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Ecco in anticipo il piano industriale che rivoluziona la Rai

Rai Genere

Salini svela i particolari del piano industriale 2019-21 al cda. In arrivo budget e nomine. L’articolo di Gianluca Vacchio, curatore de loSpecialista.tv

Oggi l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, metterà un altro tassello importante della sua “Raivoluzione”. In Viale Mazzini va in scena, infatti, un consiglio d’amministrazione preparatorio dell’assise del 6 marzo prossimo, data entro la quale (il 7 marzo scade la proroga del Mise) necessariamente va approvato il nuovo piano industriale 2019-21 prima che le carte arrivino sul tavolo di Luigi Di Maio. E nella Sala Orsello arriveranno nuove slide. Questa volta piene di dettagli che fin qui ai consiglieri non sono stati forniti. Insomma, si comincia a fare sul serio, spunteranno le prime cifre e magari anche i primi nomi…

OTTO DIREZIONI, ANZI NOVE

Ma andiamo con ordine. La prima novità è la nuova impalcatura su cui poggerà la Rai del futuro. Si passa da una struttura verticale divisa per Reti ad una orizzontale divisa per argomenti. Nasce una mega direzione “coordinamento contenuti” che si interfaccerà con la direzione marketing e con la direzione palinsesto. Questa mega direzione andrà ad armonizzare il lavoro di ben otto nuove direzioni: 1) Intrattenimento prime-time; 2) intrattenimento culturale; 3) Intrattenimento day-time; 4) Fiction; 5) Cinema/Serie tv; 6) Kids; 7) Documentari; 8) Nuovi format. Queste otto direzioni avranno naturalmente grande autonomia e un loro budget. Mentre i “soldini” non li avranno più le Reti. Scordatevi le Rai1, Rai2 e Rai3 (verticali) per come abbiamo imparato a conoscerle in questi anni. I direttori non saranno più i dominus del palinsesto. Come detto ci sarà un coordinamento superiore che parlerà con Marketing e Palinsesto per coordinare l’offerta in maniera mirata sui vari target. Il tutto con l’obiettivo di razionalizzare l’offerta, migliorarla, distribuirla al meglio su tutte le piattaforme e ridurre i costi. Il problema è che Salini si è scordato dell’approfondimento. Attualmente è gestito in parte dalle Reti e in parte dalle testate giornalistiche. Passerà tutto in capo alle Testate? Oppure questa sarà una delega del nuovo direttore dell’offerta informativa che ancora non è stato nominato? O nascerà, infine, una nona direzione dedicata proprio all’approfondimento giornalistico? Presto sapremo. Di certo l’ad dovrà fronteggiare – oltre al mal di pancia perenne di Rita Borioni – anche quello dei sovranisti Marcello Foa, Giampaolo Rossi e Igor De Biasio. Temono la perdita di “sovranità” delle testate (e dei rispettivi brand) sull’informazione e sollevano perplessità, ad esempio, sul poco spazio dedicato nel piano al mondo della radio.

RAIDOC E RAIFORMAT

Nascono inoltre due nuove strutture: RaiDoc, che si occuperà dei documentari, e RaiFormat, che sarà dedicata alla creazione di nuovi formati originali. Si affiancheranno a RaiGold, RaiRagazzi, RaiFiction e RaiCultura allo scopo di produrre contenuti da distribuire poi su tutte le piattaforme. Una moderna Media company, insomma, che avrà un occhio di riguardo per Raiplay che dovrà diventare un fiore all’occhiello e un marchio spendibile in Italia ma anche all’estero.

LA MAGGIONI SPEAK ENGLISH

Il canale in inglese – a quanto apprende LoSpecialista.tv – sarà sotto l’ala di RaiCom, dove è approdata non a caso nelle vesti di ad quella Monica Maggioni che questo dossier lo maneggia da tempo. Il canale sarà prodotto e distribuito da RaiCom, anche se non è chiaro come un canale previsto dall’art. 12 del contratto di servizio e finanziato dal canone possa confluire nel braccio commerciale della Tv di Stato. Può RaiCom prendere soldi da Rai Spa? Chi deciderà la linea editoriale del canale in inglese? Chi ne sarà il responsabile? Chi lo finanzierà e con quale budget? RaiWorld, questo uno dei nomi papabili, sarà un fiore all’occhiello per la tv di Stato, ma anche per il Made in Italy e l’immagine del Belpaese nel mondo. Una location appetibile per i big spender della pubblicità.

ENTRO IL 2023 NEWSROOM UNICA

Ultimo tassello del piano industriale di Salini è la “Piattaforma multimediale unica” da realizzare entro il 2023. I brand storici delle singole testate resteranno, ma la redazione diventerà una sola e dovrà produrre contenuti per il web – ci sarà un solo portale – e per la tv. Il tutto da realizzare entro il 2023 attraverso dei passaggi intermedi: dapprima, nel 2020, accorpamento di Tgr e Rainews; poi tra il 2021-2022 accorpamento anche di RaiSport e RaiParlamento; e infine, nel 2023, l’entrata finale nella newsroom unica anche di Tg1-Tg2-Tg3. Nel nome del portale informativo della Rai, infine, che riunirà tutte le redazioni web, ci sarà certamente il brand Rai (RaiWeb24, RaiTg24, RaiAllNews24, o cose simili). Presto per dire chi dirigerà tutto questo. La suggestione Milena Gabanelli rimane…

 

Articolo pubblicato su lospecialista.tv

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