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Pd, M5S, Forza Italia e non solo: cosa succede in Sicilia in vista delle Regionali

Sicilia Nuccio Di Paola

Caos in Sicilia in vista delle Regionali. Dentro il centrosinistra volano stracci tra Pd e M5s dopo la scelta dei pentastellati di correre da soli .

In Sicilia, il partito di Giuseppe Conte ha schierato Nuccio di Paola, capogruppo del Movimento cinque stelle all’Ars. Una situazione che ha sconcertato anche la vincitrice delle primarie siciliane, l’eurodeputata piddina Caterina Chinnici, figlia di Rocco, il magistrato ucciso dalla mafia nel 1983 proprio di fronte alla sua abitazione a seguito dell’esplosione di un’auto piena di 75 kg di esplosivo. Ieri anche Giuseppe Lupo, piddini sotto indagine della magistratura, ha rinunciato alla candidatura così come, prima di lui, avevano fatto Luigi Bosco e Angelo Villari. Quest’ultimo, poi, ha lasciato il partito per passare con l movimento dell’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca.

Un passo indietro che, dopo 24 ore di riflessione, ha fatto sì che la Chinnici confermasse la volontà di correre per la presidenza della Regione, anche se sostenuta solo da Claudio Fava e dal suo movimento ‘Cento passi’ per la Sicilia. Certo, questa mossa non ha portato a un riavvicinamento tra grillini e piddini. Anzi, il campo largo è divenuto un “camposanto” e la rottura tra i due ex alleati rischia di finire in tribunale. Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd, ha, infatti, annunciato: “Stiamo valutando con i nostri legali di procedere ad una richiesta di risarcimento danni nei confronti del M5s ma anche di verificare la candidabilità dello stesso Di Paola”.

Anche Enrico Letta non è stato affatto tenero con il M5S proprio perché il M5S ha deciso di rompere l’alleanza di centrosinistra a un mese dalle primarie a cui i grillini avevano partecipato presentando Barbara Floridia, sottosegretario all’Istruzione. Il segretario del Pd, però, ha ben pochi motivi per dirsi sorpreso dal momento che, dopo la caduta del governo Draghi per mani di Conte, era stato proprio a non volerne sapere più nulla dei grillni. Era, dunque, chiaro a tutti che, una volta rotta l’alleanza a livello nazionale, i pentastellati avrebbero trovato il pretesto per separarsi dal Pd anche in Sicilia. “Alcune settimane fa ero stato chiaro: quello che vale a Roma vale a Palermo. Sappiamo come è andata nella capitale: il Pd ha scelto l’agenda Draghi, rinnegando tutto il lavoro realizzato in direzione progressista durante il Conte II”, ha detto il leader del Movimento Cinque Stelle. I democratici, però, stanno vivendo questa situazione come un tradimento anche perché, se le chances di vittoria per il centrosinistra era già basse, ora si riducono ulteriormente.

I sondaggi, infatti, attribuiscono il 36% dei consensi al centrodestra che sostiene la candidatura del senatore di Forza Italia Renato Schifani. I partiti della coalizione sono al lavoro proprio per definire i vari punti del programma che dovrebbe essere presentato a giorni. Schifani ha annunciato che sarà sottoscritto da tutti un patto contro la “deleteria pratica del cambio di casacca. I vari partiti della coalizione si impegneranno, dunque, si impegneranno “a inizio legislatura a non accettare nei gruppi eventuali deputati eletti in altre formazioni”. Sempre nel centrodestra, intanto, si è verificato un fenomeno curioso: il ritorno in grande stile di Totò Cuffaro. L’ex governatore della Sicilia, scontati o i cinque anni di carcere per favoreggiamento verso Cosa Nostra, pur non potendosi candidare in prima persona perché interdetto a vita dai pubblici uffici, è riuscito a fagocitare il suo ex partito. L’Udc, infatti, in questa tornata elettorale è stata inglobata dai cuffariano della Nuova Dc e non si presenterà col proprio simbolo. A correre per prendere il posto di Nello Musumeci, oltre all’istrionico Cateno De Luca, vi è anche l’assessore uscente Gaetano Armao che ha lasciato Forza Italia per aderire al terzo polo ed essere il candidato di Azione – Italia Viva.

 

 

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