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Per Stellantis il regalo di Natale sono le dimissioni di Carlo Tavares
L’ ad più pagato al mondo e meno amato dal nostro Paese ha presentato le dimissioni accettate all’unanimità dal cda. Adesso viene istituito un nuovo comitato esecutivo presieduto da John Elkann che assumerà le funzioni prima in capo a Tavares. C’è da fare una “rivoluzione” nel comparto auto, l’alternativa è la fine di un polo industriale che ha fatto grande l’Italia.
Un regalo di Natale inatteso, il suo contratto scadeva nel 2026, ma Carlo Tavares numero uno di Stellantis, tra i manager più pagati al mondo, ha rassegnato le dimissioni e si è fatto da parte dopo che la sua strategia poco industriale e molto finanziaria ha fatto crollare in questi quattro anni ciò che restava dell’industria automobilistica nel nostro Paese. Così per i giornali “arriva l’addio di Tavares” come titola il Quotidiano Nazionale, mentre il Giornale sottolinea che “Stellantis licenzia Tavares” e la Verità che “Salta il capo della Fiat: il suo disastro ha anticipato la resa dei conti”.
IL COMPARTO AUTO IN CRISI IN TUTTO IL MONDO
Le dimissioni sono arrivate in una In una domenica agitata per l’automotive, dopo settimane di tagli minacciati da Bmw, Ford e Mercedes, con i sindacati tedeschi che promettevano scioperi a oltranza in casa Volkswagen per scongiurare la chiusura di tre fabbriche, segno che il comparto soffre non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo. Ma i disastri dell’ad dell’ex Fiat sono, sottolineano i quotidiani nei numeri, con le azioni che hanno perso il 38% in un anno e i ricavi del terzo trimestre crollati del 27% a 33 miliardi principalmente per il calo delle consegne a 1,1 milioni (-20%). Per non parlare dello scontro con l’esecutivo di Giorgia Meloni, scandito da botta e risposta su incentivi auto e costo del lavoro in Italia, nonché audizioni disastrose in Parlamento, come evidenzia il Messaggero.
DIMISSIONI INEVITABILI, TAVARES NON AVEVA PIU’ FIDUCIA CDA
Alla base del divorzio consensuale, scrive Diego Longhin su Repubblica, “ci sono visioni differenti sui prossimi mesi”. A spiegarlo il senior independent director della società nata nel 2021, Henri de Castries, che ha detto chiaramente: “Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il consiglio e il ceo. Tuttavia, nelle ultime settimane, sono emerse vedute differenti che hanno portato il consiglio e il ceo alla decisione di oggi”. “Divergenze sul futuro e mesi difficili alle spalle – aggiunge il giornalista del quotidiano diretto da Mario Orfeo – tra la revisione degli obiettivi 2024 e il calo delle quote di mercato, tra le difficoltà negli Usa e nel Nord America, area dove Stellantis ha sempre fatto risultati record, e i rapporti difficili con i governi in Europa, prima in Francia e poi in Italia”.
SINDACATI PREOCCUPATI, CHI PENSA AI LAVORATORI?
Ma non c’è solo la proprietà, ad essere molto preoccupati per il futuro di Stellantis sono anche i sindacati. “Tavares si è dimesso. I lavoratori italiani rimangono. E noi vogliamo un piano industriale e occupazionale subito” ha scritto sui social Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil. “Ora, più che mai — ha ribadito Ferdinando Uliano, segretario Fim Cisl —diventa fondamentale individuare rapidamente un nuovo ad che possa rispondere positivamente alle istanze da noi poste e che possa in tempi brevi aprire con noi il confronto necessario per rispondere positivamente alle nostre richieste”. Non da meno Rocco Palombella, numero uno della Uilm: “Ci aspettiamo nel tempo più breve possibile un nuovo management che dia discontinuità rispetto al passato rispetto agli impegni occupazionali, produttivi e industriali nel nostro Paese”.
CHI SARA’ IL SUCCESSORE? UNA LOTTA A DUE, PER ORA
Adesso il mondo che ruota attorno a Stellantis si comincia ad interrogare su chi potrà essere il suo successore. “Una scelta non facile – scrive il Corriere della Sera – anche se la decisione della famiglia Peugeot di designare, qualche giorno fa, Edouard Peugeot, figlio dell’attuale presidente della Peugeot Invest, Robert Peugeot, aveva fatto pensare a movimenti interni al gruppo. Potrebbe essere proprio Edouard a prenderne le redini”. Oppure potrebbe essere Luca de Meo, l’italiano a capo di Renault Group, diretto concorrente di Peugeot e attuale responsabile dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei dell’automobile. “Le sue scelte hanno sempre avuto un grande impatto sul settore – sottolinea sempre il Corriere – crede fermamente nel futuro dell’industria automobilistica europea, ancor più in questo passaggio di transizione energetica, quella che consentirà di affrontare tutte le sfide tecnologiche e geopolitiche del momento. Crede fortemente negli sforzi congiunti e nelle partnership tra il settore pubblico e privato, il solo modo per arrivare sulla strada del rinnovamento”.