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Regionali Toscana, Avs e il “listone” civico agitano Giani

Nella coalizione di Giani tengono banco due questioni: l’accordo Pd e M5S, con i malumori di Avs che è stato escluso dal tavolo di coalizione, e i dubbi sul “listone civico”, una “tenda riformista” senza simboli per abbattere lo sbarramento al 3%, ma sulla quale al momento non c’è accordo

C’è agitazione all’interno della coalizione che sosterrà il governatore uscente Giani alle prossime regionali del 12 ottobre.

Si auspica unione per battere il centrodestra ma le divisioni emergono, soprattutto dopo l’incontro tra Pd e M5S da cui è stato escluso l’alleato Avs e sul tema del “listone” civico che metta insieme moderati e riformisti.

L’INCONTRO PD-M5S

L’incontro che ha irritato i rappresentanti locali del partito di Fratoianni e Bonelli si sarebbe svolto mercoledì 13 agosto tra Igor Taruffi, braccio destro di Elly Schlein, e Paola Taverna, vicepresidente del M5S.

Un tavolo che aveva auspicato anche Conte, nel giorno in cui aveva indetto la votazione online per sostenere o meno Giani.

L’esito atteso è un accordo di governo in forma scritta tra Pd e M5S, da presentare anche alla stampa e che entrambe le parti definiscono “costruttivo”. Al centro del bilaterale tra i due alleati sanità, ambiente, lavoro sicuro, acqua pubblica e legalità.

Ma dall’appuntamento è stato di fatto escluso il terzo alleato Avs, che non ha gradito.

AVS ESCLUSO DAL TAVOLO DI COALIZIONE

Il segretario regionale di Sinistra Italiana Dario Danti, anima di Avs, ha commentato così l’incontro Pd-M5S: “È inaccettabile che si firmino accordi bilaterali tra gli alleati. Non esistono alleati di Serie A e alleati di serie B”, ribadendo che il tavolo di coalizione serve, ma solo se insieme.

Anche perché il tempo stringe: il centrosinistra ha tre settimane di tempo per scrivere il programma, presentare le liste e scegliere i candidati. “Avs è una forza politica che ha dignità, peso elettorale e istituzionale e pretendiamo rispetto. Vogliamo essere parte attiva di tutto il programma”, prosegue Danti.

IL CASO DEI MODERATI: LISTONE UNICO O CIVICI DA UN PARTE E PARTITI DALL’ALTRA?

C’è poi il caso dei moderati, che scuote gli equilibri al centro della coalizione. Le forze del gruppo “Avanti” (Azione, +Europa, Socialisti e Repubblicani) potrebbero disertare l’incontro indetto per oggi dal presidente Giani che ha come obiettivo quello di trovare una soluzione definitiva sulla lista civica.

La questione è se riunire civici e riformisti in un’unica lista o fare due liste, una civica e una partitica, con Italia Viva che correrebbe da sola.

La querelle si è complicata con le dichiarazioni a Repubblica del commissario toscano di IV Francesco Bonifazi, che ha invitato i centristi di Avanti nell’ala riformista di Renzi, suscitando l’irritazione delle varie anime all’interno del gruppo.

La questione riguarda anche i profili dei candidati: le proposte di Bonifazi sono Stefano Scaramelli, Stefania Saccardi e Francesco Casini, nomi che da soli potrebbero scalare la lista unica, saturandola di eletti “in quota Renzi”. Ma d’altro canto un’Italia Viva che corre da sola con il proprio simbolo difficilmente verrebbe digerita dai 5S.

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