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Prove di reazione per Stellantis e l’Europa potrebbe “sminare” la bomba transizione sull’auto

Stellantis

Oggi a Torino il primo incontro tra il responsabile per l’Europa di Stellantis e i sindacati italiani dopo l’uscita di Tavares. Intanto da da Bruxelles arriva la promessa di aprire sul fronte auto. Il vicepresidente esecutivo europeo Stéphane Séjourné garantisce che la Ue è “pronta a lavorare sull’addio a benzina e diesel senza penalizzare le aziende”. 

E’ il giorno della verità per Stellantis. A Torino c’è il primo incontro su mandato del presidente John Elkann tra Jean-Philippe Imparato responsabile per l’Europa di Stellantis e i sindacati italiani. E pare proprio come scrive Avvenire in prima pagina che “Stellantis prepara la svolta. Un piano per stabilimento” tutto questo mentre c’è da registrare, lo fa il Corriere della Sera in prima che sulle “Auto, la Ue apre sulle regole” mentre il Foglio invece parla di “Incognita Stellantis, crollo della produzione e regole da rivedere”.

TRE INDIZI FANNO UNA PROVA, LA SVOLTA DI STELLANTIS

Ma andiamo con ordine. Jean-Philippe Imparato, 58 anni, francese con genitori pugliesi, responsabile per l’Europa di Stellantis è l’uomo su cui si punta dopo l’uscita di scena di Carlos Tavares. Per Alfredo Caprotti firma di Avvenire ci sono almeno tre indizi che parlano del possibile nuovo corso. “Uno: il profilo dell’uomo scelto per lavorare al Piano Italia e ricucire i rapporti con il nostro governo che Carlos Tavares aveva contribuito a rendere pessimi. Due: la revoca, martedì, dei 400 licenziamenti grazie alla proroga di un anno della commessa a Trasnova, l’azienda dell’indotto che fa attività di logistica a Pomigliano, e quelli delle aziende Logitech, Teknoservice e Csa. Tre: il rientro dopo anni in Acea, l’Associazione europea dei produttori di automobili a partire dal 1 gennaio prossimo, che è stata ufficializzata ieri per uscire da un isolamento penalizzante in un’ottica comune. Se tre indizi fanno una prova, è lecito dire che Stellantis abbia inaugurato un nuovo approccio dopo il traumatico allontanamento del suo amministratore delegato”.

IL PIANO PER IL RILANCIO PASSA DA MIRAFIORI

Imparato ha già in mente un piano per il rilancio del gruppo e lo ha raccontato prima al Tg1 e poi su Repubblica. Che si può riassumere in tre punti: conferma della Panda a Pomigliano fino al 2030, la centralità di Mirafiori con la nuova 500 ibrida, il rilancio del progetto della Gigafactory di Termoli per le batterie. In particolare vorrebbe puntare sul futuro dello storico stabilimento di Torino. “Mirafiori è vivo e Mirafiori sarà sviluppato. E la 500 sarà sempre fatta a Mirafiori”. Ed ha ricordato che quando ha preso la responsabilità del marchio Alfa Romeo, nel 2021 quando è nata Stellantis, ha trasferito la famiglia nel giro di 24 ore a Torino. “Come capo dell’Europa, arrivo e metto tutta l’azienda, l’organizzazione europea a Torino” ha detto facendo una promessa: “entro pochi mesi avremo l’ibrido 500, a novembre 2025, ma al di la di questo stiamo già preparando la nuova 500 che verrà”.

PER ANFIA IL CROLLO AUTO E’ DEL 45%

Sarà, ma intanto dal comparto auto arrivano numeri che fanno paura. All’assemblea annuale della filiera italiana dell’Automotive che si è svolta ieri a Roma “l’elefante nella stanza era uno: Stellantis” scrive Maria Ciarla Sicilia sul Foglio.  “Tutta la componentistica dipende in grande misura dall’unico costruttore italiano, che secondo le stime fornite ha quasi dimezzato la produzione di automobili segnando un calo del 45% nel 2024. Se escludiamo i veicoli commerciali e industriali, che riescono a tenere i volumi, la produzione italiana dovrebbe infatti fermarsi sotto le 300 mila unità. “Un dato sconfortante, fonte di enorme preoccupazione per tutta la filiera nazionale che non avrei mai voluto pronunciare”, ha detto il presidente dell’Anfia, Roberto Vavassori come riporta il Messaggero.

DA UE PROMESSA DI NON PENALIZZARE AZIENDE SU ADDIO A BENZINA E DIESEL

Tocca allora al vicepresidente dell’esecutivo europeo Stéphane Séjourné che oggi è in visita a Milano garantire che l’Europa è pronta a lavorare sull’addio a benzina e diesel senza penalizzare le aziende. Lo fa con una lunga intervista al Corriere della Sera: “L’industria dell’auto ha gli stessi problemi del resto dell’industria europea” spiega a Francesca Basso, corrispondente del quotidiano diretto da Luciano Fontana “che soffre per i prezzi dell’energia troppo alti, per la sovraccapacità produttiva esterna, in particolare cinese, che si riscontra in molti settori come l’acciaio e l’alluminio, e per la concorrenza sleale sul mercato. Vogliamo fare tutto il possibile per abbassare i prezzi dell’energia e garantire la certezza del diritto con clausole di salvaguardia”. E allora domanda sulla richiesta italiana  anticipare al 2025 dal 2026 la revisione delle regole che mettono al bando il motore a scoppio dal 2035 risponde: “Dobbiamo essere pragmatici. La presidente von der Leyen avrà un dialogo strategico con i produttori e l’intera filiera, compresi i subappaltatori, nelle prossime settimane per mettere sul tavolo le difficoltà legate alla transizione. Sono pronto a iniziare a lavorare sulla clausola di revisione nel 2025 in modo da essere pronti nel 2026, perché se iniziamo nel 2026, saremo pronti nel 2027. Quindi iniziamo a esaminare i problemi, come farà la presidente”. Intanto il Ppe, primo partito al Parlamento europeo, aggiorna la strategia politica sul settore: chiede il rinvio delle multe ai produttori e invoca la « neutralità tecnologica», che significa anche aprire ai carburanti alternativi.

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