E’ partito il toto-nomi per la giunta di Decaro. Chi andrà a comporre la squadra che governerà in Puglia fino al 2030? L’ufficialità dovrebbe arrivare dopo Natale, ma circolano già diverse indiscrezion
Le trattative per la formazione della nuova squadra di governo di Decaro non sono iniziate, ma sottraccia circolano già diversi nomi che ambiscono a un ruolo nella nuova giunta. Come al solito, l’elefante nella stanza è Michele Emiliano: l’ex governatore accetterà di fare “soltanto” l’assessore?
LE LUNGHE TEMPISTICHE DEL 2020
Nel 2020 la proclamazione del presidente e dei consiglieri avvenne a distanza di 40 giorni dalle elezioni: qualora si ripetesse una situazione simile, si dovrebbe attendere fino alla prima settimana di gennaio 2026 per l’insediamento.
Intanto il nuovo presidente della Regione Puglia cerca di avvantaggiarsi studiando dossier, criticità e preparando il terreno futuro. Il nodo centrale rimane la Sanità, che probabilmente andrà a un tecnico.
LA SPARTIZIONE DEGLI ASSESSORATI
Saranno dieci gli assessori da nominare: metà uomini e metà donne. Otto i posti da assegnare ai consiglieri eletti e due a personalità esterne al Consiglio, bilanciando poi il tutto per rappresentare tutte le province all’interno della giunta.
Il Pd ambirebbe a cinque assessorati dopo il sorprendente risultato elettorale. Un assessorato andrebbe alla lista Decaro presidente e i restanti alla civica Per la Puglia e ai 5 Stelle. Per i tecnici esterni al momento l’unico nome in ballo è quello del governatore uscente Michele Emiliano, ancora indeciso se rientrare o meno in magistratura. Smentita l’ipotesi di Angela Barbanente, ex assessora all’Urbanistica nella giunta Vendola, come seconda opzione esterna.
I NOMI SICURI
Tra i nomi dem, è praticamente sicuro di un posto in giunta è Francesco Paolicelli, recordman di preferenze con 33.117 voti e fedelissimo di Decaro e suo vicecapo di Gabinetto al Comune di Bari. Per lui si aprirebbero le porta delle Attività produttive o dell’Agricoltura, nel caso pronto l’assessore uscente Donato Pentassuglia. Viceversa, per quest’ultimo si riaprirebbero le porte della Sanità, dove è già stato durante il secondo mandato di Nichi Vendola, o quelle della presidenza del Consiglio regionale. Decariano della prima ora è già stato assessore alla Sanità: un vero veterano della politica regionale, ormai alla quinta legislatura, e il più anziano degli eletti.
Come new entry in Consiglio regionale è dato per certo anche Stefano Minerva, forte dei suoi 32mila voti, così come il brindisino Antonio Matarrelli altro recordman del Pd.
I PAPABILI DELLE CIVICHE DI CENTROSINISTRA
Nella lista Decaro presidente figurano invece diversi nomi alla prima esperienza politica. Non è il caso di Graziamaria Starace, già vicesindaca di Vieste, e tra i papabili per un posto in giunta.
Più difficile lo scenaro che vedrebbe il medico della Asl di Bari Felice Spaccavento verso la Sanità, qualche chance per Silvia Miglietta, ex vice sindaca di Lecce, vicina all’ex sindaco Carlo Salvemini, mentree Da “Per” si potrebbe pescare Sebastiano Leo.
GLI ALTRI NOM
Nei Cinquestelle in pole la foggiana Rosa Barone, la tarantina Annagrazia Angolano e la poligynanese Maria La Ghezza.
Per i due tecnici è possibile che Decaro guardi all’escluso ed ex assessore al Bilancio Fabiano Amati a cui non sono bastati gli 8.161 voti e uno di Avs, con cui Decaro non vuole rompere. Angela Barbanente, definita da Decaro «un faro per la tutela del territorio», professoressa e architetto già assessora all’Urbanistica durante la presidenza di Nichi Vendola era un nome spendibile, ma la sua candidatura è stata smentita, sebbene avrebbe potuto risolvere anche il problema della ricucitura dello strappo post-voto con Alleanza Verdi e Sinistra.
In quota Pd potrebbero entrare in Giunta anche Elisabetta Vaccarella, Raffaele Piemontese, Sebastiano Leo (eletto con la civica “Per la Puglia”) insieme a Debora Ciliento e Loredana Capone.
COSA FARÀ EMILIANO?
Al predecessore di Decaro, figura ingombrante anche in questa legislatura, potrebbe essere offerto un incarico ponte e “light” che lo traghetti verso le elezioni politiche del 2027. In alternativa potrebbe essere valutato un incarico ad hoc in tema di grandi crisi industriali per garantire il collegamento e la continuità con il governo centrale nella gestione del dossier sull’ex Ilva.
In questo modo Emiliano andrebbe ad occupare la seconda casella esterna in Giunta, sempre che non decida di tornare a fare il magistrato.

