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Meeting di Rimini 2020. Le parole di Profumo (Leonardo) e Blangiardo (Istat) sul lavoro

Profumo Presidente Associazione Difesa

Al Meeting di Rimini 2020 ieri sono intervenuti il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo e l’ad di Leonardo Alessandro Profumo per parlare di occupazione, divario di genere, smart working e digitalizzazione

Il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo e l’ad di Leonardo Alessandro Profumo hanno parlato al Meeting di Rimini 2020 dei temi importanti per il presente e il futuro dell’Italia. Si è discusso di lavoro, disoccupazione e divario di genere. “Dall’Home working allo smart working” è stato uno degli slogan, a condizione che ci sia una sempre maggiore attenzione alla sicurezza informatica.

OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE

Gian Carlo Blangiardo, intervenendo al Meeting di Rimini 2020, ha fatto notare che dopo il lockdown, pur con una parziale ripresa degli occupati, “quel che preoccupa è il fatto che abbiamo visto aumentare il numero di coloro che non si offrono sul mercato del lavoro, le persone che sono scoraggiate e dicono ‘in fondo, tanto non ci sono opportunità’”. Il tasso di disoccupazione quindi è diminuito ma solo perché è diminuita la forza lavoro.

DIVARIO DI GENERE

Nella sua relazione, Blangiardo ha sottolineato il rischio per le donne che lavorano in smart working. “Prendiamo una signora con tre figli: per quella donna, andare a lavorare era un’occasione per uscire da un certo ambiente e sviluppare elementi di socialità, il lavoro era occasione per interagire con altre persone, e un lavoro a distanza non dà questa possibilità”. È d’accordo con lui anche l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, che si è detto preoccupato per la differenza di genere e ha risposto così: “Se lo smart working peggiora il divario tra l’occupazione maschile e femminile, le aziende devono essere le prime ad attivarsi per far sì che non si realizzi. Se c’è una donna con 3 figli, immagino ci sia anche un padre e anche lui dovrà farsi carico della situazione”. È intervenuto con una proposta anche Marco Cerasa, amministratore delegato di Randstad Italia: “Disinvestire negli spazi degli uffici e investire nelle babysitter per i nostri dipendenti”.

DA HOME WORKING A SMART WORKING

Quanto al lavoro a distanza, secondo Profumo “prima di diventare smart devono cambiare i processi di lavoro, serve capire se il lavoro ha una qualità di intelligenza implicita pur essendo svolto a distanza. È complicato. Può essere semplice per i lavori amministrativi, ma ad esempio in Leonardo abbiamo 10mila ingegneri e lo sviluppo dei nostri programmi non era adeguato per il lavoro a distanza. Dobbiamo rivedere i nostri processi lavorativi in modo tale da far diventare l’home working smart working”. Leonardo quindi rivedrà i propri modelli di lavoro ma non andrà verso uno smart working permanente. Anche su questo tema è intervenuto Cerasa, con l’esempio di Randstad che aveva introdotto lo smart working dal 2016 sia per diminuire l’inquinamento che per offrire una vita migliore ai dipendenti. “Questo da essere una scelta per i dipendenti è poi diventato con il Covid-19 un obbligo”. Randstad era già pronta tecnologicamente e infatti la produttività non ne ha risentito, anzi è aumentata, ma resta importante capire dove investire nel futuro.

DIGITALIZZAZIONE E SICUREZZA INFORMATICA

Profumo ha infine aggiunto che con il lavoro a distanza, “sono necessarie parecchie cose: internet a casa veloce, ma anche una connessione mobile veloce. E questo aumenta drammaticamente i rischi di sicurezza informatica, perché la superficie attaccabile è aumentata”. Parlando delle implementazioni tecnologiche connesse allo smart working Profumo ha ribadito più volte l’importanza della cyber security: “Stiamo parlando di connessioni a distanza delle nostre persone, tutte queste connessioni sono potenziali aree di attacco da parte di soggetti malintenzionati e da questo punto di vista è decisivo avere dei sistemi che consentano di essere disegnati come sicuri dal punto di vista strutturale”.

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