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Più Libri Più Liberi, la presenza in fiera di Passaggio al Bosco è un caso. Ecco perché e cosa pubblica

Altro giro altra corsa: anche quest’anno la fiera editoriale Più libri più liberi è un caso. A tenere banco stavolta è la presenza della casa editrice “Passaggio al Bosco”, tacciata di simpatie nazifasciste. Tutti i dettagli

Non c’è pace per Più libri più liberi, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria organizzata annualmente dall’Associazione Italiana Editori (AIE) alla Nuvola di Fuksas di Roma e tra gli eventi di riferimento per gli editori indipendenti italiani. L’edizione di quest’anno, l’ultima a cura di Chiara Valerio –  le succederà dalla prossima il conduttore e giornalista Giorgio Zanchini – si apre ancora all’insegna di una nuova polemica. L’anno scorso la pioggia di critiche era stata scatenata dalla presenza tra i relatori di Leonardo Caffo, filosofo e scrittore allora sotto processo per violenze dell’ex compagna, in seguito condannato. Ma sussisteva (e sussiste) anche un tema di sostenibilità della fiera da parte delle piccole e medie realtà.

Oggi il terreno di scontro è la presenza tra gli stand della casa editrice di estrema destra Passaggio al Bosco, nel cui catalogo si trovano ammiccamenti a figure e ideologie del pantheon fascista e nazista.

Ottanta autori e intellettuali hanno firmato un appello in cui si chiedono spiegazioni all’Aie, mentre uno degli autori di punta, Zerocalcare, si è sfilato  dalla manifestazione, così come il sindaco Roberto Gualtieri, che ha disertato la conferenza stampa d’apertura.

COSA È SUCCESSO

La polemica si concentra sulla presenza tra gli stand di Più Libri Più Liberi di un editore, Passaggio al Bosco, il cui catalogo è accusato di mitizzare vari personaggi e pensatori considerati vicini all’ideologia nazifascista. Tra i titoli compaiono ad esempuio “Corneliu Zelea Codreanu” di Yves Morel; “Camerata – Il mio onore si chiama fedeltà” di Rudolf Kinau,  “Audacia – scritti e discorsi di Benito Mussolini, per i giovani degli istituti militari” e il pamphlet scritto da Leon Degrelle, fondatore della divisione vallona delle Waffen Ss, definito un “impareggiabile contributo alla formazione dell’élite militante”.

Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli intervenendo in apertura della fiera ha ribadito che si può giudicare nel peggiore dei modi un punto di vista di un editore ma la risposta più giusta è non censurare e non assentarsi dal dibattito pubblico.

CHE COS’È PASSAGGIO AL BOSCO E CHI L’HA FONDATA

Passaggio al Bosco nasce nel 2017 a Firenze su impulso di Marco Scatarzi, scrittore, collaboratore de Il Secolo d’Italia e guida del gruppo di destra identitaria Casaggì di Firenze. È in questo milieu filosofico che nasce la casa editrice, il cui nome è un tributo a Ernst Junger e al concetto di “ribellione interiore”, votata alla “resistenza spirituale al dominio della tecnica, oltre l’automatismo delle masse”, come spiega la bio della casa editrice. “Siamo una casa editrice libera e militante – continua la presentazione – Passaggio al Bosco è un progetto editoriale libero che ha scelto di non dipendere dai dogmi del mercato. Per noi il libro non è un prodotto commerciale, ma un patrimonio di idee e di visioni”.

CHI HA FIRMATO L’APPELLO

Ottanta autori, tra cui Alessandro Barbero, Anna Foa, Antonio Scurati, Domenico Starnone, Carlo Ginzburg, Giovanni De Mauro, Christian Raimo e Zerocalcare, hanno sottoscritto una lettera/appello chiedendo spiegazioni all’Associazione Italiana Editori, responsabile dell’assegnazione degli stand.

I firmatari chiedono come sia  possibile che un catalogo simile sia ritenuto compatibile con il regolamento sottoscritto da ogni editore, che all’articolo 24 recita: “l’editore conferma di aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea”.

LA TOPPA DELL’AIE E IL PRECEDENTE DI CAFFO

La rescissione del contratto, a fiera già iniziata, non è uno scenario percorribile. L’Aie dal canto suo propone uno spazio e un momento di discussione all’interno della manifestazione per discutere e ribadire l’impegno per il rispetto dei valori della Costituzione.

Lo stesso atteggiamento tenuto l’anno scorso in relazione all’invito esteso a Leonardo Caffo, lo scrittore e filosofo condannato per violenza nei confronti dell’ex compagna, che aveva scatenato una baraonda, tanto più che la scorsa edizione era dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin. La curatrice Chiara Valerio difese la scelta di invitarlo appellandosi alla presunzione d’innocenza, ma poi fu lo stesso Caffo a fare un passo indietro.

Allora l’Aie scelse di mettere a disposizione spazi ad associazioni che si battono contro la violenza sulle donne. Ma diversi autori e anche alcune case editrici decisero di ritirare o limitare notevolmente la propria partecipazione alla manifestazione.

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