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Recovery Plan, gli incontri di Conte per un Natale sereno

Recovery Plan Conte

Il premier Conte ha incontrato ieri M5s e Pd, oggi tocca a Iv e Leu. Obiettivo: mettere tutti d’accordo sui contenuti e sulla governance del Recovery Plan (e scongiurare una crisi di governo in tempo di Covid)

S’intravede forse una tregua di Natale. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intende calmare gli animi e mostrarsi aperto a collaborare e ascoltare, proprio come gli ha chiesto il leader di Italia viva, Matteo Renzi. Ieri, infatti, ha incontrato il Movimento 5 Stelle e il Pd e oggi è il turno di IV e Leu.

Il premier ha presentato una nuova bozza del Recovery Plan – redatta da Palazzo Chigi ma aperta a eventuali modifiche purché dopo gli incontri il risultato sia un progetto condiviso sia sui contenuti che sulla governance.

COME VERRANNO DESTINATI I FONDI

Conte ha spiegato, come scrive Repubblica, che le risorse verranno così suddivise: “Il 60% sarà dedicato alla transizione verde e digitale, il 40% a scuola, istruzione e ricerca, parità di genere, coesione territoriale, e salute”. Proprio per la sanità ha aggiunto che “non ci sono solo i fondi diretti, ma anche progetti trasversali”. Un altro pilastro del Piano sarà la riforma della giustizia.

I TEMPI

Il premier si è quindi mostrato aperto al confronto ma ha anche ricordato che il tempo stringe perché “arrivare in Cdm oltre il periodo tra il 26 e il 31 dicembre sarebbe un pessimo segnale”.

PER ITALIA VIVA QUALCOSA È CAMBIATO

La nuova strategia adottata dal premier sembra piacere anche a Italia Viva che, attraverso il capogruppo in Senato, Ettore Rosato, ha dichiarato: “Ieri sera qualcosa è cambiato. Il presidente del Consiglio ha ripreso in parte alcune questioni che avevamo posto”. Gli fa eco Renzi che a proposito di rimpasto dice che Conte lo ha escluso così come Iv escluderebbe un governo con la destra. La soddisfazione del partito del senatore di Scandicci è dovuta alla conferma da parte di Conte sul fatto che – come riporta Agi – il Recovery Plan “recepirà le indicazioni del Parlamento” e “che non ci sarà una struttura centralizzata invasiva”.

IL COMPROMESSO DI CONTE

Tra le ipotesi prese in considerazione dal premier sulla gestione del Recovery Plan, infatti, c’è quella di far passare i progetti per il Consiglio dei ministri e affidare la parte esecutiva a un comitato composto da un ministro per ogni partito di maggioranza. La task force non è esclusa perché, come ha ricordato Conte, “ci servirà uno strumento di monitoraggio, ce lo chiede la Ue” – ma potrebbe avere meno poteri di quelli precedentemente ipotizzati ed essere composta più da ‘tecnici’ dei ministeri che da manager.

SU COSA NON VUOLE CEDERE CONTE

Nonostante questa apertura sulla governance del Recovery Plan, Conte non sembra invece disposto a cedere – riporta il Corriere della Sera – sulle altre richieste di Renzi: “sul Mes ha le mani legate dai Cinque Stelle” e “sulla delega ai servizi segreti non vuole cedere perché verrebbe depotenziato”.

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