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Rimborsi ai truffati, Augello: un gran pasticcio. E nel 2019 non arriva un soldo

Ancora stallo nel governo sui rimborsi ai risparmiatori “truffati”. L’ex senatore FdI Andrea Augello a Policy Maker: Italia rischia contenzioso e procedura d’infrazione in Ue. E tutto solo per un intento elettorale

Ancora un nulla di fatto e tensione alle stelle nel governo per il rimborso ai risparmiatori “truffati” dalle banche, quei 300mila piccoli investitori coinvolti nel crac di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, Popolare Vicenza e Veneto Banca per i quali l’esecutivo ha stanziato 525 milioni l’anno fino al 2021.

COS’È ACCADUTO IN CDM

La norma doveva essere inserita nel decreto Crescita che è stato approvato ieri sera in Consiglio dei ministri e invece non è andata così: il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, si è frapposto all’intervento in quanto l’ultima stesura – voluta dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria – modificava gli accordi presi con le associazioni dei consumatori. Elemento cui il leader M5S, riferisce AdnKronos, si sarebbe opposto fieramente auspicando però di procedere velocemente con i decreti attuativi.

IL COMMENTO DI ANDREA AUGELLO

Un cul de sac che tiene con il fiato sospeso a più livelli. “La verità è che sono stati stanziati 500 milioni sapendo che nel 2019 non sarebbero stati spesi e che sarebbero andati a coprire il deficit del 2019. E questo lo sa benissimo anche il ministro Tria” dice a Policy Maker Andrea Augello, ex senatore di Fratelli d’italia, membro della commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario della scorsa legislatura, che da tempo si occupa del caso dei risparmiatori truffati. “Ancora manca il decreto attuativo, poi occorre cambiare la legge e pubblicarla, poi esaminare le domande… È evidente che non si arriverà a nulla quest’anno”.

LA QUESTIONE ARBITRATO

C’è peraltro la questione dell’arbitrato, si può procedere a un rimborso senza passare per questa strada? “Per chi ha un reddito Isee inferiore a 35mila euro o ha acquistato oltre 100mila euro di titoli l’Ue richiede un arbitro finanziario o un giudice. La Commissione europea ammette che si possa procedere anche senza arbitro finanziario, si passa alle procedure di accertamento caso per caso. Bruxelles però sicuramente non concede che tutti siano rimborsati alla stessa percentuale: quello lo considera aiuto di Stato”.

IL RISCHIO CONTENZIOSO

Come se ne esce? “Se ne esce male perché questi problemi andrebbero affrontati e chiariti prima di scrivere le leggi – sottolinea Augello -. Bisogna capire che se si arriva a un contenzioso e addirittura a una procedura d’infrazione l’Italia si espone a una denuncia alla Corte di giustizia europea e a una possibile condanna di recupero dei soldi”. In tal caso assisteremmo a una doppia beffa per i “truffati” che andrebbero a recuperare comunque solo il 30% del loro investimento e poi “si troverebbero alla porta di casa un ufficiale giudiziario che gli richiede indietro i soldi con tanto di interessi”.

In tal caso l’esecutivo avrebbe pure un altro problema da affrontare: “Erogare delle risorse avendo un contenzioso in corso con Bruxelles richiede di trovare un dirigente statale che si esponga a un’indagine per danno erariale. Insomma, un bel pasticcio dietro cui probabilmente c’è solo un intento elettorale. Per questo non credo che andranno avanti, se lo facessero sarebbero solo degli irresponsabili”.

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