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Non solo autonomia contro premierato. Le ultime provocazioni della Lega a Fdi
Ieri un odg a firma di Massimiliano Romeo, poi modificato dal governo, prevedeva che l’Italia lavorasse “nelle competenti sedi europee” per “una concreta e tempestiva iniziativa volta a sviluppare un percorso diplomatico, al fine di perseguire una rapida soluzione del conflitto”. Oggi, in Senato, Claudio Borghi ha interrogato il ministro Schillaci sul piano pandemico nazionale. Come va il rapporto tra Lega e Fdi?
La destra di governo è compatta in sede elettorale, poi al governo si divide (ma regge la compattezza pur di onorare il voto). Il feeling tra Lega e Fratelli d’Italia (Fdi) in questa fase non è esattamente al top.
Dopo il primo ok del Senato al ddl sull’autonomia differenziata, vista come la risposta del Carroccio alla spinta del partito di Giorgia Meloni sul premierato, tra ieri e oggi si sono consumati altri due episodi che segnalano qualche attrito.
L’ODG DI ROMEO (LEGA) SULL’UCRAINA CONTRO LA LINEA PRO-KIEV DI FDI
Ieri, Massimiliano Romeo – capogruppo al Senato del partito di via Bellerio – ha presentato un ordine del giorno per chiedere che l’Italia lavorasse “nelle competenti sedi europee” per “una concreta e tempestiva iniziativa volta a sviluppare un percorso diplomatico, al fine di perseguire una rapida soluzione del conflitto”. I riferimenti della mozione guardavano anche al voto europeo e americano del 2024 per “un cambio di approccio nelle politiche” sul conflitto russo-ucraino. Di più: “anche l’opinione pubblica italiana non supporta più pienamente gli aiuti militari che il nostro Paese continua a inviare in sostegno all’esercito ucraino e auspica una soluzione pacifica e diplomatica del conflitto”, si legge nel testo di cui aveva riportato qualche stralcio il Fatto Quotidiano.
In sostanza, basta aiutare Zelensky: si chiedeva qualcosa di esattamente opposto (o comunque molto distante) dalla fedeltà pro-Kiev ribadita sin dall’inizio del governo di Giorgia Meloni. Una delle caratteristiche più apprezzate, quella appunto dell’occidentalismo fermo in politica estera mostrato sin qui dalla leader del partito post-missino.
Eppure, se inizialmente il testo leghista era appunto molto distante dalla linea di Fdi, successivamente il testo è stato altamente modificato dall’esecutivo. Sono scomparsi i virgolettati sul pensiero degli italiani, quelli sugli effetti inesistenti (diventati “parziali”) delle sanzioni europee a Mosca, quelli di Crosetto in cui il 10 gennaio esprimeva rammarichi per gli insuccessi ucraini, quelli – infine – sul rischio isolazionista americano e di mancata resistenza da parte di Kiev. Alla fine, a Palazzo Madama, è arrivato l’ok con 110 voti favorevoli e 3 contrari. Dai partiti, invece, sono state diverse le reazioni sull’accaduto. Il Pd in riflessione, Italia Viva che ha commentato come “contiana” la proposta, Fdi che valutava come personale la posizione di Romeo e Forza Italia che aveva anche aperto alla prima mozione, da una prima lettura commentata da Maurizio Gasparri.
NUOVA VICINANZA GIALLOVERDE?
Mentre, ovviamente, il M5S aveva ben visto la prima versione dell’ordine del giorno leghista, poiché in linea con il pacifismo anti-ucraino più volte espresso dal partito grillino.
Scriveva stamani sul Giornale Stefano Zurlo: “Un tweet di congratulazioni per Trump [per il successo in New Hampshire alle primarie Gop]. Poi un ordine del giorno pacifista che sposa la linea della diplomazia nella guerra fra Mosca e Kiev. Per mezza giornata, al Senato, la Lega torna di lotta e si dimentica di essere anche di governo. Anzi, a dirla tutta sembra di rivedere all’orizzonte il vecchio asse giallo-verde”.
L’INTERROGAZIONE DI BORGHI A SCHILLACI (CHE DEVIA)
Oggi pomeriggio, invece, nuovo capitolo. Siamo sempre al Senato, giorno di Question Time. Claudio Borghi interroga il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Terminata mia interrogazione al Question Time al ministro Schillaci. Confermato: la bozza del piano pandemico sarà cambiata.
Tanto vi dovevo.— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) January 25, 2024
Sono i modi ad essere sbagliati (per lo meno con me). Io sono qui al vostro servizio: mi motiva molto di più un "Claudio, hai visto queata bozza? Se fosse vera c'è modo di cambiarla? Puoi interessartene?" Rispetto a un "eccohhh torna il lockdownn hai traditohhh nontivotopiuhh" 🙄
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) January 25, 2024
“Si chiede di sapere quando sarà redatto il documento definitivo del presente piano pandemico e se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno e utile procedere a una revisione della bozza del piano 2024-2028 pubblicata da fonti giornalistiche, affinché la versione definitiva tenga conto delle conoscenze apprese dall’esperienza della pandemia da COVID-19 e si ponga quindi in discontinuità rispetto a quanto previsto dal piano 2021-2023, in particolare nei punti indicati in premessa”, ha chiesto al ministro Borghi.
“Il motivo dell’interrogazione presentata – spiegava poi – emerge infatti dalla pubblicazione delle bozze del piano pandemico. Normalmente non ci va di commentare le bozze perché esse, per definizione, non sono il documento definitivo, è però indubbio che la questione meritava un approfondimento per essere sicuri che ci sarebbero stati dei cambiamenti. La risposta alla precedente interrogazione ci rassicura”.
COSA NON TORNAVA NEL PIANO PANDEMICO
“In particolar modo vorremmo rassicurazioni, dal momento che poi le modifiche vanno viste, sul fatto che il piano non recepisca soltanto l’opinione di qualche esperto, che magari con intento autoassolutorio, era lo stesso esperto che stava nelle commissioni dell’onorevole Speranza o della senatrice Lorenzin o cose di questo tipo, che non vede l’ora di scrivere che quello che ha fatto in passato è tutto giusto. Noi non sappiamo se quello che ha fatto in passato è tutto giusto perché abbiamo una Commissione che lavorerà apposta per andare a vedere se quello che è stato fatto in passato è tutto giusto. Io credo che si troverà che quello che è stato fatto in passato è molto sbagliato.
Pertanto, partendo da questo presupposto, vorremmo sapere dal suo punto di vista, quando e se ci sarà il testo definitivo, dove in particolar modo ci saranno i cambiamenti, e se verranno recepiti all’interno di un piano che sarà un documento politico. Non può essere un documento solo tecnico perché il piano pandemico è quello che poi vincola o quantomeno guida le decisioni future del Governo”.
IL PIANO ANTI-LOCKDOWN E VACCINI DELLA LEGA (E DI FDI?)
“Quest’ultimo – chiosava Borghi – si è impegnato con i cittadini su tre punti abbastanza importanti: basta restrizioni delle libertà personali (in cambio informazione e responsabilizzazione dei cittadini), basta obblighi vaccinali (nel piano non si può dire che lo strumento principale sarà il vaccino perché non sappiamo come sarà la prossima pandemia; auspicando che non ci sarà una prossima pandemia, quando arriverà, studieremo gli strumenti più adeguati per affrontarla); coinvolgimento del Parlamento (basta DPCM o un soggetto solo che decide, in modo tale che certe decisioni siano condivise con i rappresentanti dei cittadini”.
LA RISPOSTA DI SCHILLACI
Questa, allora, la risposta del ministro. “L’obiettivo principale del piano strategico 2024-2028 è quello di proteggere la salute e la sicurezza della popolazione, garantendo il più possibile l’accesso alle cure mediche durante una improvvisa pandemia da patogeni potenzialmente non noti. Sottolineo che la bozza del piano pandemico è attualmente in discussione presso la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato-Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano ed è stata predisposta da un gruppo di lavoro che ha incluso rappresentanti di tutti gli enti interessati e previsti, oltre ad esperti. Essa è frutto di una lunga ed elaborata discussione che ha portato e sta portando a ricomprendere gran parte delle integrazioni, osservazioni e modifiche da parte degli interlocutori. Nello specifico, la bozza è ancora in fase istruttoria, attraverso riunioni con il coordinamento tecnico della commissione salute, area, prevenzione e sanità pubblica, anche al fine di adeguare il testo alle differenti osservazioni espresse dalle Regioni negli ultimi giorni.
In relazione alla governance delle varie fasi pandemiche, evidenzio che il Ministero della salute, anche su richiesta delle Regioni, sta definendo a livello nazionale e regionale ruoli, competenze e tempistiche dei soggetti coinvolti, con il coinvolgimento anche degli altri Ministeri interessati (Ministero dell’istruzione e del merito, Ministero dell’interno, Ministero dei trasporti, Ministero delle infrastrutture, Ministero delle imprese e del made in Italy, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero del turismo).
Certamente in un piano pandemico non è indispensabile citare aspetti giuridici, che esulano dallo scopo dello stesso piano. Sento in ogni caso di dover precisare che, per affrontare un patogeno ignoto con un alto o altissimo tasso di mortalità, potrebbe essere necessario adottare misure restrittive che dovranno però essere emanate solo se strettamente indispensabili, rimanere eventualmente in vigore per il tempo strettamente necessario, essere proporzionali sia alla probabilità sia all’entità dell’evento.
Rispetto alle modalità di assunzione delle decisioni in corso di pandemia, qualora non dovesse risultare sufficiente per il governo complessivo della molteplicità di interessi e di settori incisi dall’emergenza sanitaria, la scelta di uno strumento legislativo attraverso il coinvolgimento del Parlamento appare il mezzo più idoneo per garantire l’unità di indirizzo dell’azione di Governo e di bilanciamento dei molteplici interessi pubblici.
Ribadisco che il documento è ancora in fase istruttoria. Rispetto infine al tema della discontinuità, appare ultroneo rimarcare che il vecchio piano riguardava la risposta ad un’eventuale pandemia da virus influenzali A e B, mentre l’attuale piano riguarda la risposta ad una pandemia di patogeni respiratori potenzialmente ignoti.
In conclusione, vorrei che consideraste questo piano pandemico come una strategia preventiva che ora finalmente abbiamo per la protezione della nostra comunità. È progettato per mobilitare ogni risorsa e azione necessaria in proporzione alla gravità di un’eventuale emergenza, sempre con l’obiettivo supremo di preservare ciò che è più prezioso: la vita, la libertà ed il benessere di ogni cittadino italiano”.
TUTTO RISOLTO?
La risposta di Schillaci è stata gradita da Borghi, che ha commentato: “Ringrazio il signor Ministro ed accolgo con molto favore le sue parole, che in particolar modo mi hanno anticipato su un tema che avrei voluto dirle nel preambolo ma che non ho avuto tempo di esplicitare. Strideva in quella bozza la lunga digressione giuridica che, come può ben immaginare, poco c’entrava e, secondo me, poco era adatta come collocazione, anche perché sembrava una specie di pre-sentenza che, come tale, probabilmente era originata da persone o tecnici che, come ho detto in premessa, magari si volevano autoassolvere.
Per il resto, invece, mi fa molto piacere constatare la sua disponibilità al cambiamento del testo. Si ricordi ovviamente nella stesura definitiva i punti che abbiamo preso come impegno nei confronti dei nostri cittadini e che sono superiori a qualsiasi considerazione tecnica, pratica o giuridica, perché noi siamo rappresentanti dei cittadini e siamo qui apposta per fare quello che abbiamo promesso loro”.
Un’altra vittoria della Lega dopo la spinta sull’autonomia? O la risposta al cambio del testo sull’Ucraina?