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Tasse si, tasse no…non è la terra dei cachi ma l’Italia dell’era Meloni
Cosa succede al governo? Se Giancarlo Giorgetti il ministro “realista” chiede sacrifici inevitabili, Giorgia Meloni frena e ricorda la mission del centrodestra: non aumentare semmai ridurre la pressione fiscale agli italiani. In mezzo a queste due posizioni ci sono i conti pubblici disastratosi e un pil che crescerà questo anno molto meno del previsto
“Casa e tasse, sale la tensione” titola il Corriere della Sera, “La battaglia delle tasse” sottolinea Repubblica enfatizzando lo scontro nella maggioranza, di certo come riporta in prima la Stampa “il governo è in tilt” e ci pensa il Messaggero a sposare la visione della premier: “Meloni, non alzeremo le tasse”. Che qualcosa non funziona a livello di comunicazione a Palazzo Chigi se ne sono accorti un po’ tutti ed oggi i giornali lo mettono in evidenza.
MELONI: “NON SAREMO MAI IL GOVERNO DELLE TASSE”
A partire dal retroscena che Tommaso Ciriaco su Repubblica dedica alla questione e all’intervento sui social della premier che ha cercato di spegnere le polemiche sulle tasse. “La premier ne fa soprattutto un problema di comunicazione – scrive il giornalista del quotidiano romano – “Se facciamo passare messaggi del genere, si è sfogata con il cerchio magico, perdiamo consenso e diventiamo più deboli”. La premier ritiene che Giancarlo Giorgetti abbia sbagliato una serie di uscite pubbliche, plasmando l’immagine di un “governo delle tasse” che è poi difficile cancellare. Che abbia comunicato male, prestando il fianco alle polemiche. E che abbia tradotto l’input di Palazzo Chigi – concentrare le risorse su pochi dossier, per il resto tanto rigore – in un messaggio allarmistico e impopolare che fa perdere voti”.
NEL GOVERNO REGNA IL CAOS TOTALE
Insomma l’errore sarebbe di Giorgetti, di quello che a sinistra e non solo viene definito il “ministro realista”, ovvero che di fronte ai conti pubblici un po’ traballanti e un pil che questo anno crescerà meno del previsto (siamo sotto l’1% ipotizzato) deve portare a casa una manovra rigorosa. Lo scrive anche Massimo Franco sul Corriere della Sera: “Il danno che la maggioranza sta causando a se stessa non riguarda tanto l’aumento della pressione fiscale, ma lo spettacolo di confusione offerto dagli alleati. Tra chi, come il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, leghista, evoca sacrifici per tutti, e il suo leader Matteo Salvini che lancia un altolà, la distanza è siderale. Ma lo è anche con la stessa premier, Giorgia Meloni, e con l’altro vicepremier Antonio Tajani, di FI. È come se, senza volerlo, si combattesse per confermare o correggere gli impegni elettorali: operazione acrobatica”.
CADONO I “TOTEM” DEL CENTRODESTRA, SENZA SOLDI NON SI GOVERNA
Cosa è successo alla maggioranza di governo? I nodi vengono al pettine o più semplicemente come riporta Marco Iasevoli su Avvenire “i totem storici del centrodestra cedono sotto il peso della realtà”. Così “la terza manovra di destracentro, la più delicata, quella di metà mandato o giù di lì, si sta rivelando come una progressiva opera di (auto) demolizione dei totem storici di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Tutto ciò che era intoccabile o impensabile dai banchi di opposizione”. A partire dalle pensioni per poi passare alle accise, dalle accise alla casa, dalla casa alla rivoluzione delle rendite catastali.
ORA GOVERNARE, NON GALLEGGIARE
Insomma lo scrive anche l’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero in prima pagina su la Stampa “sui sacrifici bisogna dire la verità” ed è quello che ha provato a fare in questi giorni il ministro Giorgetti, forse sbagliando qualche uscita, ma di certo i numeri sono numeri e da questi non si scappa. Quel che è certo è che il governo e la stessa premier in questa fase molto delicata, basta guardare a ciò che è successo sul voto per il giudice alla Corte Costituzionale o alla vicenda Rai, dovrebbero essere più realisti del re ed affrontare i problemi a testa bassa, senza litigare fra di loro. La chiusa di Massimo Franco va proprio in questa direzione ed è un monito ai governanti: “La sfida è come affrontare il tempo che rimane di qui al 2027 governando e non galleggiando; dando un’idea di unità della destra e dimostrando una visione del ruolo dell’Italia. È evidente che il governo Meloni rischia il logoramento per arginare lo scontro quasi patologico tra i partiti che lo compongono. I sondaggi, è vero, lo premiano ancora. Ma il passato insegna che il vento può cambiare rapidamente”.