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Rai e Gaia-X, cosa fa la Tv di Stato tra le nuvole del Cloud

Rai Censura

“Una trasformazione digitale oltre i confini nazionali”, così dalla Rai commentano l’adesione a Gaia-X,

Anche la Rai aderito al progetto Gaia-X, lanciato al Digital Summit del 2019, che si propone di costruire una comune infrastruttura europea di “Cloud e dati”, basata su un sistema di regole chiare di sicurezza, interoperabilità e sovranità digitale.

COS’È GAIA-X E COME MAI INTERESSA ALLA RAI

Il progetto, fortemente voluto dal ministero dell’Economia tedesco e dal governo di Angela Merkel per contrastare lo strapotere delle Big del Tech statunitensi e asiatiche, conta già oltre 850 membri e 450 organizzazioni fra operatori internazionali specializzati nella fornitura di servizi Cloud e organizzazioni no-profit e accademiche interessate allo sviluppo delle reti Cloud. Il consorzio europeo si pone l’obiettivo di creare una data strategy nella quale l’Europa possa esercitare la propria data sovereignty senza dipendere da altri soggetti, realizzando un’infrastruttura Cloud e un ecosistema di dati e applicazioni, in cui gli Stati membri non si limitano a scambiarsi informazioni, ma governeranno l’intero processo di trasformazione digitale. Basata su standard esistenti e tecnologia open source, GAIA-X si pone infatti come un’infrastruttura di dati ed ecosistemi che punta ad abilitare servizi innovativi, aperti, coerenti, di qualità garantita e facili da usare.

Con la partecipazione a Gaia-X la Rai si apre  a nuove prospettive di sviluppo industriale anche attraverso sinergie e scelte tecnologiche evolutive secondo principi europei condivisi. “Una trasformazione digitale oltre i confini nazionali”, commentano dalla TV di Stato l’adesione al Cloud del Vecchio continente, sottolineando l’intenzione di rafforzare il proprio posizionamento nei nuovi media come servizio pubblico.

La presenza dell’azienda di servizio pubblico nella governance della iniziativa Gaia-X è ritenuta dai vertici di Viale Mazzini “essenziale per garantire l’identificazione e l’introduzione di importanti requisiti legati alla gestione di applicazioni tipiche dell’ambiente radiotelevisivo, anche finalizzate alla efficacia della distribuzione dei contenuti audio/video di servizio pubblico in modalità Live & Video on Demand nella prima rete Cloud europea”.

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