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Salario minimo e Cnel, ecco perché il governo ride e la Cgil dice no

Cnel

Arriva il primo documento del Cnel sul salario minimo. Scontro sui contratti pirata. La Cgil vota contro, la Uil si astiene

Dalle indicazioni della direttiva Ue sul salario minimo, al tasso di copertura della contrattazione collettiva che in Italia “si avvicina al 100%, di gran lunga superiore all’80%”, parametro della direttiva, fino “all’urgenza e utilità di un piano di azione nazionale”. Sono alcuni punti del primo documento, tecnico, del Cnel sul lavoro povero e il salario minimo, approvato dalla Commissione dell’informazione, con il voto contrario della Cgil e l’astensione della Uil.  A renderlo noto l’Assemblea del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, riunita  sotto la presidenza del Presidente Renato Brunetta, al quale la premier Giorgia Meloni ha dato incarico di redigere entro metà ottobre un documento di analisi e proposta sul tema.

I contenuti del documento ricalcano la memoria redatta  sul tema dal presidente Brunetta e depositata lo scorso luglio in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati nel corso di un’audizione. Seguirà la seconda parte sulle proposte, che sarà consegnata ai consiglieri entro il 6 ottobre. Il documento finale sarà discusso in assemblea il 12 ottobre.

I giornali di destra e quelli più affini al campo progressista sono unanimi nel ritenere che il documento del Cnel sia da interpretare come una bocciatura del salario minimo e che “fa felice il governo”, come scrive Repubblica.

I TRE PASSAGGI SIGNIFICATIVI DEL DOCUMENTO DEL CNEL

  • In tutti documenti approvati negli anni scorsi il Cnel, nel ribadire la complessità delle cause che concorrono all’aggravarsi del problema del lavoro povero, ha sempre sottolineato l’impossibilità di risolverlo con soluzioni semplicistiche sollecitando anzi l’importanza di una visione d’insieme di tutte le sue componenti e comunque tale da legare il tema del salario minimo alla più generale questione salariale e al nodo della produttività;
  • Il nodo della effettività dei trattamenti retributivi: l’urgenza e l’utilità di un piano di azione nazionale a sostegno del sistema della contrattazione collettiva quale risposta alla questione salariale e al nodo della produttività;
  • Per tutti questi motivi i componenti della Commissione dell’informazione sono concordi nel sottolineare, quale che sia la decisione politica in merito alla introduzione o meno nel nostro ordinamento giuridico di un salario minimo fissato per legge, l’urgenza e l’utilità di un piano di azione nazionale, nei termini fatti propri della direttiva europea in materia di salari adeguati, a sostegno di un ordinato e armonico sviluppo del sistema della contrattazione collettiva in termini di adeguamento strutturale di questa fondamentale istituzione di governo del mercato del lavoro alle trasformazioni della domanda e della offerta di lavoro e quale risposta sinergica, là dove condotta da attori qualificati e realmente rappresentativi degli interessi del mondo del lavoro, tanto alla questione salariale (per tutti i lavoratori italiani e non solo per i profili professionali collocati agli ultimi gradini della scala di classificazione economica e inquadramento giuridico del lavoro) quanto al nodo della produttività.

CNEL: 353 CONTRATTI PIRATA, LO 0,4% DEI LAVORATORI DI CUI E’ NOTO CCNL

Il documento fa il punto anche sui cosiddetti contratti pirata, tassello importante nella discussione. “I sindacati non rappresentati al Cnel nella X consiliatura – si legge nel documento – firmano 353 Contratti collettivi nazionali che coprono 54.220 lavoratori dipendenti, pari allo 0,4% dei lavoratori di cui è noto il Ccnl applicato”. Cgil, Cisl e Uil, invece, si legge ancora, “firmano 211 contratti collettivi nazionali di lavoro, che coprono 13.364.336 lavoratori dipendenti del settore privato, con eccezione di agricoltura e lavoro domestico; gli stessi rappresentano il 96,5% dei dipendenti dei quali conosciamo il contratto applicato, oppure il 92% del totale dei dipendenti tracciati nel flusso Uniemens”.

LANDINI: “ERRORE SCARICARE DOSSIER SUL CNEL. TROPPI CONTRATTI PIRATA”

“il governo ha fatto un errore nello scaricare sul Cnel che non può sostituirsi né al governo né alle parti sociali, il governo a un certo punto deve dire quello che vuole dare”, questa la posizione del segretario Cgil, spiegando che serve una legge sulla rappresentanza “perché sono troppi i contratti pirata” e di essere a favore di un salario orario minimo sotto la quale nessun contratto deve andare. “Siamo di fronte a un’emergenza salariale fondamentale e c’è un livello di precarietà incredibile” ha aggiunto Landini che con il suo sindacato sabato 7 ottobre ha indetto una manifestazione nazionale a Roma che avrà al centro anche ” il diritto al lavoro stabile e sicuro”.

LA MAGGIORANZA VALUTA PROPRIE PROPOSTE

“Stiamo valutando, come già detto, di intervenire con delle proposte di maggioranza che non siano il salario minimo garantito” tout court ma “sulla base dei rilievi che il Cnel ci fornirà nei prossimi giorni”. Così il presidente della commissione Lavoro Walter Rizzetto (FdI) replica a chi gli chiede a che punto sia il dibattito sul salario minimo.

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