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Scuola: i perché del fallimento del vertice Governo-Regioni

Scuola

A meno di venti giorni dal suono della campanella si è tenuto l’incontro tra governo e Regioni per definire il rientro a scuola. Non si è però trovato un accordo definitivo. Ecco i motivi

Si è tenuto ieri l’incontro tra governo e Regioni sulla riapertura delle scuole. Oltre alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, ai governatori delle Regioni e ai rappresentanti di Comuni (Anci) e Province (Upi), erano presenti la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, il commissario straordinario Domenico Arcuri, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Agostino Miozzo. La giornata si chiude però con una fumata nera.

I TEMI DELLA DISCORDIA

I temi su cui il governo e i governatori non hanno trovato un accordo sono i trasporti, l’uso delle mascherine e la misurazione della temperatura. I presidenti delle Regioni, insieme alla ministra De Micheli, spingono per derogare le regole di distanziamento previste dal Cts, mentre il ministro Speranza si rimette proprio al Comitato.

CAOS TRASPORTI

La distanza di un metro tra i passeggeri, prevista dal documento del Cts, viene contestata dalle Regioni perché la conseguente riduzione del 50%-60% della capienza non è sostenibile per il numero di mezzi oggi disponibili. In disaccordo con il Cts anche il governo chiede una deroga al distanziamento con tempi e modalità di filtraggio idonei. Il vicepresidente della Regione Campania e presidente della Commissione dei Trasporti, Fulvio Bonavitacola, ha proposto eventuali deroghe al metro di distanza sui bus basate sul “principio del gruppo abituale esteso ai componenti della stessa classe”. Dello stesso avviso la ministra De Micheli che propone di considerare congiunti anche i compagni di classe. Il Cts ha comunque ribadito anche altre misure come l’incremento dei mezzi per aumentare le corse, l’uso dei separatori ‘antigoccioline’, l’adozione di sistemi con filtri innovativi per un maggiore ricambio dell’aria a bordo, l’utilizzo di bus privati, una diversificazione degli orari di apertura delle scuole, e norme diverse per il trasporto urbano e quello regionale o extraurbano.

CAOS MASCHERINE

Il commissario Arcuri ha fatto sapere che è appena cominciata la distribuzione dei dispositivi di protezione e gel per le varie scuole, mentre i primi banchi verranno consegnati a partire da domani. Anche sull’obbligatorietà delle mascherine a scuola, il Cts è rimasto fermo nel sostenerne la necessità. Alcune Regioni però, guidate da Lega e centrodestra come Veneto e Liguria, protestano perché ritengono impossibile farle indossare agli alunni per tutto il tempo delle lezioni. Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, in merito ha dichiarato: “O c’è la distanza di un metro o c’è la mascherina, serve buon senso. Sarà molto difficile farla tenere a bambini da 6 e 10 anni, ma dobbiamo ridurre le chance che il virus circoli e la mascherina è sicuramente un ausilio importante quando i bambini sono vicini. Quando sono distanti a mio avviso se ne può fare a meno”. Il possibile compromesso potrebbe essere: sì alla mascherina all’ingresso e all’uscita da scuola ma no in classe con un metro di distanza. La questione è stata di fatto rimandata e si attende il parere definitivo del Cts.

CAOS MISURAZIONE TEMPERATURA

Il Cts non ha ritenuto opportuna la rilevazione della temperatura corporea all’ingresso delle scuole né per gli alunni, né per il personale. La temperatura andrà misurata a casa anche se ci sono Regioni – come la Campania – dove si sta valutando la possibilità di una misurazione di temperatura a scuola. Fa eccezione Roma, dove la misurazione della temperatura verrà effettuata nei nidi e nelle scuole dell’infanzia a bambini, genitori, personale educativo e a tutti gli altri operatori che accedono alla struttura. È quanto stabilisce il documento della Task Force Scuola capitolina che ha elaborato le nuove proposte organizzative per la ripresa delle attività di nidi e scuole dell’infanzia di Roma.

Al termine dell’incontro, il governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini ha riassunto così la situazione attuale: “Il Governo si è preso qualche altro giorno, perché noi abbiamo descritto oggi, come Regioni, tutti insieme, che con le misure attuali proposte si farebbe molta fatica, anzi, sarebbe impossibile garantire il trasporto per tutti quelli che lo chiedono. È evidente che nel giro di pochi giorni arriveremo ad una decisione definitiva, anche perché tra 17 giorni inizia la scuola nella gran parte delle regioni italiane”.

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