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Perché la democrazia è la difesa migliore contro i giganti del nostro tempo

“Contro i giganti. Difendere la democrazia al tempo delle autocrazie” di Davide D’Errico, imprenditore sociale candidato alle regionali in Campania con Fico Presidente, letto da Edoardo Lisi

La politica deve riscoprire i suoi perché per realizzarsi completamente e vincere “i giganti che minacciano il futuro libero, solidale e pacifico”. È il messaggio che emerge dall’avvincente e coraggioso libro “Contro i giganti. Difendere la democrazia al tempo delle autocrazie” di Davide D’Errico, imprenditore sociale classe 1991 candidato alle regionali in Campania con Fico Presidente. D’Errico offre una lucida analisi della crisi strutturale della democrazia di fronte allo strapotere della tecnica e l’avanzare delle autocrazie, che si accompagna ad un racconto autobiografico. Il filo rosso che attraverso tutto il volume è la morte del nonno, ucciso dalla camorra per essersi opposto al pizzo. La Mafia è uno dei giganti che la democrazia può aiutare a vincere. Ma serve una vera e propria rivoluzione a diversi livelli dello Stato.

LA MAFIA, IL GIGANTE DA VINCERE

La Mafia è uno dei giganti che continuano a lasciare macerie nel nostro Paese. Il merito è un miraggio. “Le persone per bene non si arricchiscono mai, quelle per male si possono arricchire facilmente, purché accettino il puzzo del compromesso morale al ribasso, purché silenzino la coscienza retta, purché sacrifichino i diritti di tutti sull’altare dei privilegi di pochi e diventino parte di un sistema incancrenito. Purché vendano la propria anima”, scrive D’Errico. Chi si vende alle logiche criminali ed è disposto a prevaricare i più deboli si arricchisce di soldi e potere. Le persone che lavorano duramente ed onestamente devono soccombere al sistema mafioso che in alcune zone d’Italia controlla tutto, in cambio del pizzo.

“I quartieri sono più brutti, sporchi e degradati, ma è tutto sotto controllo. Dove si impone un pizzo le aziende non crescono e non generano nuove opportunità, ma è tutto sotto controllo. Dove ci sono le mafie c’è più dispersione scolastica, si legge di meno, si studia di meno, il mondo si capisce di meno, ma è tutto sotto controllo”. In questi territori lo “Stato tutto conosce ma niente sa”, ha abdicato ai suoi poteri. Una resa che spinge diverse persone a non credere più che lo Stato possa aiutarle e tutelarle dai soprusi e dalle ingiustizie. Ad opporsi alle logiche criminali restano solo gli eroi moderni, “chi ispira altri ad agire, chi evoca impegno e amore, anche quando non c’è più”. Il prezzo da pagare, però, è il più alto: la vita. La democrazia è l’unica scelta per sconfiggere la Mafia. Ma la politica deve ritrovare se stessa per vincere questo gigante.

LA CRISI DELLA POLITICA

Perché la politica sembra debole e impotente? Perché “sembra aver perso la forza e anche l’interesse a occuparsi della città, dei molti”? La risposta è semplice ma non banale: ha dimenticato il suo scopo, i suoi “perché”, le ragioni che dovrebbero ispirare ad agire, “i mattoni della democrazia”. “La democrazia inizia da qui. Dai perché che ispirano ad agire. Qui inizia la nostra storia. Nella sua essenza, la politica è l’arte di occuparsi della città, dei molti. L’arte di non girarsi dall’altra parte. L’arte di farsi carico del “perché” di qualcun altro. Uno dei desideri che ho nel cuore è di poter scrivere, un giorno, una legge su questo, in nome del mio papà. Una legge per le malattie degenerative. Un reddito di cura per le famiglie che combattono questi mali incurabili – sla, tumori o qualunque altra forma essi assumano. Un accesso al lavoro facilitato per i parenti dei malati degenerativi. Un sostegno psicologico gratuito per i famigliari di chi vive questo dolore. Un accesso gratuito ai farmaci salvavita per le famiglie meno abbienti”.

La politica, invece, vive da anni una crisi strutturale “di sentimenti e di pensieri”. Nel Parlamento “spesso non abitano più donne e uomini di alta levatura culturale e morale, ma politicanti, lacchè e amici del capo”, scrive D‘Errico. I governi ormai impongono le riforme con decreti legge. Nelle Camere non c’è più spazio per la discussione e la modifica della legge. I parlamentari che non si allineano ai governi perdono il diritto di far calendarizzare le proposte di legge, lasciate in fondo alla lista dell’ordine dei lavori. “Il Parlamento è una scacchiera e voi siete una pedina. Così, delle vostre proposte non si parla. Questo succede perché, quando si votava per eleggere il presidente del Senato, vi siete rifiutati pubblicamente di votare quel signore che ha il busto di Mussolini a casa”. La scelta è conquistare il Palazzo o conservare l’anima.

Perché nessun parlamentare si ribella? Questa alterazione dei poteri costituzionali è compensata da diverse comodità che fanno desistere tanti, scrive D’Errico.

PERCHE’ LA DEMOCRAZIA E’ LA MIGLIORE DIFESA CONTRO I GIGANTI

La politica democratica occidentale sembra in crisi, “mentre il decisionismo dei dittatori,
degli autocrati e degli oligarchi sembra assai più funzionale”. Ma è un’illusione. Le democrazie devono riformarsi e rinnovarsi. La burocrazia deve essere snellita. La classe politica deve diventare più credibile. La PA deve diventare più efficiente ed efficace. Le differenze di servizi, di diritti e di condizioni vanno appianate. Ma la democrazia resta la migliore alternativa contro i giganti.

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