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Sanità Lombardia, è scontro tra Sala e la Lega

Lombardia Sala Lega

Il sindaco di Milano critica la gestione del sistema sanitario della Lombardia in mano alla Lega. Il presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale, Emanuele Monti, smonta le proposte di Sala e difende Fontana. Sala: “Qui è tutto da rifare”. La Lega: “Il modello lombardo funziona”. Ma l’unico che beneficia del litigio è il Covid

La Lega non ammette le falle e le carenze del sistema sanitario in Lombardia e definisce “strumentale” la richiesta di un cambiamento radicale proposto dal sindaco di Milano, Beppe Sala. “Dai medici di base ai rapporti con i privati qui è tutto da rifare”, così il primo cittadino del capoluogo lombardo aveva dichiarato in una lunga intervista a Repubblica – da lì è esploso lo scontro.

LA LEGA NEGA

Il leghista e presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale, Emanuele Monti, respinge le accuse di fallimento del sistema sanitario lombardo e sostiene che la Regione avrebbe già iniziato a muoversi per potenziare la sanità territoriale. Come si legge su Repubblica, Monti ha dichiarato: “Il modello lombardo funziona e non a caso era arrivato ad accogliere tre volte i pazienti fuori regione del Veneto e due volte quelli del Lazio”.

MONTI ATTACCA SALA

“Non ha fatto altro che usare il Covid in maniera strumentale per parlare di cose che in Lombardia già ci sono. O di proposte, come il rafforzamento dei poliambulatori territoriali o la programmazione con il privato accreditato per ridurre le liste di attesa, di cui stiamo discutendo da un anno. Ha dato dei titoli a riflessioni in corso o, come nel caso di una delibera fatta da Fontana per orientare i budget dei privati verso le prestazioni più richieste dai cittadini, cose già fatte. Mi sarei aspettato che Sala chiedesse più autonomia sul fronte della ricerca, della formazione, del numero di pazienti di un medico di famiglia, tutte decisioni che dipendono da Roma”.

LA RIVOLUZIONE DI SALA (E DEL PD)

Sala, dopo aver ammesso i propri errori, ha detto che è giunto il momento di guardare al futuro e di ripensare la gestione della sanità lombarda. Secondo il sindaco, per farlo è necessario però “cambiare radicalmente” il modello di gestione finora attuato dal centrodestra, “ma non vedo alcun pensiero strategico in proposito venire fuori dalla giunta lombarda”. Sala, invece, insieme al Pd lombardo, sta lavorando a una bozza che prevede cinque punti per il rinnovamento del sistema sanitario della Regione – anche quelli che secondo Monti non sono stati affrontati.

UN’AGENZIA PER LA GESTIONE DELLA SANITÀ

La bozza tra i suoi cinque punti prevede l’istituzione di un’Agenzia per la gestione della sanità che “avrà la responsabilità di coordinare tutto il sistema e di governare anche l’offerta del privato accreditato da una posizione di forza e competenza. Inoltre, l’Agenzia potrà farsi carico di gestire gli acquisti sanitari e i concorsi per il reclutamento del personale”.

INNOVAZIONE E RICERCA

Il secondo punto evidenziato dal sindaco Pd è la necessità “di un soggetto che si occupi veramente di innovazione, ricerca, telemedicina e incrocio e valorizzazione dei big data. Anche da qui passa la sostenibilità di un vero progetto di riforma”.

IL RITORNO AI DISTRETTI

Per evitare che l’unico posto per curarsi sia l’ospedale, che deve continuare a prendersi in carico le patologie che richiedono un ricovero, per Sala, bisogna tornare ai Distretti, “punto di riferimento per una dimensione di assistiti più limitata, con luoghi fisici capaci di offrire servizi sanitari di base” e luogo “dove servizi sanitari e sociali si incontrano”.

INVESTIRE SU MEDICI DI BASE E CONSULTORI

“Bisogna investire di più su di loro, sia riducendo il numero medio dei pazienti, sia nella formazione”, il sindaco fa notare infatti che oggi a Milano l’età media dei medici di base è di 59 anni e che si trovano ad assistere in media 1400 persone. “E poi bisogna tornare a investire sui Consultori, abbiamo perso negli anni un pezzo importante della nostra sanità territoriale” ha concluso Sala spiegando il quinto e ultimo punto del programma.

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