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IA, green e digitale: tutte le sfide che uniscono Londra e Roma

relazioni anglo-italiane

Che cosa si è detto e chi c’era alla 31ma edizione del Convegno di Pontignano sulle relazioni anglo-italiane

Si è tenuta a Siena, nella suggestiva cornice della Certosa di Pontignano (foto 2), dal 14 al 16 settembre appena trascorsi la trentunesima edizione del Convegno di Pontignano:

– la prima dopo la firma, lo scorso 27.04.2023, del memorandum d’intesa sulla cooperazione bilaterale(https://assets.publishing.service.gov.uk/…/UK-Italy_MoU…) 

– considerato il più importante appuntamento annuale nell’agenda anglo-italiana, organizzato dall’Ambasciata britannica in Italia e dal British Council, in collaborazione con l’Università di Siena ed il St. Antony’s College di Oxford. 

CHI C’ERA AL CONVEGNO DI PONTIGNANO

Presieduta da Carlo Calenda e David Willetts [foto 3, da destra a sinistra: l’Ambasciatore inglese in Italia, Lord Edward Llewellyn (in carica dal Febbraio 2022, in precedenza Ambasciatore in Francia), l’On.le Carlo Calenda (Roma, 09.04.1973, già Ministro dello Sviluppo Economico nei Governi Renzi e Gentiloni, fondatore del Partito Azione), Lord David Willetts (Birmingham, 09.03.1956, già Ministro di Stato per l’Università e la Scienza nel Governo di David Cameron)], l’edizione di quest’anno è dedicata a come ‘Adattarsi ai cambiamenti tecnologici’. 

Non tenutisi lo scorso anno a causa del decesso della Regina Elisabetta II, questi incontri costituiscono una sorta di bilaterale tra i due Paesi, nel quale vengono discussi temi di di grande rilevanza in una prospettiva non solo contingente. 

COSA SI E’ DETTO DELLE RELAZIONI ANGLO-ITALIANE

Al centro degli incontri di quest’anno vi è stata, come logico, l’Intelligenza Artificiale, ma non solo: si è parlato anche di economia e prosperità, di immigrazione e demografia, per chiudere affrontando il tema della centralità dello spazio e della collaborazione tra Italia e Regno Unito in materia di ricerca e innovazione. 

Sono stati presenti esperti in numerosi settori e autorevoli esponenti dei governi di Londra e Roma, con un’ampia rappresentanza ministeriale dalle rispettive capitali.

Le sessioni di approfondimento si sono svolte nel rispetto della Chatham House Rule (regola creata nel 1927 e perfezionata nel 1992 e nel 2002, concepita per promuovere l’apertura alla discussione anche su argomenti controversi, la quale regola afferma che: “Quando una riunione, o parte di essa, si svolge secondo la Chatham House Rule, i partecipanti sono liberi di utilizzare le informazioni ricevute, ma né l’identità né l’affiliazione dei relatori, né quella di qualsiasi altro partecipante, possono essere rivelate”, di modo che non possa essere reso pubblico il nominativo di chi ha reso una determinata dichiarazione; l’efficacia della regola si basa sulla fiducia, e talvolta richiede azioni disciplinari, come l’esclusione del partecipante che la viola dalle riunioni future) ed hanno avuto oggetto sui seguenti temi:

  • In che modo l’innovazione tecnologica può aiutarci ad affrontare le sfide demografiche e di produttività di economie mature come il Regno Unito e l’Italia?

Moderatrice: Nicol Degli Innocenti, Il Sole 24 Ore

Relatori: professoressa Simona Paravani Mellinghoff, Università di Cambridge, Facoltà di Economia; Shaun Crawford, fiduciario del Centro Internazionale della Longevità

  • Come può il settore culturale sfruttare i progressi delle tecnologie digitali per promuovere l’integrità, creare un senso di appartenenza condiviso e costruire conoscenza ed economia?

Moderatore: David Bryan CBE, direttore di Xtend (Regno Unito)

Relatore: Nevina Satta, direttore generale Sardegna Film Commission

  • La transizione verde e la sicurezza energetica: come possiamo sfruttare nel modo più efficace la potenza delle tecnologie per accelerare il passaggio al net zero?

Moderatrice: Amy Kazmin, Financial Times

Relatori: Carlo Papa, direttore, Fondazione ENEL; Marina Skrinar, direttore del Dipartimento britannico per la sicurezza energetica e il Net Zero

  • Come la tecnologia sta plasmando la rivalità tra grandi potenze?

Moderatore: Gabriele Carrer, Formiche

Relatori: dr. Paul Killworth, vice consigliere scientifico del Regno Unito per la Sicurezza Nazionale; Gen. D. Giovanni Gagliano, Stato Maggiore della Difesa, Capo del VI Reparto Sistemi C4I e Trasformazione.

Chatham House (foto 4: la sede) è un istituto politico leader a livello mondiale con la missione di aiutare i governi e le società a costruire un mondo sostenibile, sicuro, prospero e giusto.

LE DIPLOMAZIE ANGLO-ITALIANE

Nell’occasione, il quarto Pontignano Award (assegnato negli scorsi anni allo scienziato senese Rino Rappuoli di GSK Vaccines, al Presidente emerito della Repubblica e Senatore a vita Giorgio Napolitano, ed alla Professoressa Mariana Mazzuccato, è stato consegnato quest’anno all’ex-ministro della difesa britannico nel gabinetto di Boris Johnson, Ben Wallace (Londra, 15.05.1970, già Ministro della sicurezza durante gli attacchi terroristici del 2017 ed il tentato omicidio di Sergei Skripal a Salisbury avvenuto il 04.03.2018 – foto 5), in riconoscimento del suo contributo all’avanzamento delle relazioni tra Italia e Regno Unito in materia di difesa e sicurezza.

IL RUOLO DI ELISABETTA II

Con l’occasione, la Repubblica Italiana ha provveduto, in data 12 Settembre 2023, alla emissione di un francobollo celebrativo della Regina Elisabetta II (foto 1), ad un anno dalla sua scomparsa.

Il francobollo raffigura il profilo della Regina Elisabetta II in cinque epoche diverse, mentre in basso, al centro, è riportato il suo sigillo reale.

Con l’eccezione di alcuni Papi, è il primo caso in Italia di un simile riconoscimento dedicato ad una personalità straniera.

La Sovrana ha dimostrato una passione per il nostro Paese, che ha visitato quattro volte, la prima delle quali nel 1951, allorquando era ancora solo erede al trono: in quell’occasione festeggiò a Villa Adriana il suo venticinquesimo compleanno, insieme al consorte il Principe Filippo, Duca di Edimburgo.

L’emissione di uno speciale francobollo dedicato ad Elisabetta II è “un gesto molto toccante da parte dell’Italia”, ha detto l’ambasciatore britannico a Roma Lord Llewellyn, a margine della presentazione – avvenuta sempre in data 12.09.2023 – a villa Wolkonsky, della nuova indagine Swg (la sesta) riguardo alla percezione in Italia del Regno Unito.

Da essa si conferma come il sentiment degli italiani nei confronti del Regno Unito resti fortemente positivo, in particolare tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, per i quali il Regno Unito rimane al terzo posto tra i Paesi percepiti come più “vicini” in assoluto. 

ITALIANI PIU’ VICINI AL REGNO UNITO

In generale, tra tutti i Paesi europei, negli ultimi dodici mesi il Regno Unito registra l’incremento maggiore di percepita vicinanza da parte degli italiani, guadagnando 3 punti rispetto allo scorso anno, e salendo al quarto posto assoluto, dietro a Spagna, Francia e Grecia. 

Se oltre la metà degli italiani (56%) dichiara di essere stato almeno una volta nel Regno Unito, in 9 su 10 (+2% rispetto allo scorso anno) resta forte il desiderio di tornare. 

Tra quanti vi hanno trascorso almeno un anno per motivi di studio o di lavoro, poi, tre su quattro descrivono la propria esperienza come positiva. 

Tra i giovanissimi l’intenzione di recarsi nel Regno Unito è ancora maggiore e si sta rafforzando, soprattutto per turismo ma anche per lavoro e studio. 

Con un risultato senza precedenti, la totalità dei giovani tra i 18 e i 24 anni (+5% rispetto allo scorso anno) dichiara di aver preso in considerazione il Regno Unito come meta di vacanza, mentre l’83% per lavoro/affari, e l’80% per studio. 

Stabile rispetto allo scorso anno è la percentuale di italiani che sostengono che “sicuramente” visiteranno il Regno Unito in futuro: 44%, percentuale che arriva al 62% per gli italiani tra i 18 e i 24 anni. 

Del Regno Unito gli italiani apprezzano soprattutto le università e le opportunità di studio (77%, +1%), le città (76%), le opportunità di carriera (75%, +7% negli ultimi due anni), l’arte e la cultura (73%), seguite dalla natura (70%).

Nel sondaggio non sembra essere stata indagata la percezione degli italiani a fronte della situazione inglese post-Brexit.

– Leggi anche: Usa, perché i giornali liberal vogliono sostituire Kamala Harris?

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