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Quanto ci costano le pensioni?
In Italia ci sono circa 16 milioni di pensionati, di cui 8,3 milioni donne e 7,7 uomini, ai quali sono stati destinati trattamenti per un importo lordo complessivo di 312 miliardi. L’INPS propone tre opzioni per andare in pensione prima: il ricalcolo tutto contributivo, la penalizzazione del 3% solo sulla quota retributiva, l’incasso in due tempi a distanza di quattro anni. Quanto costerebbero al Paese?
Dalla fotografia scattata dall’Inps si può notare che i trattamenti previdenziali assorbono il 92% della spesa, mentre quelli assistenziali (prestazioni agli invalidi civili e le pensioni e gli assegni sociali) il restante 8%. Complessivamente il costo per prestazioni previdenziali nel 2021 ha raggiunto i 312 miliardi. La voce che incide maggiormente sulle uscite è quella delle pensioni di anzianità/anticipate (il 56% del totale), seguita dalle pensioni di vecchiaia (il 18%) e dalle pensioni ai superstiti (14%). Le prestazioni agli invalidi civili rappresentano il 7% del totale e le altre due voci (pensioni di invalidità e pensioni e assegni sociali), rispettivamente, il 4% e il 2%.
Circa 16 milioni di pensionati, di cui 8,3 milioni donne e 7,7 uomini, ai quali sono stati destinati trattamenti per un importo lordo complessivo di 312 miliardi.
Dal rapporto annuale dell’Inps emerge che nel 2021 sono stati erogati 20,8 milioni trattamenti previdenziali mentre i pensionati hanno raggiunto quota 16 milioni (15,5 milioni quelli con pensione liquidata dall’Istituto). Pertanto, c’è una fetta non trascurabile di soggetti che riceve più di una prestazione (20% degli uomini e 33% delle donne).
IL SISTEMA REGGE?
Dal primo gennaio 2023 la possibilità di uscita sarà limitata ai requisiti ordinari introdotti dalla legge Fornero del 2012, mai cancellata. E quindi: a 67 anni con 20 di contributi (pensione di vecchiaia) o con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne, pensione anticipata). Quota 100 è terminata il 31 dicembre 2021 (62+38). Quota 102 terminerà il 31 dicembre di quest’anno (64+38). L’INPS nel report ha calcolato il costo di tre possibili alternative.
L’opzione “al calcolo contributivo” (uscita con 64 anni d’età e almeno 35 di versamenti a condizione di aver maturato un trattamento pari 2,2 volte l’assegno sociale) impatterebbe sui conti pubblici per quasi 900 milioni il primo anno e arriverebbe ad assorbire quasi 3,8 miliardi nel 2029. L’uscita anticipata, sempre con 64 anni d’età e almeno 35 di contributi ma con un penalizzazione del 3% della pensione retributiva per ogni anno d’anticipo rispetto alla soglia di vecchiaia, costerebbe poco meno di un miliardo il primo anno e salirebbe fino a 5 miliardi nel 2029. Mentre con la cosiddetta “proposta Tridico” (anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni d’età e con 20 anni di contribuzione per poi recuperare la fetta retributiva al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia) la spesa aggiuntiva si fermerebbe a 500 milioni il primo anno e supererebbe di poco i 2,5 miliardi nel 2029.