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Salvata Radio Radicale, la maggioranza si spacca

La maggioranza giallo verde è tornata a dividersi questa volta sul salvataggio di Radio Radicale a favore del quale si era espresso negli ultimi giorni il vicepremier Salvini

Nelle Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera è stato approvato un emendamento al decreto Crescita del Pd (a firma Filippo Sensi e Roberto Giachetti) per “salvare” l’emittente radiofonica con un finanziamento per il 2019 di altri 3 milioni di euro.

Hanno spiegato i democratici che il testo è stato riformulato su proposta della Lega ma il governo con il viceministro dell’Economia Laura Castelli ha dato parere contrario.

Hanno votato a favore la Lega e tutti gli altri partiti, mentre il Movimento 5 Stelle ha espresso voto contrario. Ora il decreto crescita è atteso dall’Aula lunedì prossimo17 giugno e deve essere convertito in legge, dopo l’ok di Palazzo Madama, entro il 29.

COSA PREVEDE L’EMENDAMENTO SU RADIO RADICALE

L’emendamento sull’emittente radiofonica approvato prevede l’inserimento nel testo del provvedimento dell’articolo 30 bis: “Interventi a favore di imprese private nel settore radiofonico».

In base al primo comma, le imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione di interesse generale (legge 230 del 1990) mantengono il diritto dell’intero contributo previsto dalle leggi 250 del 1990 e 278 del 1991, anche in presenza di ripartizione percentuale tra gli altri aventi diritto.

Inoltre, allo scopo di favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali di questo tipo di imprese la Presidenza del Consiglio dei ministri corrisponde a queste aziende un ulteriore contributo di tre milioni di euro per quest’anno (le risorse vengono attinte dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione nell’informazione).

L’emendamento prevede, inoltre, che questo contributo “non è soggetto a riparto percentuale tra gli altri aventi diritto, e può essere riassorbito da eventuale Convenzione appositamente stipulata successivamente all’entrata in vigore della presente disposizione”. Entrambi i contributi vengono corrisposti nel limite dell’80% dei costi dell’esercizio precedente.

LA REAZIONE DEL M5S

Per i deputati M5S delle commissioni Bilancio e Finanze: “Su Radio Radicale la soluzione più equa era di finanziare la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali, fino ad una spesa massima di 1 milione di euro nel triennio, vincolandoli ad un uso pubblico. L’emendamento proposto dalle opposizioni ha disposto invece di erogare altri 3 milioni di euro nel solo 2019 ad una radio che ne riceverà già 9 quest’anno. Una scelta a cui hanno aderito tutti i partiti, compresa la Lega, e che ci ha trovato fortemente contrari”.

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