Sindacati e federazioni del mondo sanitario rivolgono le attenzioni sul contratto di lavoro e sulle risorse per il Ssn
Il 2025 inizia da dove era finito il 2024 per il settore sanitario nazionale, ovvero con medici e infermieri che manifestano crescente malcontento per le condizioni lavorative e salariali.
LA RICHIESTA DEGLI INFERMIERI: IL LAVORO EXTRA NEL CONTRATTO
Gli infermieri italiani, rappresentati dal sindacato Nursind, propongono una modifica cruciale al contratto di lavoro: la possibilità di svolgere un’attività extra al di fuori dell’orario di lavoro. Sebbene una legge già consenta questa opzione previa autorizzazione, manca una regolamentazione chiara nei contratti, il che genera disparità interpretative tra le regioni.
Secondo Andrea Bottega, segretario del Nursind, la precedente bozza del contratto limitava il lavoro extra esclusivamente a mansioni legate al profilo infermieristico. Tuttavia, molti infermieri potrebbero avere competenze in altri ambiti, come l’informatica o attività familiari, che attualmente restano escluse. “Vogliamo che la norma sia reintrodotta nella sua forma completa, come previsto dalla legge, per garantire chiarezza e uniformità”, ha dichiarato Bottega.
Questa richiesta nasce dall’esigenza di integrare stipendi giudicati insufficienti per affrontare le crescenti difficoltà economiche. Inoltre, offrire opportunità lavorative aggiuntive potrebbe contrastare il fenomeno dell’abbandono della professione e ridurre il ricorso al lavoro sommerso.
IL MALCONTENTO DEI MEDICI, VERSO UN NUOVO SCIOPERO
Sul fronte medico, la situazione è altrettanto complessa. Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), denuncia il mancato rinnovo del contratto nazionale 2021-2024 e risorse inadeguate per la sanità. Un altro punto da chiarire, secondo i medici, riguarda gli stipendi: “Va sgombrato il campo da inesattezze – incalza Anelli -, dicendo chiaramente che aumenti non ce ne sono: i 17 euro al mese previsti, infatti, sono davvero nulla. Né ha avuto effetto il fatto di aver defiscalizzato una parte del lavoro aggiuntivo per smaltire le liste di attesa, perché una norma del contratto blocca le ore aggiuntive al tetto del 2021. Il problema di fondo resta il livello medio degli stipendi in Italia rispetto all’Europa: noi siamo vicini alla Romania e ai Paesi dell’Est, non alla Francia o alla Germania”. Da qui, conclude, “la scelta di molti medici di lasciare o di diventare medici gettonisti, con danno enorme per l’Ssn”.
Un altro nodo riguarda i medici di famiglia e la proposta di un loro passaggio al regime di dipendenza dal Ssn. Anelli, all’Ansa, critica questa idea, sottolineando che l’attuale contratto già prevede una copertura adeguata nelle Case di Comunità. La soluzione, sostiene, dovrebbe invece concentrarsi su un aumento delle risorse e una maggiore dignità professionale.
LE REAZIONI DEL MINISTRO SCHILLACI
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, si è impegnato con interventi per affrontare la crisi, come la tassazione ridotta sugli straordinari e l’attivazione di una piattaforma per monitorare le liste d’attesa, prevista nel relativo decreto già approvato. Il ministro ha ricordato che “in Finanziaria già bollinata dal Mef ci sono 5 miliardi e 100 per l’anno prossimo che è una cifra record. Da sempre ho detto che la vera forza del servizio sanitario nazionale è il capitale umano”, ha aggiunto. “Sappiamo benissimo che non possiamo migliorare il servizio sanitario senza l’ingresso di nuove forze, soprattutto dei giovani, nei vari ruoli, e su questo c’è assolutamente il nostro impegno e la nostra volontà di attuare un piano e un programma di arruolamento di giovani per le varie professioni sanitarie”, ha concluso Schillaci.
I PROSSIMI PASSI
Il 25 gennaio, gli operatori sanitari si riuniranno per decidere le modalità di una mobilitazione nazionale. “Non staremo a guardare”, ha avvertito all’Adnkronos Pierino Di Silverio, segretario del sindacato Anaao-Assomed, che ha puntato il dito contro l’assenza di azioni concrete da parte del governo.