Le parole del senatore del Carroccio a ridosso del Congresso di Firenze che sancirà la conferma della leadership di Matteo Salvini
Questo weekend sarà molto importante per la Lega. Il Congresso sancirà quasi sicuramente la rielezione di Matteo Salvini alla guida del partito e una svolta sempre più trumpiana. Ne abbiamo parlato con il senatore Claudio Borghi.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Ddl Sicurezza che è diventato un decreto legge. Era proprio necessaria la decretazione d’urgenza?
“I tempi stavano andando oggettivamente troppo per le lunghe data l’urgenza dell’argomento. La buona volontà di partire col disegno di legge invece che con il decreto l’avevamo messa, ma oggettivamente, proprio perché è una materia importante, i tempi si stavano dilatando troppo e quindi si è optato per il decreto”.
Questo weekend c’è il congresso del partito. Perché Salvini non ha rivali e la leadership della Lega sembra sempre meno “scalabile”?
“La verità è che fare il leader è molto faticoso. La Lega, che è un partito territoriale dove il leader deve essere sempre presente costantemente in tutta Italia, è un impegno veramente gravoso, quindi siamo tutti grati a Matteo che si sacrifica per svolgere questo lavoro. Probabilmente altre persone, io in primis, non avrebbero neppure il fisico per farlo”.
Questo congresso segnerà la definitiva svolta trumpiana della Lega?
“Noi che come partito siamo sempre stati sostenitori di Trump, non siamo arrivati adesso solo perché ha vinto, ma in tempi non sospetti abbiamo tenuto una posizione a favore dei repubblicani e a favore di Trump. Su questo va dato atto a Salvini di essere stato lungimirante”.
Le frizioni con Forza Italia su alcuni temi di politica internazionale, ma non solo, sono destinate a spegnersi oppure ad accentuarsi nei prossimi mesi?
“È ovvio che all’interno della coalizione di maggioranza noi rappresentiamo sicuramente la componente più eurocritica, mentre invece Forza Italia rappresenta la componente più favorevole all’Unione Europea. Una posizione quest’ultima che Forza Italia ha assunto negli ultimi tempi perché Berlusconi aveva un atteggiamento molto più pragmatico nei confronti dell’Unione Europea a cui non risparmiava critiche. Da quando la segreteria è passata da Berlusconi a Tajani, è evidente che vi sono punti di distanza tra noi, ma questi vanno visti insieme ai punti di vicinanza come per esempio meno tasse, la difesa della proprietà privata e la difesa della prima casa. Insomma, andiamo sicuramente più d’accordo con Forza Italia nel tutelare le case che con Alleanza Verdi e Sinistra che invece le vuole occupare come l’eurodeputata Ilaria Salis”.
Siete preoccupati per i dazi imposti dal Presidente Trump?
“Indicano un cambiamento di epoca, un cambiamento dall’era del globalismo a un nuovo mondo di commercio più protetto. Come tutti i cambiamenti devono essere guardati con molta attenzione, un po’ come quando ci si avvicina con la macchina a un incrocio: in questo caso, bisogna prestare molta attenzione alla guida perché un errore può costare caro, però può anche essere che alla fine si arrivi alla strada giusta”.