Skip to content

sindacati

Pil, l’Italia si è fermata e Cgil e Uil vanno allo sciopero generale

L’Istat certifica una “crescita zero” per la nostra economia nel terzo trimestre, ora è difficile raggiungere l’obiettivo del governo dell’1%. Intanto i sindacati, meno la Cisl, proclamano lo sciopero generale per il 29 novembre. Per Meloni è solo “propaganda” e a sorpresa la difende il presidente Mattarella

Apocalisse. E’ questo il titolo che hanno scelto tutti i quotidiani per aprire le prime pagine con le fotografie agghiaccianti della valanga di fango che a Valencia, in Spagna, si è trascinata via 100 persone. Tutto questo mentre nel nostro Paese la notizia economico e politica è che “l’Italia si è fermata” come scrive in prima pagina Avvenire riportando i dati Istat che raccontano di un terzo trimestre in cui “la crescita è zero” come sottolinea  la Stampa mentre Repubblica annota che a causa di una “manovra pericolosa” i sindacati, Cgil e Uil sono pronti allo sciopero generale.

LONTANO OBIETTIVO DI CRESCITA ALL’1%

Di certo il bollettino di ieri dell’Istat fotografa, come scrive il Sole24Ore, un’Italia che a questo punto ha scarse possibilità “di raggiungere quell’aumento del Pil dell’1% che il governo aveva indicato nel Def”. E questo potrebbe diventare un problema non di poco perché allora bisognerebbe correre ai ripari e cercare nuove risorse, aggiustare il tiro per una manovra economica che come riporta Repubblica è “ingiusta e pericolosa” raccontando  nell’articolo di Valentina Conte che sono pronte “manifestazioni e assemblee in tutta Italia per venerdì 29 novembre, al quarto sciopero congiunto tra Cgil e Uil: uno contro la manovra del governo Draghi e tre contro le leggi di bilancio del governo Meloni. L’annuncio arriva dai segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, convocati per martedì a Palazzo Chigi: “A cose fatte: manovra già in Parlamento. Disponibili a fermare lo sciopero, solo se saranno accolte le nostre richieste. Ma non ci accontentiamo di qualche emendamento”.

SCIOPERO GENERALE, FANNO “A BOTTE” LANDINI E SBARRA

Ma lo scontro è anche a livello sindacale. Con Landini – come riporta il Corriere della Sera – che attacca il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra. “Per loro la manovra va bene, lo hanno scritto in un documento. C’è una valutazione diversa: lo dico con grande rispetto per i colleghi della Cisl, altri pensano che il compito di un sindacato sia dire sempre al governo “come sei bravo e bello” ». Parole che hanno scatenato la reazione del leader cislino Luigi Sbarra: “A Landini, che si è permesso di offendere la Cisl, consigliamo vivamente di rivestire i panni del sindacalista e di smetterla di fare da traino a un’opposizione politica che non ha bisogno di collateralismi. Si rischia così di fare un danno sia ai partiti sia alla rappresentanza sindacale, che perde di credibilità e di autonomia”.  Insomma il fronte sindacale è spaccato e di questi divisioni potrebbe beneficiarne anche il governo.

MELONI: E’ SOLO PROPAGANDA, PER SALVINI SONO “RIDICOLI”

 Infatti non ci mette neanche due secondi Giorgia Meloni ospite da Bruno Vespa su Rai1 a bollare l’iniziativa dei sindacati. Come scrive il Giornale che riporta il Meloni pensiero “c’è un piccolissimo pregiudizio da parte di Cgil e Uil… Abbiamo diminuito il precariato, tagliato il cuneo e messo più soldi sui redditi più bassi, preso i soldi dalle banche per 3,6 miliardi, l’occupazione è aumentata. Se confermano lo sciopero nonostante questo, non siamo più nel merito”.  E non è tardata neanche la posizione della Lega con Matteo Salvini: “Due sindacati italiani di estrema sinistra scioperano contro l’aumento dello stipendio per 14 milioni di lavoratori dipendenti fino a 40mila euro di reddito? Ridicoli”.

LA “DIFESA” DI MATTARELLA: “L’ITALIA CRESCE”

A sorpresa a difendere l’Italia è sceso in campo Sergio Mattarella che se la prende con le agenzie di rating che non notano come il nostro Paese sia cresciuto negli ultimi anni.  Scrive il Messaggero “Il Pil nazionale è aumentato percentualmente più di quelli francese e tedesco», dà atto Mattarella; l’occupazione cresce e così i contratti a tempo indeterminato; le esportazioni continuano a registrare dati positivi, per merito di «quelle aziende che sono state capaci di affrontare i rischi e le opportunità della globalizzazione», è a loro che va il plauso presidenziale”. E la Stampa annota come il presidente della Repubblica abbia sottolineato che “i dati di Bankitalia certificano un balzo del nostro Paese: la posizione netta sull’estero, a giugno di quest’anno, era creditoria per circa 225 miliardi», il 10,5% dell’intero Pil. Insomma, la nostra posizione patrimoniale è salda e Mattarella si stupisce, anzi giudica «irragionevole», che le agenzie internazionali di rating non ne tengano conto come dovrebbero: aprano gli occhi, sono in gioco i risparmi degli italiani”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su