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Poste, 5G, editoria e internet: l’ultima relazione di Cardani (Agcom)

Cardani Agcom

Tutto quello che ha detto il presidente dell’Agcom Cardani nella sua ultima relazione al Parlamento

Proseguire con la liberalizzazione del mercato postale, salvaguardare l’informazione – che viene messa a repentaglio anche con strategie mirate sui social -, regolare con rigore le frequenze. Sono solo alcuni dei messaggi lanciati da Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Agcom, nel corso della sua ultima relazione annuale al Parlamento. “Giunto ormai al limite del mio mandato, di una cosa sono certo: mi sono sempre impegnato perché tutte le attività dell’Autorità fossero condotte in assoluta indipendenza, e le sue decisioni adottate con imparzialità e rigore” ha detto Cardani che ha espresso la consapevolezza che “oltre alle molte cose fatte, ce ne sono altre che non sono state portate a compimento; al tempo stesso, sono sicuro che qualcuna di quelle concluse poteva essere fatta meglio”.

CARDANI: TAVOLO SUL WEB UN UNICUM

Tra i traguardi raggiunti il numero uno dell’Authority ha ricordato il “Tavolo per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali, e quel tanto di dialogo ivi innescato con i grandi aggregatori digitali” che costituisce “ad oggi un unicum nel panorama internazionale”. “Peraltro, l’aver concepito un luogo di incontro tra nuove piattaforme digitali ed editoria classica – ha detto ancora Cardani -, mette a confronto i nuovi protagonisti dell’informazione globale non più solo con i numeri della crisi strutturale che investe da anni la filiera dell’editoria tradizionale, ma anche con la qualità ed il valore di un modello informativo insuperato, la cui esperienza è imprescindibile per le future sorti dell’informazione nel contesto digitale”.

CARDANI: GARA 5G UN SUCCESSO

“Un caso di successo unico in Europa”, sempre secondo il presidente dell’Agcom, la gara conclusa per l’assegnazione delle bande pioniere per lo sviluppo del 5G. Le frequenze, ha evidenziato, sono una “risorsa scarsa la cui contendibilità deve essere regolata con rigore, efficacia e massima trasparenza”.

TLC

Rimanendo in ambito tlc, Cardani non ha dubbi che “una delle sfide più importanti che attendono l’Autorità di domani” è il bilanciamento “fra l’esigenza di sviluppare infrastrutture di nuova generazione e quella di mantenere un adeguato livello competitivo del mercato, che si traduce in benessere del consumatore”. Un’impresa non facile, ha notato, e forse sarà tale ancor di più in futuro.

Andando a spulciare i numeri della relazione, si legge che la spesa per le tlc nel 2018 è scesa del 2,9%. In particolare si è registrata una flessione sulla rete mobile (-6,4%), mentre la rete fissa ha segnato +1%. Un risultato “in parte determinato dall’entrata sul mercato” di un nuovo operatore, Iliad, che attualmente possiede lo 0,8% dei ricavi del mercato mobile ma ha generato “una ulteriore pressione concorrenziale sui prezzi retail e conseguentemente sui ricavi complessivi degli operatori di telefonia mobile”. Lo scorso anno si è confermato primo operatore Tim con il 34,5% dei ricavi, seguito da Vodafone (30,5%) e Wind Tre (29,8%) “che sembra avere maggiormente sofferto della concorrenza del nuovo entrante“.

Nella spesa per i servizi di rete fissa e mobile di famiglie e imprese è aumentato il peso di Tim, arrivato al 46,1%, +0,9% sul 2017, che distanzia Vodafone e Wind Tre, al 19,7% (-0,5%) e al 19,1% (-1,5%). Il peso dei primi quattro operatori, si legge ancora nella relazione, si mantiene oltre il 92%, includendo anche Fastweb che ha una quota del 7,6%, +0,4% dal 2017.

In totale, il giro d’affari delle tcl è sceso di 31,6 miliardi, -2%, dopo la ripresa del biennio 2016-2017. Gli investimenti in infrastrutture invece sono aumentati del 17%, +8,4 miliardi di euro, a seguito dei processi di infrastrutturazione nella rete fissa e per l’avvio della rete mobile 5G.

INFORMAZIONE

Durante la presentazione alla Camera Cardani, che nei mesi scorsi era intervenuto sulla vicenda di Radio Radicale, ha puntato l’attenzione sul ruolo “essenziale” del legislatore per “salvaguardare il bene pubblico dell’informazione e promuovere la cultura. L’occasione degli stati generali dell’editoria (iniziativa governativa in corso a Roma, ndr) dovrebbe essere colta per muoversi in questa direzione”.

Allo stesso tempo, il presidente dell’Autorità ha notato come “nel sistema dell’informazione online, e soprattutto nei social network” emergano “fenomeni di polarizzazione nella formazione dell’opinione pubblica e di disinformazione che possono configurarsi come vere e proprie strategie”. Nella relazione viene poi sottolineato che “nel sistema dell’informazione locale si osserva come in alcune aree del territorio nazionale, a causa della crisi dei media tradizionali, inizino a mancare voci informative indipendenti, soprattutto con riguardo all’offerta di quotidiani locali; inoltre, la crisi dell’editoria quotidiana sta conducendo a un consolidamento delle voci informative sul territorio, fino ad arrivare, in alcuni casi, a situazioni di forte concentrazione regionale dei media”.

MEDIA

Sul fronte dei media, si legge ancora, “l’ultimo anno è stato caratterizzato da una crescita delle risorse economiche complessive del settore, aumentate in misura pari a circa 1%, che conferma un trend positivo iniziato nel corso del 2015”. “Osservando la composizione delle fonti di finanziamento – prosegue il documento -, si nota come il contributo all’incremento delle risorse economiche complessive sia legato in particolare alla crescita dei ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria, che quest’anno, per la prima volta dal 2012, hanno superato i ricavi dal lato degli utenti”.

L’editoria è però un settore in grande sofferenza ha rilevato Cardani secondo cui gli ultimi sette anni alla guida dell’Agcom sono stati “assai difficili, di vero e proprio declino per alcuni settori, di sostanziale stagnazione per molti altri, e con solo un paio di indicatori macroeconomici in controtendenza”. Nelle telecomunicazioni tra il 2011 e il 2018 si sono persi circa un quarto dei ricavi, per esempio, e “il settore editoriale ha proseguito una fase di vero e proprio declino strutturale con un calo generalizzato di valore economico (-40%), investimenti, occupazione, ricavi”.

Elementi positivi, invece, si colgono per Internet il cui peso nel mercato pubblicitario italiano è arrivato nel 2018 al 35% del totale, preceduto solo dalla televisione che raccoglie il 43%. Si tratta di uno sviluppo, evidenzia la relazione, che “ha subito un’accelerazione in particolare a partire dal 2008, quando inizia a essere evidente l’arretramento di natura strutturale dell’editoria quotidiana e periodica. Lungo le fasi degli ultimi venti anni, la composizione delle fonti di ricavo consente di individuare tendenze di fondo differenziate per i diversi ambiti del settore dei media. I media classici più forti in termini di investimenti pubblicitari, come tv e radio, sono rimasti piuttosto stabili lungo tutto il periodo, con la sola eccezione degli anni di recessione economica. D’altra parte, le risorse in pubblicità assorbite da internet sono aumentate nel tempo: partendo da livelli marginali rispetto agli altri settori (8 milioni di euro nel 1998) nel 2018 i ricavi hanno superato i 2,7 miliardi di euro, giungendo, così, a pesare il 35% sul totale degli introiti dei media. L’editoria, sia quotidiana sia periodica, a partire dal 2008, ha subito una consistente contrazione dei ricavi e del relativo peso sul complesso delle risorse.

Infine, si passa all’analisi della dinamica delle quote di mercato dei principali operatori del SIC (Sistema integrato delle comunicazioni). Confermata “la crescita di alcuni importanti player internazionali e in particolare delle piattaforme online e la contrazione del peso di alcuni rilevanti gruppi editoriali nazionali”. A partire dal 2012 è aumentato il peso delle piattaforme online, come Google, che nel 2017 ha rappresentato circa il 4% del SIC (5% nelle stime 2018), ma anche Facebook, che nello stesso anno è stato il settimo operatore del SIC, con circa il 3%. Nel settore televisivo, invece, è stabile Sky del gruppo Comcast Corporation che, con il 15,4%, è stato nel 2017 il primo operatore del SIC. In controtendenza, appunto, i principali gruppi editoriali nazionali (Gedi e Cairo/RCS). Mantengono posizioni stabili i due operatori storici, Rai (14,1%) e Fininvest (15,2%), che complessivamente sono quasi un terzo del SIC.

DIRITTO D’AUTORE

Cardani è intervenuto anche sulla tutela del diritto d’autore: “L’intervento regolamentare del 2013 ha costituito una delle sfide più difficili per l’Autorità – ha sottolineato -, ma anche, nel tempo, uno di quegli indiscutibili casi di successo capaci di diventare best practice e punto di riferimento in Europa”. Con esso “abbiamo ideato un modello innovativo di regolamentazione che privilegia il contrasto alle violazioni del diritto d’autore sistematiche e massive, senza mai toccare l’utente finale e sempre agendo su denuncia di terzi. Ciò si è tradotto in una piena salvaguardia del principio di libertà della rete, evitando monitoraggi preventivi sul traffico da parte dei services provider. Al tempo stesso – ha notato -, abbiamo accompagnato l’azione di contrasto con una sistematica opera di sensibilizzazione e promozione delle condotte legali. Si tratta di un mix che ha funzionato e che ha permesso all’Italia di acquisire credibilità internazionale sul fronte della tutela della proprietà intellettuale”.

MERCATO POSTALE

Altro capitolo il servizio postale in cui quest’anno “possono considerarsi concluse le attività finalizzate alla creazione di un mercato effettivamente concorrenziale”. “Nell’ottica di completare il processo di liberalizzazione – ha ricordato Cardani -, abbiamo disciplinato la fornitura dei servizi di notifica degli atti giudiziari e delle violazioni del codice della strada, gli ultimi rimasti nell’area di riserva dell’ex monopolista”. Nel settore si è registrato un “inarrestabile calo” dei volumi di corrispondenza (-29% tra il 2013 e il 2018) e un aumento dei volumi di pacchi per effetto della crescita dell’e-commerce (+56% nello stesso periodo).

 

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