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Quali sono i migliori ospedali d’Italia secondo Agenas

L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas) ha presentato al ministero della Salute i dati che riguardano l’attività ospedaliera erogata nel 2024. Nel Piano nazionale esiti 2025 (Pne) sono stati monitorati 1.117 ospedali pubblici e privati. Quello che emerge è una forte disuguaglianza tra Nord e Sud del Paese ma con un miglioramento dell’assistenza

Nel Programma nazionale esiti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) viene rappresentato un quadro in chiaro-scuro dell’assistenza ospedaliera italiana. Promozione piena per due strutture, in Piemonte e Veneto, più criticità in Campania e Sicilia

L’INDAGINE

Il rapporto valuta 1.117 strutture ospedaliere, pubbliche e private, sulla base di 218 indicatori di cui 189 relativi all’assistenza ospedaliera e 29 relativi all’assistenza territoriale (ospedalizzazione evitabile, esiti a lungo termine e accessi impropri in Pronto Soccorso). Le aree cliniche considerate sono 8: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia. Gli standard di qualità sono classificati in: alto/molto alto, medio, basso/molto basso.

GLI OSPEDALI MIGLIORI

Dall’analisi emerge che sono 15 le strutture ospedaliere al top. Si tratta di quelle che valutate su almeno 6 aree cliniche su 8 hanno raggiunto nel 2024 un livello ‘alto’ o ‘molto alto’. Solo due registrano la massima valutazione considerando tutte e 8 le aree indicate: l’Ospedale di Savigliano in Piemonte e l’Ospedale di Mestre in Veneto. Gli ospedali con i livelli qualitativi più alti si concentrano soprattutto in Lombardia (con 5 strutture di livello alto/molto alto), Veneto (3) ed Emilia Romagna (2), mentre l’unica regione meridionale presente è la Campania con l’Azienda ospedaliera Federico II di Napoli (livello alto/molto alto con una valutazione di 7 aree su 8). Le strutture che ottengono livelli di valutazione alti/molto alti su tutte le aree valutate sono di poco superiori al 10%, pari a 189 strutture.

I RIMANDATI

198 strutture sono state rimandate a un ulteriore processo di revisione tramite audit. Si trovano soprattutto al sud, in Campania (51), Sicilia (43), nel Lazio (19), in Puglia (19), in Lombardia (14), in Calabria (11), in Sardegna (10), in Piemonte (7), in Abruzzo (5), in Basilicata (5), Liguria (3), in Veneto (2), nelle Marche (2), Toscana (2), Molise (1), Friuli Venezia Giulia (1), P.A. Bolzano (1), Emilia Romagna (1). Zero in Valle d’Aosta, nella Provincia autonoma di Trento e in Umbria. lo scorso anno erano 239.

COSA MIGLIORA

Nella Chirurgia oncologica emerge che il trattamento del tumore del seno è “in forte miglioramento”: la casistica trattata in strutture ad alto volume è passata dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024. Miglioramenti anche nella concentrazione degli interventi in strutture ad alto volume per tumore del colon (dal 69% al 73%), prostata (dal 63% all’82%), polmone (dal 69% all’83%) e pancreas (dal 38% al 54%, ma con livelli critici nelle regioni del Sud e nelle Isole). Bene anche la tempestività dei trattamenti con l’angioplastica coronarica per infarto entro 90 minuti che sale al 63% (era 57% nel 2020), ma con valori peggiori al Sud.

DIVARIO TRA NORD E SUD

Rimane il divario tra Nord e Sud che coinvolge il numero di casi di chirurgia oncologica di pancreas e retto, la tempestività di accesso a procedure salvavita e l’appropriatezza clinica in area materno-infantile. Migliorano gli esiti per le operazioni al femore negli over 65 entro le 48 ore e diminuiscono i parti cesarei (dal 25% nel 2015 al 22% nel 2024, ma con forti differenze Nord-Sud) ma sempre con forti differenze tra Settentrione e Mezzogiorno. Per quanto riguarda gli esiti da intervento, per il Bypass aortocoronarico isolato il valore medio della mortalità a 30 giorni scende all’1,5%. Per gli interventi su valvole cardiache scende al 2%, ma con criticità in Calabria, Campania e Puglia.

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