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Perché il ministro Sangiuliano fa infuriare i sindaci dem
Il governo vuole intervenire sulla governance delle Fondazioni lirico sinfoniche sollevando le proteste dei sindaci delle città interessate
Dieci sindaci di grandi città, quasi tutte del centrosinistra, chiedono un incontro urgente a Gennaro Sangiuliano. Cosa è accaduto questa volta? Oggetto di un’allarmante missiva inviata dai sindaci al ministro della Cultura è la riforma delle fondazioni lirico sinfoniche, gestite principalmente dagli stessi Comuni. I sindaci sono infuriati perché politicamente Sangiuliano e Mazzi vogliono sottrarre loro ‘il giocattolo’ delle fondazioni liriche, sulle quali i Comuni hanno fatto spesso il bello e il cattivo tempo. E nella maggior pare dei casi i sindaci sono sempre stati del centrosinistra.
A firmare la lettera i primi cittadini: Vito Leccese (Bari), Matteo Lepore (Bologna), Massimo Zedda (Cagliari), Sara Funaro (Firenze), Marco Bucci (Genova), Giuseppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Roberto Gualtieri (Roma Capitale), Stefano Lo Russo (Torino) e Damiano Tommasi (Verona). Tutti a guida di una coalizione di centrosinistra tranne Bucci di Genova.
I SINDACI: “RIFORMA DELLE FONDAZIONI LIRICO SINFONICHE? IL MINISTRO CI CONVOCHI”
Cosa c’è scritto nella lettera? “Abbiamo appreso dagli organi di stampa – scrivono i sindaci – che, all’interno della più complessiva ridefinizione del quadro legislativo riguardante lo Spettacolo dal vivo, sarebbe in avanzato stato di definizione anche una significativa riforma delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, la cui rilevanza è storicamente strategica per le Città dove operano, in quanto rappresentano istituzioni culturali identitarie e di decisiva importanza per la Cultura italiana e per i territori su cui insistono.
Dato l’assoluto protagonismo dei nostri Comuni nella gestione e valorizzazione delle Fondazioni, anche in considerazione del gravoso impegno economico che questo comporta, siamo a chiedere un incontro urgente per affrontare in maniera condivisa criticità e potenzialità inerenti al settore, nonché per conoscere gli intendimenti del Governo”.
MAZZI (MIC): “INTERVERREMO SULLA GOVERNANCE DEL SETTORE LIRICO SINFONICO”
Lo scorso mercoledì era intervenuto il sottosegretario Gianmarco Mazzi, rispondendo in commissione Cultura della Camera a un’interrogazione del Partito democratico in merito alle indiscrezioni stampa su una riforma dei teatri dell’opera. Il sottosegretario aveva evidenziato che l’obiettivo del governo è quello di efficientare il settore lirico-sinfonico.
“La legge 15 luglio 2022 n.106 – ha spiegato Mazzi – ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per il coordinamento e il riordino della normativa in materia di attività, organizzazione e gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche, nonché per la riforma, la revisione e il riassetto della vigente disciplina nei settori del teatro, della musica, della danza, degli spettacoli viaggianti, delle attività circensi, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche”.
“Al fine di conferire al settore un assetto più efficace, organico e conforme ai principi di semplificazione delle procedure amministrative e ottimizzazione della spesa – ha aggiunto il sottosegretario – questo governo sta procedendo alla redazione di un unico testo normativo denominato Codice dello Spettacolo. Nell’ambito di tale percorso di riforma, questo ministero ha avviato un confronto con le istituzioni e le parti coinvolte con l’obiettivo, tra l’altro, di efficientare il settore lirico-sinfonico, di incrementare la partecipazione del pubblico e di aumentare la capacità di attrarre risorse proprie.
In tal senso, come previsto dalla citata legge delega, anche al fine di assicurare il rilancio e il potenziamento del settore lirico-sinfonico e garantire nel contempo stabilità al medesimo, anche in ragione del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del personale impiegato, il Governo intende rafforzare la figura e la responsabilità dell’organo di gestione, valorizzare la figura del direttore artistico con le relative competenze ed efficientare l’intera governance delle fondazioni lirico-sinfoniche”.
LA SINDACA DI FIRENZE: “GRAVE IPOTESI TOGLIERE AI COMUNI LA GESTIONE DELLE FONDAZIONI LIRICHE”
Sul tema è intervenuta la sindaca di Firenze Sara Funaro: “È grave quanto sta cercando di fare il governo alle Fondazioni lirico sinfoniche italiane e quindi anche al Maggio Musicale Fiorentino: l’ipotesi di intervenire sulla governance, accentrando i poteri di gestione e indirizzo nel ministero vorrebbe dire penalizzare i Comuni, togliendo loro la gestione dei teatri, che fanno parte della storia delle città. Noi non possiamo accettarlo. Il Maggio Musicale – ha aggiunto – fa parte della storia di Firenze. È inammissibile che l’esecutivo continui a governare infliggendo duri colpi ai territori, senza nessun confronto. I sindaci devono poter dire la loro”.
FORZA ITALIA: “IL GOVERNO VUOLE SALVAGUARDARE LE FONDAZIONI LIRICHE DALLA MALAGESTIONE”
“Il governo di centrodestra vuole salvaguardare questi enti dalla malagestione e se qualche vecchio tronfio trombone sarà messo alla porta poco male” ha ribattuto Erica Mazzetti, deputata di Fi. “Dalle dichiarazioni furenti di Funaro si capisce chiaramente che il centrodestra sta lavorando bene, ripulendo le varie incrostazioni. Sono convinta anche io – ha proseguito Mazzetti – che il Maggio sia parte della storia di Firenze e, dunque, della storia e della cultura del nostro Paese, come sono convinta dell’incapacità del Comune di Firenze nel gestire una tale risorsa, tanto da sfiorare più volte il disastro, costringendoci a intervenire”.
Siamo sicuri che non si farà attendere la replica del Ministero alle richieste dei sindaci.