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Sergio Mattarella parla a Elon Musk affinché Giorgia Meloni intenda
Il Quirinale interviene dopo l’attacco di Elon Musk ai giudici. Meloni si smarca dalla campagna di Salvini e scrive: “Serve rispetto per il Presidente”. Il patron di X non arretra “Sono libero di esprimermi. A Roma decide un’autocrazia non eletta” mentre i quotidiani si dividono e c’è chi annota come lo “scappellotto” al padrone di Tesla sia in verità un avvertimento ai sovranisti in salsa italiana
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella decide di intervenire a salvaguardia della sovranità del Paese e in difesa del potere giudiziario italiano, violentemente criticato dall’imprenditore e presidente ombra degli Stati Uniti, Elon Musk. Lo fa a dopo 24 ore di silenzio e attraverso una nota, riportata da tutti i quotidiani, che non lascia spazio ad alcun dubbio: “L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate il 7 ottobre 2022, che sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione». Per questo chiunque “deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni», in particolar modo «se in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato”.
Dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio #Mattarella: pic.twitter.com/sSynGoJX6t
— Quirinale (@Quirinale) November 13, 2024
I QUOTIDIANI SI DIVIDONO SULL’INTERVENTO DEL QUIRINALE
La lettura dei quotidiani alla “discesa in campo” del Quirinale viene letta con favore dai giornali mainstream, dal Corriere della Sera che titola: “Mattarella frena Musk”, a Repubblica che sottolinea come “Mattarella chiede a Musk di rispettare l’Italia fino a la Stampa che parla di “lezione” al magnate americano. Diversa la lettura dei giornali più vicini al centrodestra con la Verità, ad esempio, che titola “Re Sergio si traveste da sovranista solo per fare una rissa con Musk” (dove sta la rissa lo sa solo Maurizio Belpietro) mentre Libero diretto da Mario Sechi (che dovrebbe ricordarsi di non essere più capoufficio stampa della premier) ne approfitta per titolare così: “Meloni fa far pace a Mattarella e Musk”. Ma è davvero così?
NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE MATTARELLA “SCENDE IN CAMPO”
Marzio Breda, gran conoscitore delle dinamiche interne al Quirinale, per il Corriere della Sera scrive che era impossibile per il Colle mostrarsi indifferente e, soprattutto, che non è la prima volta che il nostro presidente interviene a difesa della Nazione. “Si dovrebbe ricordare come Mattarella abbia in più circostanze difeso l’immagine, ma soprattutto l’autonomia, del Paese. Anche a tutela del governo Meloni. È accaduto con il premier inglese Boris Johnson, zittito quando disse che «gli italiani hanno poco amore per la libertà» e per questo avevano accettato il lockdown durante il Covid. Analogo altolà fu pronunciato verso la governatrice della Bce Christine Lagarde, per una infelice battuta antitaliana sullo spread. E ancora, con le identiche parole echeggiate ieri dal Colle, verso la ministra francese per gli Affari europei, Laurence Boone, che dopo la vittoria del centrodestra aveva annunciato una vigilanza speciale nei confronti di Roma, con «attenzione al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto». A smentirla, in quel caso, fu pure Macron”.
MELONI PRENDE LE DISTANZE DA SALVINI E STA CON IL COLLE
Alla fine l’affondo di Musk di qualche giorno fa serve anche per ridisegnare il perimetro di forza all’interno della compagine di governo. Lo annota Marcello Sorgi su la Stampa, questa brutta storia senza a Giorgia Meloni per smarcarsi dal suo vicepremier Matteo Salvini. “Da sottolineare che oltre ad esponenti di Fratelli d’Italia – scrive l’ex direttore del Tg1 – è arrivata una nota di Palazzo Chigi, in difesa del Capo dello Stato, in piena solidarietà con il Quirinale e come reazione a ingerenze che, è stato precisato per pure ragioni diplomatiche, vanno sempre condannate, sia che vengano da Oltreoceano, sia da altri Paesi. Si tratta della più esplicita presa di distanza di Meloni in un frangente del genere. E siccome Salvini continua in sostanza a sposare le provocazioni di Musk, con solo qualche distinguo, è dal suo vicepresidente che la premier ha voluto prendere le distanze., come Forza Italia”.
L’imprenditore Elon Musk esprime il suo rispetto per il Presidente Mattarella e la Costituzione italiana. Cosi come ribadito in una amichevole conversazione avvenuta con PdC Meloni nel pomeriggio.
Tuttavia l’imprenditore sottolinea che la libertà di espressione è protetta dal… https://t.co/zaB0YhVeTP
— Andrea Stroppa 🐺 Claudius Nero’s Legion 🐺 (@andst7) November 13, 2024
UNO SCAPPELLOTTO A MUSK PER PARLARE AI SOVRANISTI DI CASA NOSTRA
Ma non solo per Claudio Cerasa direttore del Foglio “Mattarella, parlando alla suocera attraverso la nuora, ha compiuto un gesto politicamente rilevante, dando uno scappellotto all’uomo simbolo del trumpismo, Musk, e facendo capire esattamente cosa intendeva lo scorso giugno quando a cinque mesi dalle elezioni americane lanciò alla maggioranza un avvertimento usando le seguenti parole: “Nessuno, vorrei presumere, ipotizza di conformare i propri orientamenti a seconda di quanto decidono elettori di altri paesi e non in base a quel che risponde al rispetto del nostro interesse nazionale e dei princìpi della nostra Costituzione. Questo vale sia per l’Italia sia per l’Unione europea”. Insomma come a dire stai attenta Giorgia, ricorda che vengono prima le istituzioni. Come annota anche Angelo Picariello che nel suo commento per Avvenire ricorda: “Mattarella alla Settimana sociale di Trieste, citando Rousseau, ha detto «la volontà di una maggioranza, che si considera come rappresentativa della volontà di tutto il popolo, spesso si è dimostrata più ingiusta e più oppressiva che non la volontà di un principe». Un rischio da evitare per ogni sincero democratico, non un’accusa a qualcuno. Cosicché il capo dello Stato, dopo aver atteso per 24 ore che si levasse qualche voce autorevole in difesa della “sovranità” italiana, ha deciso di farlo lui. Come arbitro di una democrazia in cui le Camere, in rappresentanza del popolo, sono anche “camere di compensazione” fra i poteri dello Stato”.