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Alberto Stefani

Regionali Veneto, chi è Alberto Stefani, l’enfant prodige della Lega candidato alla presidenza

“La nostra non è soltanto una sfida generazionale. La nostra deve essere una rivoluzione di stile, di chi non prova odio”: così il giovane Alberto Stefani, candidato del centrodestra alle regionali in Veneto, infiamma la platea del Pala Geox di Padova e lancia la sua campagna elettorale, dopo gli interventi di Salvini e Zaia. Ecco chi è il 33enne veneto ed enfant prodige della Lega

Il 15 ottobre al Pala Geox di Padova, Luca Zaia, oltre ad annunciare di essere capolista in tutte le province alle regionali, ha lanciato la campagna elettorale di Alberto Stefani come candidato di centrodestra per le Regionali in Veneto.

La scelta è ricaduta su un profilo giovane, leghista e soprattuto veneto, in continuità con il presidente Zaia. Stefani verrà sostenuto da FdI, FI e Noi Moderati. Alla presentazione c’erano anche il vicepremier e segretario federale della Lega, Matteo Salvini, e il presidente uscente del Veneto, Luca Zaia. Assenti annunciati Fratelli d’Italia e Forza Italia.

“Noi i giovani li valorizziamo – ha evidenziato il leader del Carroccio – Avremo il presidente più giovane d’Italia, sono scaramantico, ma c’è buona possibilità che così sia”.

CHI È ALBERTO STEFANI

Classe 1992, Alberto Stefani compirà 33 anni a novembre, in piena campagna elettorale. Laureato in Giurisprudenza all’università di Padova, comincia a fare politica giovanissimo. La sua è stata un’ascesa fulminante: alle elezioni politiche del 2018 è già candidato alla Camera dei Deputati, sostenuto dalla coalizione di centro-destra in quota Lega e a 25 anni diventa il parlamentare più giovane nella storia del Carroccio. L’anno successivo viene eletto sindaco di Borgoricco, in provincia di Padova. Nell’agosto del 2023, è presidente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale.

IL NONNO COMUNISTA, L’ATTENZIONE PER IL SOCIALE

È molto legato ai nonni, uno dei quali, Aldo, orgogliosamente comunista, è stato un operaio alla Breda. Ha un’attenzione verso il sociale: è stato il primo firmatario della proposta di legge che mira a tutelare gli studenti “caregiver familiari”, che si prendono cura di un familiare durante gli studi superiori o universitari. Ha inoltre depositato interrogazioni parlamentari contro il cyberbullismo, chiedendo alla Polizia Postale il blocco delle chat misogine nate su Telegram e la rimozione dei contenuti digitali, gravemente lesivi della privacy e della reputazione di giovani ragazze, spesso minorenni.

FONDATORE DI VENETO DOMANI

Stefani è anche fondatore di “Veneto domani”, la prima scuola di formazione politica della “Liga Veneta”, con la quale promuove il dibattito su diversi temi, alcuni più vicini al movimento leghista come fisco, autonomia, imprese e lavoro e altri meno esplorati come innovazione, geopolitica, intelligenza artificiale, difesa del paesaggio e dell’ambiente.

PIÙ VENETO (E MENO VANNACCI)

“Sempre più Veneto” è il suo slogan con un programma che punta su giovani, sociale, ambiente e innovazione. Al primo posto del suo programma si sono il sociale, la cura delle persone e dei giovani in particolare: “la comunità è la risposta alla solitudine e all’isolamento”, con servizi sempre più integrati e capillari e sportelli psicologici nelle scuole. Disagio giovanile, volontariato (che in Veneto conta 720 mila persone) e contrasto alle baby gang sono gli altri punti che ha presentato Stefani.

“Il Veneto parlerà di un messaggio di continuità, di risultati che già abbiamo raggiunto” ha sostenuto al Pala Geox. “La nostra non è soltanto una sfida generazionale. La nostra deve essere una rivoluzione di stile, di chi non prova odio. Così bisogna fare politica: senza odio, senza violenza verbale a cui per troppo tempo abbiamo assistito” ha ribadito, in riferimento, con tutta probabilità, alla linea vannacciana, estranea al Dna leghista e rivelatasi pure perdente alla tornata elettorale in Toscana.

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