Le politica non va in ferie: oltre 17 milioni di elettori pronti al voto in uno “spezzatino” elettorale tra fine settembre e novembre. Ecco chi potrebbe candidarsi in Calabria, Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto e quando si voterà
Per le ferie agostane saranno fermi i lavori parlamentari, ma la politica si prepara già alla scadenza delle regionali. Delle sette regioni coinvolte tre sono governate dal centrodestra (Calabria, Marche e Veneto), tre dal centrosinistra (Toscana, Campania e Puglia), più il caso della Valle d’Aosta guidata dagli autonomisti (col sostegno del centrosinistra).
Ma la battaglia, per il momento, è tutta interna alle coalizioni, con i due fronti che cercano di sciogliere il nodo sulle candidature.
DOVE E QUANDO SI VOTERÀ
Il calendario del voto autunnale in Calabria, Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto sarà distribuito nell’arco di diversi weekend. Oltre 17 milioni di cittadini saranno chiamati alle urne per scegliere il nuovo Presidente di Regione e i rispettivi Consigli.
Si parte in Valle d’Aosta e Marche il 28 e 29 settembre, a seguire tocca a Calabria e Toscana mentre non sono state ancora decise le date delle elezioni in Veneto, Campania e Puglia. Di certo entro il 23 novembre, ma è chiaro adesso che si tratterà di uno “spezzatino” di date, come lo ha definito Bonelli di Avs, e non di un election day vero e proprio.
CALABRIA: OCCHIUTO RILANCIA, A SINISTRA PALLA AD AVS O M5S
La Calabria andrà al voto il 5 e 6 ottobre. Si ricandida Roberto Occhiuto di Forza Italia: dimessosi in seguito al coinvolgimento in un’inchiesta su un possibile caso di corruzione, ha annunciato la sua ricandidatura nello stesso giorno.
Nell’opposizione si cerca un nome da schierare. Tra i papabili del campo largo emerge Pasquale Tridico del M5S (primo partito nel 2022), che però dovrebbe rinunciare al seggio a Bruxelles, e Mimmo Lucano di Avs, con il Pd che potrebbe decidere di passare la mano agli alleati. In caso contrario, invece, sarebbe pronto il coordinatore regionale Giuseppe Falcomatà.
CAMPANIA: NO AL TERZO MANDATO DE LUCA
Probabilmente in Campania si voterà a metà novembre. Vincenzo De Luca è giunto al termine del suo secondo mandato consecutivo e non si potrà ricandidare.
Il Consiglio regionale nel 2023 aveva rimosso il limite dei due mandati per consentirgli di correre una terza volta, ma la Corte Costituzionale ha annullato quella legge sbarrandogli la strada.
Il Pd non ha ancora scelto con chi sostituirlo ma si parla da tempo della possibile candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico, esponente del Movimento 5 Stelle.
Per il centrodestra, invece, il nome più quotato è di Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), viceministro degli Esteri originario della Campania che ha confermato la sua disponibilità, pur lasciando ai vertici nazionali la valutazione finale. Non si esclude la candidatura di un tecnico come il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che Cirielli stesso ha citato come ottimo nome, sebbene lo stesso Piantedosi abbia manifestato scarso interesse a candidarsi.
MARCHE: ACQUAROLI VS RICCI
Le Marche saranno le prime in questo ciclo elettorale, con il voto previsto fissato al 28 e 29 settembre.
Per la Regione si è ricandidato l’uscente Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia. Dal lato opposto, il centrosinistra schiera Matteo Ricci del Pd, già sindaco di Pesaro per due mandati e attualmente eurodeputato da giugno 2024 con 52 mila preferenze solo nelle Marche.
La sua candidatura ha vissuto attimi incerti per via della vicenda giudiziaria che lo ha sfiorato, ma alla fine ha raccolto il sostegno di Movimento 5 Stelle, Italia Viva/Azione, liste civiche di centrosinistra marchigiane, AVS e Pd. Si delinea quindi un duello diretto: da una parte Acquaroli e la coalizione di centrodestra con Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia e possibili liste civiche di area e dall’altra Ricci sostenuto dal campo largo progressista con Pd-M5SIV/Azione-AVS e civiche.
PUGLIA: DECARO AL POSTO DI EMILIANO
In Puglia, il presidente uscente Michele Emiliano, in carica dal 2015 e rieletto nel 2020 col sostegno del centrosinistra, non si ricandiderà come presidente. Per il momento è in corso una riflessione tra Pd e M5S riguardo alla sua candidatura come semplice consigliere regionale.
Il suo possibile sostituto è Antonio Decaro, ex sindaco di Bari dal 2014 al 2023, attualmente parlamentare europeo con 500 mila preferenze in tutta l’Italia meridionale, di cui una buona fetta in Puglia.
Emiliano ha inizialmente indicato Decaro come il suo naturale successore, ma non mancano le frizioni tra i due.
La Puglia non vede un presidente di centrodestra dal 2005. Dopo la vittoria di Raffaele Fitto nel 2000, ci sono stati due mandati di Nichi Vendola (centrosinistra) e due di Emiliano. Al momento è emerso il nome di Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, attuale viceministro della Giustizia, moderato, radicato nel capoluogo. La sua candidatura sarebbe caldeggiata da FI. Lui “non conferma né smentisce” la disponibilità. Per FdI si è parlato della senatrice Isabella Rauti, moglie di Fitto, o di un tecnico vicino a Meloni, ma per adesso non c’è nulla di ufficiale.
TOSCANA: GIANI UFFICIALE, A DESTRA ANCORA SI DECIDE
In Toscana si voterà domenica 12 e lunedì 13 ottobre. Sarà la seconda regione ad andare al voto nell’autunno 2025.
Si ricandiderà per un possibile secondo mandato Eugenio Giani, eletto in quota Pd nel 2020. Giani ha il sostegno del Movimento 5 Stelle che ha votato se sostenere o meno il governatore della Toscana tramite una consultazione online tra i propri iscritti, Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e altre forze progressiste. Lo stesso Giani ha annunciato che ci saranno in appoggio una lista civica del Presidente e il coinvolgimento di Azione, Italia Viva e +Europa.
Sull’altro fronte, nessun presidente di centrodestra ha mai guidato la regione. Emerge la candidatura di Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia esponente di Fratelli d’Italia, rieletto sindaco nel 2022, uno dei preferiti del responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. Forza Italia ha proposto di svolgere delle primarie del centrodestra per scegliere il candidato, segnalando anche la propria disponibilità. Mentre la Lega ha nominato il generale Roberto Vannacci come responsabile della campagna elettorale in Toscana, nel tentativo di rafforzare la presenza leghista in regione.
VALLE D’AOSTA: UN CASO A SE’
La regione autonoma a statuto speciale della Valle d’Aosta andrà al voto domenica 28 settembre 2025. La situazione politica qui è diversa e non si può parlare di destra e sinistra. Attualmente è governata da una maggioranza autonomista-progressista guidata dall’Union Valdôtaine (UV) insieme ad altri movimenti autonomisti e al Pd, con Renzo Testolin (UV) presidente dal 2023.
In Consiglio Valle siedono anche rappresentanti di partiti nazionali come la Lega (che nel 2020 fu il partito più votato) e Fratelli d’Italia, così come della sinistra e dei 5 Stelle. È probabile che dopo il voto 2025 si assisterà a trattative tra un’area autonomista-moderata (UV e alleati centristi) e un’area autonomista-progressista (UVP, Alpe, PD e altri), mentre la Lega e la destra nazionali tenteranno di inserirsi come alternativa.
VENETO: ZAIA LASCIA IL POSTO
Non si potrà ricandidare il governatore del Veneto Luca Zaia, dopo 15 anni di governo. Eletto Presidente nel 2010, 2015 e 2020, la sua uscita di scena con un gradimento al 66% secondo l’ultimo Governance Poll, ha aperto un vuoto e una contesa su chi dovrà raccoglierne l’eredità tra Lega e Fratelli d’Italia.
Salvini rivendica la forte presenza della Lega nella regione con 11 mila iscritti e 160 sindaci e dall’altro lato, Fratelli d’Italia propone Luca De Carlo (senatore e presidente della Commissione Agricoltura) e l’eurodeputata Elena Donazzan, ex assessore regionale. Forza Italia potrebbe puntare sull’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, ora europarlamentare forzista, figura nota e moderata. Non si esclude la ricerca di un candidato civico legato alla popolare Lista Zaia. La trattativa nazionale tra i partiti della coalizione è in corso.
Sull’altro fronte, il centrosinistra ha già avviato la campagna elettorale con il suo candidato: Giovanni Manildo, avvocato ed ex sindaco Pd di Treviso, sostenuto dal Pd, M5S e altre liste progressiste. Il suo nome è emerso dopo che era stato ventilato quello del microbiologo e senatore Andrea Crisanti.