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Sapelli: su crescita governo chieda scorporo investimenti da debito

Governo Conte

Il professor Giulio Sapelli: basta sparate di Lagarde e Moscovici ma governo chieda scorporo investimenti attività produttive dal debito. Stop a Tav e trivelle? Follia

“I tecnocrati internazionali devono fare i tecnici e non i politici”. Giulio Sapelli, storico ed economista, ha come sempre le idee ben chiare sul rispetto dei ruoli all’interno e fuori dai confini nazionali e mal digerisce le dichiarazioni del Fondo monetario internazionale contro il Reddito di cittadinanza e quelle del commissario europeo all’Economia, Pierre Moscovici, sulla politica di bilancio italiana, considerata fortemente incerta. Parole che fanno da cornice alle stime di Bruxelles sul Pil del nostro Paese, visto in calo allo 0,2 per cento nel 2019.

“LE SPARATE DI LAGARDE E MOSCOVICI”

Il Fmi dovrebbe smetterla con queste sparate e Christine Lagarde dovrebbe evitare comunicati come quello di ieri, che peraltro contraddicono le pubbicazioni del Fondo stesso in cui si parla positivamente dei provvedimenti contro la povertà” afferma Sapelli. Di sicuro il Reddito di cittadinanza crea confusione perché vuole essere uno strumento “sia per la lotta alla povertà sia a favore dell’occupazione ma quelle ieri di Lagarde così come quelle stamani di Moscovici sono dichiarazioni politiche e non tecniche”. C’è da dire che anche la Corte dei Conti, nella memoria depositata in commissione Lavoro al Senato, critica il doppio obiettivo del Reddito. Su questi temi che hanno logiche diverse, è la posizione della magistratura contabile, servono approcci diversi. Ebbene, la Corte “ha ragione ma non deve dirlo” perché non è questo il suo compito.

“ANZICHÉ PENSARE AI GILET GIALLI IL GOVERNO CHIEDA SCORPORO INVESTIMENTI IN ATTIVITÀ PRODUTTIVE DAL DEBITO”

Però non possiamo non constatare che la situazione dell’economia italiana tanto rosea non è. “Nulla di strano, siamo in recessione come annunciato dagli economisti più intelligenti già da un po’ di tempo”. Del resto, spiega Sapelli, bisogna considerare anche due fattori: “La Cina ha smesso di crescere e c’è una crisi profonda da parte delle grandi corporation americane”. Dunque la crisi è “oggettiva in una economia mondiale fondata sulle esportazioni e non sul mercato interno”. Inoltre nell’Unione europea si aggiungono le difficoltà della manifattura tedesca, ulteriore elemento che “danneggia l’export dell’Italia”.

La soluzione? “Il governo, anziché perdere tempo a incontrare i Gilet gialli e a creare problemi con Parigi, pensasse a far passare lo scorporo dal debito degli investimenti in attività produttive” taglia corto il professore della Statale di Milano che ricorda i precedenti dei governi Letta e Renzi. “Senza urlare si può chiedere di farlo: abbiamo un bravissimo ministro degli Esteri come Moavero, un bravissimo ministro degli Affari europei come Savona, c’è Tria… Si deve percorrere questa strada”.

“STOP A TRIVELLE E A TAV SONO FOLLIE. SENTO RAGIONAMENTI PRIVI DI FONDAMENTO”

Rimanendo in tema di conti pubblici, anche se il punto di partenza è quello delle politiche energetiche, si registra un accesso dibattito tra le due forze di governo, Lega e Movimento Cinque Stelle, in materia di trivelle e di Tav. “Lo stop alle trivelle è una follia, esiste già una regolamentazione perfetta per non avere problemi ambientali, tanto è vero che occorre chiedere i permessi a 20 enti diversi” chiarisce Sapelli. “A Cervia – è l’esempio offerto dall’economista – le trivelle sono in funzione da anni e non c’è mai stato un problema di inquinamento, anzi è un’importante meta turistica”. Uno stop che rischia di favorire Croazia, Albania e Montenegro. “Ovviamente sì perché i giacimenti non seguono i confini marittimi degli Stati”.

Tornando alla cassa, si tratta di decisioni che rischiano di “far perdere molti investimenti e di far pagare penali di tutto rispetto”. Senza dimenticare peraltro che “l’unica alternativa alla Tav è una ferrovia vecchia di 150 anni, pericolosissima. Infatti quest’opera era stata concepita proprio per farne a meno”. “Ciò che colpisce di più una persona come me, che ha passato tutta la vita a studiare e a insegnare – è il rammarico di Sapelli -, sono i ragionamenti privi di fondamento che accomunano le due questioni. Analisi costi-benefici? Ma dove hanno studiato questi economisti? E’ evidente che non si può fare questo tipo di analisi: i costi sono immediati, i benefici si vedono nel futuro. Come si fa a prevedere il futuro?”.

D’altro canto, se il quadro non è esattamente confortante, “bisogna anche dire le cose positive, per esempio che le ultime aste di Bot e Btp sono andate molto bene e ciò significa che i risparmiatori italiani hanno ancora fiducia”.

“NPL E STRESS TEST, DOV’È L’INDIPENDENZA DELLA BCE?”

Oltre i confini italiani, la Bce fa pressioni con le vendite degli Npl e i maxi accantonamenti che creano più di qualche difficoltà alle nostre banche. “Tempo fa i banchieri centrali parlavano una sola volta l’anno e così dovrebbero tornare a fare, anche il mio amico Draghi”. Sui crediti deteriorati, Sapelli non ha dubbi: “Occorre uniformare la regolamentazione, che è tutta diretta contro l’Italia. Per esempio, gli stress test non vengono fatti agli istituti di credito tedeschi. Quindi, dov’è l’indipendenza della Bce?”.

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