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Terzo mandato sì, terzo mandato no… le posizioni dei partiti

Poltrone, tensioni e rinvii: il terzo mandato infiamma la maggioranza

Altro che inflazione o crisi internazionale. Il centrodestra si spacca su un tema molto più “caldo”, almeno dal punto di vista politico: il terzo mandato per i presidenti di Regione. Una partita che ha tutto il sapore della resa dei conti interna, con la Lega pronta a forzare la mano per permettere una nuova candidatura a Luca Zaia in Veneto, e Forza Italia che invece mette il freno a mano. Antonio Tajani è categorico: “La Lega può presentare gli emendamenti che vuole, noi non li votiamo”.

IL NODO ZAIA E L’EMENDAMENTO NEL DDL ‘SPONDA’

Il tentativo leghista è chiaro: aggirare il limite dei due mandati imposto dalla legge del 2004 sfruttando il disegno di legge sui consiglieri e assessori regionali, attualmente in discussione alla commissione Affari Costituzionali del Senato. Il senatore Calderoli avrebbe individuato in questo testo la “sponda” ideale per infilare l’emendamento tanto atteso. Ma l’operazione è tutt’altro che indolore: una mossa del genere farebbe saltare la sede redigente e l’accordo con le opposizioni, mandando all’aria anche l’intesa sul metodo.

RINVIO STRATEGICO E VERTICE IN ARRIVO

Un segnale che qualcosa si sta muovendo è il rinvio, concesso alla Lega, della scadenza per presentare gli emendamenti: una settimana in più per provare a cucire un’intesa tra alleati. Il vertice tra Giorgia Meloni, Salvini, Tajani e Lupi non è stato ancora fissato, ma si punta a un confronto tra giovedì e lunedì prossimo, al ritorno della premier dal G7 in Canada. Il tempo stringe: “Se si va oltre la prossima settimana è complicatissimo”, ammette una fonte di governo.

LA POSIZIONE DI FDI: CAUTELA E APERTURA

Dal fronte Fratelli d’Italia il presidente della commissione Affari Costituzionali, Alberto Balboni, apre uno spiraglio: “Non c’è una questione ideologica, se ci sarà una proposta la valuteremo”. Secondo Balboni, l’eventuale emendamento sarebbe anche tecnicamente ammissibile, perché attinente alla materia trattata. Ma la vera partita si giocherà sul piano politico e dipenderà dal via libera del vertice di maggioranza.

LE OPPOSIZIONI INSORGONO: “FORZATURA INACCETTABILE”

Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle non hanno dubbi: è una forzatura bella e buona. “Una destra divisa che usa il Parlamento come valvola di sfogo delle proprie tensioni”, accusa Alessandra Maiorino del M5S. Per Francesco Boccia (Pd) si tratta della “summa dell’avventurismo istituzionale” del centrodestra: “Il nostro no al terzo mandato è netto”. Anche Nicola Fratoianni (Avs) attacca: “Vertice urgente? Non per la sanità o la crisi, ma per le poltrone”.

PROSSIME TAPPE: TUTTO IN POCHE SETTIMANE

Il calendario parlamentare è serrato. Se la maggioranza trovasse un accordo, si punterebbe all’approvazione in prima lettura a Palazzo Madama entro metà luglio. Il governo dovrebbe poi chiedere la procedura d’urgenza alla Camera, riducendo da 60 a 30 i giorni di esame in commissione, per portare il testo in Aula a settembre. L’obiettivo: far entrare in vigore la legge entro fine settembre, l’ultima finestra utile per indire le elezioni in Veneto. Il tempo c’è, ma la maggioranza deve decidere: andare in ordine sparso o trovare una sintesi. E intanto, le polemiche non si placano.

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