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PNRR | Come procede la digitalizzazione della PA secondo Brunetta

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La digitalizzazione della PA non è ancora completa, per la CGIA la burocrazia ci costa oltre 57 miliardi di euro l’anno. Intanto il ministro della Funzione pubblica promette l’ampliamento dei servizi anagrafici digitali con l’aumento dei certificati scaricabili

Digitalizzazione e sburocratizzazione della PA, ovvero della Pubblica amministrazione. Se ne parla da anni, qualcosa effettivamente è stato fatto, anche grazie alle app e ai siti che permettono di richiedere certificati comodamente da casa, senza code agli sportelli, ma molto resta da fare. Lo denuncia a ripetizione la CGIA di Mestre, che ancora nel luglio 2021 sottolineava che i costi che pesano annualmente sulle imprese a causa della complessità burocratica generata da una macchina statale spesso inefficiente siano pari a 57,2 miliardi di euro, mentre l’ammontare dei mancati pagamenti di parte corrente che la PA ha nei confronti dei propri fornitori è subito al di sotto, ovvero 51,9 miliardi di euro, per quello che l’Associazione degli artigiani definisce “fardello da oltre 109 miliardi di euro” sulle spalle degli imprenditori. Il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, durante l’audizione in merito allo stato di attuazione del Pnrr, di fronte alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati, ha fatto il punto sui lavori in corso, finanziati coi soldi di Bruxelles del NextGenerationEu.

VERSO LA COMPLETA DIGITALIZZAZIONE DELLA PA

“Con il ministro Colao – ha detto Brunetta – abbiamo convenuto la tempistica e i contenuti dei prossimi provvedimenti comuni: entro il 2022 ci saranno sistemi digitalizzati di customer satisfaction. Cercheremo di consentire al cittadino cliente di giudicare ogni sua transazione con la Pa, che sia l’iscrizione all’asilo o all’università, la prenotazione di un esame medico, un rapporto con l’Agenzia delle entrate, di dare un giudizio sul servizio ricevuto” ha chiarito Brunetta.

Un altro dei provvedimenti in fase di realizzazione è “l’ampliamento dei servizi anagrafici digitali con l’aumento, d’intesa con il ministero dell’Interno, del numero dei certificati scaricabili. Non meno importante – cha continuato il ministro – l’interoperabilità delle principali banche dati. È la regina delle battaglie. Oggi abbiamo 32mila amministrazioni e migliaia di banche dati che non dialogano tra di loro. Dobbiamo metterle in relazione, renderle interoperabili”.

CONCORSI E ASSUNZIONI IN ARRIVO NELLA PA

“Non ho voluto mettere mano – ha sottolineato Brunetta – a una grande riforma della Pubblica amministrazione, ma ho preferito procedere per strappi innovativi, pensando che la tecnica dovesse essere quella di “strappare” in certe fasi dei provvedimenti o della regolazione. Alcuni di questi strappi sono arrivati prima dell’implementazione del Pnrr, quasi legati al caso, all’emergenza e alla pandemia. Il primo strappo straordinario, durante la pandemia, lo abbiamo fatto con lo sblocco dei concorsi pubblici, riavviati e digitalizzati grazie all’articolo 10 del decreto legge 44/2021. Così – ha precisato – è stato possibile assumere a tempo indeterminato 45mila giovani su un milione di candidati, grazie a concorsi digitali, svolti in 100 giorni dal bando alla definizione dei vincitori. Per il 2022 se ne stimano 100mila. Un secondo strappo innovativo, è stato la realizzazione del Portale nazionale del reclutamento nella pubblica amministrazione (inPA), costruito in tempi brevissimi sulla base del modello LinkedIn, conta attualmente un totale di 6 milioni di curriculum vitae e ha anche contribuito all’obiettivo del reclutamento di mille professionisti per le Regioni”.

 

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