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Rc Auto, Ivass alle compagnie: “Col covid auto ferme, ridare di più”

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Secondo i calcoli dell’Ivass, a fronte di circa 2,2 miliardi di risparmi ottenuti dalle compagnie assicurative grazie alle limitazioni nella circolazione durante l’anno pandemico, le restituzioni sfiorano appena gli 800 milioni di euro

Lockdown, auto ferme nel garage per mesi, zero sinistri. E i profitti per le compagnie sono prevedibilmente rimasti inalterati. Nel 2020, ha illustrato Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass, anche grazie alle limitazioni alla circolazione “i profitti delle assicurazioni italiane sono rimasti pressoché stabili” e il RoE medio si è attestato “all’11,6% dal 12,3% nel 2019” e “nel settore Danni i profitti sono cresciuti del 45%, grazie al comparto della Responsabilità civile auto. Nei rami diversi dalla Rca, premi, oneri per sinistri e utili sono rimasti nel complesso in linea con quelli dell’anno precedente. Nel ramo auto, i premi sono diminuiti del 5,5% ma gli oneri relativi ai sinistri sono calati quasi del 20%, riflettendo la riduzione degli incidenti stradali determinata dalle restrizioni alla circolazione”, ha ricordato il numero 1 dell’Ivass.

Le Rc Auto hanno insomma beneficiato dello stop ai veicoli, ma solo “alcune compagnie hanno riconosciuto, su base volontaria, forme di ristoro ai propri assicurati. Non tutte, e non tutte allo stesso modo o nella stessa misura. Ora che le limitazioni alla mobilità sono quasi del tutto rientrate, i ritardatari dovrebbero riesaminare urgentemente la questione”, ha sottolineato Signorini nel corso delle sue considerazioni sull’attività svolta nel 2020 dall’autorità di vigilanza. “I consumatori – ha auspicato – potranno intanto informarsi e valutare i comportamenti delle compagnie”.

Secondo i calcoli dell’Ivass, a fronte di circa 2,2 miliardi di risparmi ottenuti dalle compagnie assicurative grazie alle limitazioni nella circolazione durante l’anno pandemico, le restituzioni previste a regime sono quantificate in appena circa 800 milioni di euro, con forti differenze nei comportamenti, spiegano dall’autorità, con compagnie che hanno previsto più della loro quota di mercato, chi in linea con questa e chi ha fatto molto meno.

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