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Meloni prudente, Giuseppi ondivago, Schlein sogna Kamala, i nostri politici “a stelle e strisce”

teodori trump biden

Il grande giorno delle elezioni americane è arrivato, il mondo è appeso ad un filo titolano i quotidiani. E la politica italiana per chi fa il tifo? In silenzio la premier che studia i dossier, schierato per Trump il leader della Lega, attende l’esito del voto Conte e la sinistra tifa per Kamala (come qualche anno fa per la Clinton e non andò affatto bene)…

Le prime pagine dei quotidiani sono un inno all’America (del voto).  Si va da “Harris-Trump, l’America decide” del Corriere della Sera all’America “in bilico” di Repubblica, al Messaggero che segnala che se la giocano “all’ultimo voto” mentre è più caustico il Domani che titola: “Gli Usa tra speranza e apocalisse”. Ma al di là di sapere chi vincerà, i sondaggi, davvero, dicono che i due candidati sono “vicini vicini” la politica italiana per chi tifa? Cosa cambierà per il nostro Paese se vincesse Donald oppure trionfasse Kamala?

LA POLITICA NOSTRA SI DIVIDE E TIFA, MELONI RESTA PRUDENTE

In questa ricostruzione ci aiuta l’articolo della “chigista” – colei che segue le vicissitudini del presidente del Consiglio – Monica Guerzoni per il Corriere della Sera. “A destra – scrive – l’equilibrismo prudente di Giorgia Meloni tra i duellanti e il tifo sfegatato di Matteo Salvini per Trump. A sinistra, l’ambiguità di Giuseppe Conte e la «forte speranza» di Elly Schlein che alla Casa Bianca entri la prima donna. Le elezioni americane, con il loro dirompente carico di aspettative e paure, dividono gli schieramenti politici anche in Italia”.  Ma partiamo proprio dalla premier, per Meloni “Trump e Harris pari sono”.  “È convinta di aver lavorato bene con Joe Biden e pensa che lavorerebbe «benissimo» con un presidente «di segno opposto» – scrive Guerzoni – Ma poiché, se vincesse Trump, dovrebbe far dimenticare il bacio sulla testa incassato a suo tempo dal presidente democratico in uscita, ha puntato molto sull’alleanza con Elon Musk, generoso finanziatore della campagna repubblicana”. E’ chiaro che come scrive Simone Canettieri per il Foglio i timori ci potrebbero essere “per il commercio e i dazi” promessi da The Donald nei dossier riservati e inviati a Palazzo Chigi.

QUEL BACIO DI BIDEN SULLA TESTA DELLA PREMIER

Ecco perché quel bacio sulla testa del presidente uscente americano alla nostra premier potrebbe segnare un prima e un dopo anche nella destra italiana. Lo scrive Marcello Sorgi nella sua rubrica per la Stampa: “Ci sono foto che ti inseguono tutta la vita…” e ricorda come nel recente viaggio negli Stati Uniti la nostra premier “Meloni non ha partecipato a due cene ufficiali, adducendo scuse familiari, perché inseguita dalla sua foto con Biden che le dà un affettuoso bacetto sulla fronte. Biglietto da visita molto utile, nel caso in cui la vincitrice sia Kamala Harris. Ma del tutto negativo in quello, opposto, di una vittoria di Trump. Con il quale, invece, esiste una foto, quasi un selfie, con Salvini, risalente alla prima campagna elettorale del già presidente Usa”.

CONTE, IL NOSTRO “GIUSEPPI” RESTA ONDIVAGO

“Si sa: l’unico che con Trump può vantare simpatia e confidenza è Giuseppe Conte, il “Giuseppi” citato varie volte con quell’inavvertita storpiatura del nome, ma sempre con un atteggiamento favorevole” annota sempre Marcello Sorgi nella sua stanza.  “E comunque il solo che quand’era presidente del Consiglio abbia avuto modo di parlargli a tu per tu alla Casa Bianca. Ma anche a questo proposito c’è da chiedersi se, pur partendo favorito con il candidato repubblicano, Conte non potrebbe trovarsi in imbarazzo in caso di vittoria della sua avversaria”. Per questo il leader del M5s resta ondivago, non si pronuncia, aspetta l’esito del voto, un po’ perché ha seri problemi a casa sua, un po’ perché alla fine meglio attendere l’esito del voto e poi schierarsi con il vincitore (tipico della politica italiana).

SCHLEIN SOGNA KAMALA, MA GIA’ CON LA CLINTON NON ANDO’ BENE

In questa lunga vigilia della notte americana, quella che non ha dubbi è la leader del Pd, Elly Schlein, “la sua scelta di campo a favore di Harris l’ha già fatta, e la sua collocazione all’opposizione non le richiede particolari sforzi per farsi conoscere” riporta Repubblica. In linea con lei l’ex premier Matteo Renzi che non ha dubbi, “uno che crede al sogno americano di Clinton e Obama non può che fare il tifo per Kamala Harris”.  Già il problema è proprio questo. Mentre con Obama c’era un’autostrada da percorrere con Kamala, al di là della propaganda mediatica delle ultime settimane, il sentiero è molto più stretto e come ricordava il Fatto Quotidiano c’è un precedente che si chiama Hillary Clinton destinata ad essere la prima donna a diventare presidente che poi dovette cedere il passo a chi? Proprio a Donald Trump. La Storia si ripete?
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