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Addio San Siro: la maratona del Consiglio e il via libera. FI se ne va dall’aula

In una seduta fiume del Consiglio comunale di Milano, iniziata alle 16.30 e terminata alle 3.50 del mattino, è stata approvata con 24 voti favorevoli e 20 contrari (tutto il centrodestra senza Forza Italia) la cessione dello stadio e la grande area intorno ad esso per 197 milioni.

La questione dello stadio Meazza andava avanti da 6 anni tra polemiche e ricorsi. Una lunga querelle che, dopo una seduta fiume in consiglio comunale, sembra aver trovato una soluzione. Inter e Milan nei prossimi mesi potranno acquistare lo stadio di San Siro, demolirlo e costruire un nuovo stadio da condividere.

Nel 2019, rispedendo al mittente la prima proposta, il sindaco Giuseppe Sala aveva provato a salvare la “Scala del calcio” ma ristrutturare sarebbe stato più oneroso che costruire ex novo e Inter e Milan rifiutarono la proposta.

Il consiglio comunale fiume ha visto il distinguo di Forza Italia i cui esponenti sono usciti dall’aula al momento del voto. “Noi non voteremo sì ma nemmeno contro, perché significherebbe condannare Milano e i milanesi” così Alessandro Sorte, coordinatore di Forza Italia in Lombardia. Una sorpresa perché Forza Italia giorni fa si era posizionata su un “no” convinto.

 

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COSA SI VOTAVA

Il Consiglio comunale di Milano era chiamato ad approvare la delibera di Giunta che prevedeva di vendere a Milan e Inter lo stadio di San Siro e le aree circostanti. Il prezzo è stato definito sulla base della valutazione dell’area data dall’Agenzia delle Entrate per 197 milioni, con un contributo promesso dal Comune per 22 milioni.

FORZA ITALIA SI SFILA

La svolta è arrivata quando Forza Italia, a inizio pomeriggio, ha annunciato che non avrebbe votato contro la delibera di vendita ai club, smarcandosi dal voto dell’opposizione di centro-destra. “La delibera presenta molte criticità e numerose lacune ma qui stiamo parlando della riqualificazione di una zona importante della città e della possibilità di consentire a Milan e Inter di avere uno stadio di proprietà” ha motivato Alessandro Sorte, coordinatore di Forza Italia in Lombardia. “Noi non voteremo sì ma nemmeno contro, perché significherebbe condannare Milano e i milanesi”.

CHI HA VOTATO SÌ ALLA DEMOLIZIONE DI SAN SIRO 

I sì arrivano da Monica Romano, consigliera del Pd considerata in bilico, mentre Marco Fumagalli, capogruppo della lista Sala ha fatto sapere che non avrebbe votato a favore della cessione. Ma l’uscita dei consiglieri forzisti è stata decisiva per far abbassare il quorum e fare spazio a un gioco di alleanze in consiglio, con Forza Italia che è andata in soccorso del Partito democratico, da solo non in grado di garantire i 25 voti necessari. Letizia Moratti, presidente della Consulta Nazionale di Forza Italia ed ex sindaco di Milano ha fatto appello allo spirito di responsabilità nei confronti dei milanesi. “Non possiamo certo ignorare i limiti di questo provvedimento, né tantomeno condividerne pienamente i contenuti ma la nostra responsabilità verso la città ci impone una scelta chiara: evitare che Milano venga paralizzata da contrapposizioni ideologiche o da calcoli politici” ha sostenuto Letizia Moratti. Al contrario, Alessandro De Chirico, consigliere di Forza Italia, è andato contro le indicazioni del suo partito, dichiarandosi “convintamente negativo”.

I NO

Dei 20 voti contrari alla vendita 7 sono della maggioranza, che si aggiungono a quelli di Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati e del consigliere di Forza Italia, Alessandro De Chirico. Non hanno partecipato al voto il capogruppo della Lista Beppe Sala Sindaco, Marco Fumagalli, che ha dichiarato la sua intenzione di dimettersi, e Manfedi Palmeri del centrodestra.

IL PROGETTO

Al posto del glorioso San Siro (che ha visto sfilare campioni del calibro di Liedholm, Ronaldo, Matthaus, Baresi, Van Basten, Gullit, Altafini, Rivera, Facchetti, Zanetti, Maldini (padre e figlio) e Ibrahimovic) ci sarà un nuovo stadio da 71.500 posti, affidato alle mani di Lord Norman Foster e di David Manica, già impegnati con la demolizione e la ricostruzione del Wembley Stadium. Ora, esposti e inchieste permettendo, si procederà di gran fretta all’ultimo atto, il rogito vero e proprio, prima che scatti il vincolo sul secondo anello il 10 novembre rendendo di fatto impossibile la demolizione del Meazza.

LE TAPPE SUCCESSIVE E IL PROGETTO: DEADLINE 10 NOVEMBRE

Il 10 novembre è la data entro cui si dovrà arrivare al rogito mentre i prossimi 40 giorni serviranno per avere il via libera delle banche e completare le pratiche per il passaggio di proprietà. Manica e “Foster + Partners”, i due studi di architettura di fama mondiale scelti da Inter e Milan, nei prossimi 12 mesi elaboreranno il progetto del nuovo stadio e i lavori inizieranno nella prima metà del 2027, con l’inaugurazione del nuovo impianto nel 2031.

IL MEAZZA DIVENTA UN MUSEO

Il Meazza invece resterebbe in piedi per concerti e altre attività e poi, tra il 2031 e il 2032, verrebbe demolito al 90% con l’eccezione dell’angolo Sud-Est, con una torre, parte della tribuna arancio e della Curva Sud che verrà trasformato in museo per raccontare la storia dello stadio e quella dei campioni che lo hanno attraversato.

I MONDIALI 2032

L’Uefa avrebbe un nuovo stadio per l’Europeo 2032, da aggiungere allo Juventus Stadium e altri impianti da definire nel 2026. Il moderno impianto avrà parcheggi, negozi, ristoranti e hotel di lusso per un investimento di circa 1,2 miliardi di euro, 700 milioni solo per la sua realizzazione. Manterrà lo schema dei due grandi anelli a memoria dello storico progetto degli anni Cinquanta, con una inclinazione studiata per garantire la visibilità ottimale da ogni settore. La struttura sarà realizzata su un podio che fungerà da accesso per i tifosi. Nei giorni in cui non ci saranno partite si aprirà per diventare una grande piazza integrata con il parco circostante.

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