionale – del valore di 8 miliardi di dollari”. L’intento di lungo termine è arrivare al raddoppio dei flussi di giacimenti, attualmente attorno ai 2.5 miliardi di metri cubi annui.

DOPO IL VIAGGIO IN ALGERIA, LA MISSIONE IN LIBIA TRA ENERGIA E POLITICA ESTERA

Ma nell’agenda del governo italiano c’è più in generale la prospettica di farsi forti laddove gli attori rilevanti sono da tempo altri: Russia e Turchia. Che, pur tra elezioni e crisi economico-sociale interna, sullo scenario internazionale si destreggia ormai nelle fattezze di chi sa di essere per motivo o per un altro indispensabile su più fronti. Tanto verso gli alleati Nato occidentali quanto verso la Russia e altri soggetti regionali del versante asiatico e orientale.

“Secondo l’Agenzia Usa per l’energia a fine 2021 la Libia deteneva 48 miliardi di barili di petrolio, il 3% delle riserve globali accertate (il 39% di quelle africane). E ha oltre 1,5 miliardi di metri cubi di riserve di gas, che ne fanno il quinto Paese africano con più metano. Nel rendiconto statale 2022 della banca centrale libica si legge che il petrolio, tra vendite e royalties, ha prodotto il 97% delle entrate pubbliche locali”, ricorda sempre il quotidiano diretto da Maurizio Molinari oggi.

I PARTNER DELLA SPEDIZIONE

A braccetto con Meloni, da parte italiana, ci saranno Antonio Tajani (ministro degli Esteri) e Matteo Piantedosi (ministro degli Interni). Perché i discorsi sull’immigrazione, da portare poi in sede europea, intrecceranno inevitabilmente gli operati di Farnesina e Viminale.

Mentre, a proposito di energia, come in Algeria ci sarà anche Claudio Descalzi (qui il report Proxigas), amministratore delegato di Eni.

IL CALENDARIO DEL VIAGGIO

A differenza della due giorni algerina, sarà solo quella di sabato (domani, ndr) la giornata dedicata alla visita in Libia. E si limiterà alla visita a Tripoli.

“Sappiamo di un accordo misterioso nel settore petrolifero tra Eni e la Noc: lo Stato libico non si atterrà ad alcun accordo dallo scopo ed esito sospetto, se è il caso si ricorrerà alla magistratura”, ha detto Fathi Bashaga. Che è il leader del governo instaurato a Tobruck, poco riconosciuto e alternativo al premier Abdul Hamid Ddeibah, stanziato a Tripoli – dove dominano sempre più le forze armate – e debolmente accordato con Khalifa Haftar (leader stanziato a Bengasi).

Proprio per la delicata questione interna libica, il viaggio di domani non sforerà le prossime ventiquattro ore. Dopo le quali, forse, si potrà inserire un altro tassello utile a comporre questo fantomatico (nuovo) piano Mattei.

 

 

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