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Perché poteri speciali per Roma e non per Milano?

Dopo il via libera in Cdm al disegno per modificare la costituzione e riconoscere a Roma Capitale come ente costitutivo con poteri legislativi e finanziari speciali, anche Milano (insieme ad altre città come Venezia) guarda con interesse alla possibilità di una riforma che le garantisca maggiore autonomia

Il 30 luglio Giorgia Meloni annunciava sul suo profilo Facebook un piano per modificare l’art. 114 della Costituzione: “Oggi il Governo ha approvato una riforma costituzionale che inserisce Roma Capitale tra gli enti costitutivi della Repubblica e attribuisce a Roma Capitale poteri legislativi su materie che toccano la vita quotidiana dei romani”.

In quella data, infatti, il Ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati ha presentato in Consiglio dei Ministri il disegno di legge costituzionale su Roma Capitale, che ha ricevuto una prima approvazione da parte del Governo.

Il provvedimento, composto da due articoli, introduce modifiche all’art. 114 della Costituzione. Il via libera del Consiglio dei Ministri ha avviato l’iter costituzionale che dovrà ora passare attraverso quattro letture parlamentari. Un iter che, secondo la volontà di comitati civici milanesi e della Lega, dovrebbe riguardare anche Milano.

LA LEGGE SPECIALE PER ROMA

Il testo riconosce a Roma Capitale poteri e risorse speciali, in linea con le altre grandi capitali europee e mondiali e le attribuisce lo status di “ente costitutivo della Repubblica” autonomo accanto a Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato.

Ciò permette alla Capitale di legiferare su undici materie: dall’urbanistica al trasporto pubblico, dal turismo alla valorizzazione dei beni culturali e di dotarsi di uno statuto autonomo, svincolato dalla Regione Lazio.

Si riconoscono le specificità di Roma e la necessità di rendere più efficace il governo del suo territorio molto ampio.

Ciò significa che il consiglio comunale di Roma potrà legiferare e portare avanti progetti con più autonomia decisionale e anche più soldi.

Mercoledì 6 agosto Gualtieri ha detto che tutte queste nuove competenze hanno bisogno di nuovi finanziamenti dati direttamente dallo Stato al Comune, così come prima venivano dati alla Regione o alle province. Si stima che Roma potrà avere circa un miliardo di euro all’anno in più di trasferimenti statali.

LE PROPOSTE PER MILANO

E ora anche Milano vuole la sua legge speciale. La proposta viene da M’impegno, il comitato civico attivo da anni che ha avanzato un documento preparato dopo lo scandalo sull’edilizia.

Il piano preparato da Traiettorie Urbane – laboratorio di M’impegno – prevede una legge speciale per la Città metropolitana che ne riconosca status, funzioni e governance adeguata, municipi con più risorse e competenze, riqualificazione del verde urbano, controlli pubblici indipendenti sul Piano regolatore e un tavolo che coinvolga la città e le istituzioni locali, sulla falsa riga di Roma.

L’idea vene da Carmelo Ferraro, direttore dell’Ordine degli avvocati meneghino e presidente di M’impegno.

Anche la Lega aveva avanzato un progetto simile. “Milano merita poteri speciali come Roma Capitale” ha spiegato il segretario regionale Massimiliano Romeo, capogruppo regionale e presidente dei senatori leghisti ai microfoni di Agorà il 31 luglio, in cui ha annunciato il progetto di un disegno di legge costituzionale per estendere tali poteri anche a Milano.

“Come Lega stiamo lavorando a un testo che conferisca a Milano la stessa autonomia legislativa e finanziaria prevista per Roma Capitale. Milano è capitale economica e finanziaria del Paese, e merita un riconoscimento istituzionale simile”.

I VANTAGGI

Rendere Milano una Città Stato, sul modello delle città europee, come Londra, Berlino, Amburgo, Bruxelles, Praga, Vienna, Madrid permetterebbe di accorciare le tempistiche sulle decisioni, eliminare la burocrazia e velocizzare gli interventi sul territorio. Tra i vantaggi principali una maggiore efficienza amministrativa, la trasparenza decisionale, il potenziamento infrastrutturale e la competitività internazionale.

L’EFFETTO DOMINO DELLA LEGGE SPECIALE

Anche il governatore del Veneto Zaia ha richiesto di recente per Milano e Venezia l’estensione dei poteri previsti per Roma. E lo stesso assessore al turismo veneto, Simone Venturini plaudeva il ddl etichettandolo come un’ottima occasione per il Parlamento affinché prenda in considerazione anche la realtà di Venezia e la sua specificità nell’ottica di ottenere più finanziamenti statali: “non si può perdere questa occasione per riconoscere carattere di unicità anche a Venezia, che richiede da tempo più risorse e più strumenti di governo”. “Dopo Roma Capitale si pensi anche a Venezia Speciale”.

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