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Ok a dl semplificazioni, ma tensioni Lega-M5s

Il governo abolisce il registro unico del lavoro e il Sistri, il registro sulla tracciabilità dei rifiuti. Ma sul dl semplificazioni, approvato stamani in Consiglio dei Ministri e che domani sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale, emergono ancora una volta le tensioni tra M5s e Lega.

Il Cdm, stamani, è iniziato con un’ora e mezzo di ritardo e durato un’altra ora e mezzo, un tempo superiore rispetto alla media di questo esecutivo. E la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte e del vice e ministro dello Sviluppo Di Maio, inizialmente annunciata da Rocco Casalino via WhatsApp, è stata alla fine cancellata, ufficialmente per “altri impegni” (Sergio Mattarella e Jean Claude Juncker) ma probabilmente anche per le divergenze emerse tra Carroccio e pentastellati su alcuni punti del dl, che infatti resta incompleto.

ABOLITO REGISTRO SISTRI

Di Maio si è quindi accontentato di una diretta Facebook. “Il registro Sistri, che ha reso la vita un inferno di tanti imprenditori, un registro sulla tracciabilità dei rifiuti: abolito. Il registro unico del lavoro, un adempimento telematico che avrebbe creato problemi a imprenditori, abolito anche quello”, ha annunciato trionfante il vicepremier. Nel decreto entra anche la cosiddetta ‘Legge Bramini’. “Gli imprenditori che aspettano soldi dallo Stato e lo Stato non li paga – ha spiegato Di Maio – avranno delle agevolazione dallo Stato. Se sono in ritardo con i pagamenti, il fondo di garanzia dello Stato, il fondo del Mise, gli garantirà i pagamenti in modo da non fargli saltare i conti dell’azienda”. Inoltre è prevista la norma contro il pignoramento della casa agli imprenditori che vantano crediti sulla pubblica amministrazione: “Non gli potranno pignorare la casa, è assurdo. Adesso ci sarà una nuova legge con cui finalmente aiutiamo gli imprenditori che devono avere i soldi dallo Stato a non perdere la casa”.

Approvate anche la legge delega sulla revisione del Codice degli appalti (con l’obiettivo di tagliare un terzo delle norme), del codice del lavoro (via 400 leggi) e la semplificazione del codice di procedura civile.

UN DECRETO INCOMPLETO

Il decreto che sarà visibile domani, però, esce incompleto. Mancano infatti altre misure per diminuire gli adempimenti richiesti alle aziende. Arriveranno, ha assicurato Di Maio, in sede di conversione in Parlamento. Questo perchè “abbiamo avviato un tavolo con le imprese, apriremo dei tavoli tecnici al ministero dello Sviluppo per cancellare altri adempimenti inutili che non servono e che servono solo a creare enti inutili. Elimineremo gran parte di questa roba nel lavoro di conversione”. Proprio su questo tema, però, in realtà, sarebbero emerse le principali divergenze con la Lega, che hanno suggerito un momentaneo accantonamento.

DIVERGENZE GIALLOVERDI

Del resto questo non è il periodo più fortunato nei rapporti tra i due alleati: oltre alle polemiche più rilevanti tra Salvini e Di Maio (l’ultima ieri, sulle parole del ministro degli Interni su Hezbollah) ci sono tanti piccoli conflitti, meno evidenti ma significativi. Questa mattina, ad esempio, la relatrice del decreto sui marchi Elena Murelli della Lega ha sollevato, in commissione Politiche Ue, critiche sulle nuove norme per il Made in Italy, in particolare sulle procedure di registrazione. Scritte dal Mise di Di Maio.

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