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Morto Grillo, viva Conte. Finisce l’epoca dei vaffa, inizia quella dello “sporchiamoci le mani”

conte

Il «grillicidio» si è consumato. Gli iscritti del M5S hanno votato per l’eliminazione del ruolo del garante e per il limite dei due mandati. Sì alle alleanze nell’aria progressista e Conte è pronto a “sporcarsi le mani”. Cambia  totalmente la faccia dei 5 Stelle. E’ la fine del populismo?

Nella domenica che vede l’Italia del tennis vincere per la seconda volta consecutiva la Coppa Davis (notizia che popola di taglio e con foto tutte le prime pagine dei quotidiani) a sovrastare l’informazione politica è il “grillicidio” che si è consumato ieri all’assemblea costituente del M5s (si chiamerà ancora così?) che chiude un’epoca, forse la stagione del populismo e dei vaffa che hanno dominato il decennio scorso. “Conte chiude l’epoca Grillo” titola il Corriere della Sera mentre Repubblica usa il verbo cancellare, il Quotidiano Nazionale scrive: “Fuori Grillo, ora il partito è di Conte” e il titolo che sintetizza tutti lo fa il Fatto Quotidiano: “I 5 Stelle uccidono il padre per diventare maggiorenni”,

COSI’ SI E’ CONSUMATO IL “GRILLICIDIO”

Scrive Francesco Bei, vicedirettore di Repubblica, in un bel racconto dell’atmosfera vissuta all’Eur in questi due giorni di costituente grillina: “L’ideatore della democrazia diretta dei clic ucciso con un clic”. “Grillo è diventato solo «il garante» ed è stato cancellato senza una lacrima. Killing me softly, il grillicidio è un delitto con il silenziatore, non c’è nemmeno il sangue”.  Un fatto è certo, per i nostalgici di Grillo da domani l’atmosfera dentro il partito di Conte, si fa pesante. “Nessuno spende una parola per difendere il garante, hanno capito tutti l’aria che tira – annota Bei – In serata arriva alle agenzie una nota del senatore Pietro Lorefice, contiano di ferro. Vagamente minaccioso: «Le chiacchiere da oggi stanno a zero, ma ciò che non dimentico è il momento in cui il movimento aveva bisogno di unità più che mai, e si è ritrovato con inutili divisioni e spaccature interne». Vae victis, guai ai vinti.

IL M5S DIVENTA PARTITO, FINITO SOGNO POPULISTA

Per Flavia Perina, già direttrice del Secolo d’Italia e oggi firma autorevole della Stampa “la forma è sostanza”. “Si scioglie l’enigma degli ultimi populisti italiani, anzi: finisce proprio il modello di riferimento del populismo italiano perché da oggi il Movimento Cinque Stelle diventa un partito “regolare”, non più il sogno messianico di un comico visionario e di un informatico ammaliato dalla democrazia della rete”. E poi si chiede: il populismo è stagione chiusa o arriveranno altri Signor Nessuno a prendersi gli italiani che apprezzano quella modalità? Sono alle porte nuovi guru, nuove esperienze carismatiche estreme, o è finita qui? Già perché questa è la vera grande domanda.

GRILLO DELUSO, SI E’ LIBERATO DI UN “PESO”

Cosa farà adesso Beppe Grillo? Se lo chiedono un po’ tutti i quotidiani. A indagare è anche il Corriere della Sera che dedica al garante un gustoso retroscena firmato da Emanuele Buzzi. ” La strada di una guerra legale sul simbolo sembra l’opzione più concreta, anche perché Beppe era indeciso se lasciar correre o martellare, ma visti certi atteggiamenti farà valere le sue ragioni”.  E ancora: “Grillo, in realtà, si sente «liberato da un peso». Il fondatore attendeva i risultati come la fine di una fase. Voleva che gli iscritti si esprimessero per una «questione di rispetto».  E proprio per questo ha atteso l’ultimo momento utile per pubblicare il suo commento su WhatsApp, quella storia con una didascalia molto breve ma altrettanto pregna di significati: «Da francescani a gesuiti». Il Movimento che era, ispirato ai valori di San Francesco, e il Movimento che sarà. Giuseppe Conte è visto come il gesuita. E in ambienti vicini al fondatore ricordano anche il detto «Falso come un gesuita».

LODE AI GRILLINI CHE SON DIVENTATI ABILI RIFORMISTI

Certo oggi i quotidiani hanno di che scrivere, anche perché le faide, le possibili scissioni rendono la politica più che viva. L’onore delle armi al popolo dei 5s arriva però da un giornalista che li ha sempre detestati, Giuliano Ferrara, fondatore del Foglio che scrive: “ho sempre trovato i grillini pessimi, ultrapessimi, di loro ho detestato tutto, la democrazia diretta del piffero, il rousseauianesimo abborracciato e pseudoromantico, l’essere laureati in massa e ignoranti in salsa individuale” eppure hanno fatto, a loro modo, dei miracoli come “l’affaire vitalizi, il reddito di cittadinanza, la genialata del 110 per cento, i finanziamenti europei: tutti miracoli politici. Continuo a detestarli – annota l’elefantino – ma le virtù trasformatrici della politica italiana ne hanno fatto un  partito riformatore con i fiocchi”.

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