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Tutti i dossier sul tavolo del forum tra Italia e Libia

Italia Libia

Oggi la prima visita ufficiale a Roma del premier libico Abdul Hamid Dbeibah. Ecco cosa si deciderà e chi parteciperà al business forum tra Italia e Libia

Come annunciato ieri con un post dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ieri sera è arrivato il primo ministro libico Abdul Hamid Dbeibah in occasione della sua prima visita ufficiale nel nostro Paese. Il forum tra Italia e Libia ha come obiettivo quello di rinsaldare i rapporti attraverso nuove o rinnovate connessioni tra i principali attori industriali.

CHI PARTECIPA AL FORUM

All’incontro organizzato dalla Farnesina, scrive Il Sole24Ore, parteciperanno anche i vertici di Ansaldo Energia (Giuseppe Marino), Leonardo (Alessandro Profumo), Saipem (Francesco Caio), Snam (Marco Alverà), Terna (Stefano Donnarumma), WeBuild (Pietro Salini), il presidente di Fincantieri (Giampiero Massolo), il direttore Public Affairs di Eni (Lapo Pistelli) oltre ai rappresentanti di altre società, da Psc Group a Cnh Industrial, da Italtel al gruppo ospedaliero San Donato.

GLI INTERESSI DELL’ITALIA IN LIBIA

Non a caso, Di Maio, che ha già incontrato Dbeibah, ha ricordato che gli interessi italiani, a partire dall’energia, sono molto consistenti e l’incontro di oggi è l’occasione per tali aziende di rafforzare la propria presenza in Libia.

Lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi ha affermato il desiderio di ricostruire le relazioni tra Italia e Libia e anche l’ex ministro degli Esteri Emma Bonino ha ricordato quanto il Paese del Nord Africa sia di importanza strategica, ma anche i problemi che ancora persistono e ai quali va trovata una soluzione: “La Libia dovrebbe essere la vera priorità del governo italiano. La geografia parla da sola, non è l’Afghanistan, è a 300 km da noi. Con il nuovo governo Dbeibah, c’è una possibilità di riavvicinamento, ma per il momento, il problema della politica migratoria e delle prigioni rimane”.

La questione dell’immigrazione resta sicuramente una delle più urgenti da risolvere e Draghi, insieme al presidente francese Emmanuel Macron, scrive Repubblica, prevede di “sostenere in ogni modo il governo di transizione libico, aiutarlo a controllare il Paese anche con i fondi Ue per arrivare a un vero grande patto sulla falsariga di quello da 6 miliardi di euro stipulato con la Turchia per la gestione dei flussi migratori”. E non stupisce quindi che domani Dbeibah voli proprio a Parigi per incontrare Macron e il Medef, la Confindustria francese.

LA MISSIONE DI DBEIBAH

Dbeibah, scelto lo scorso marzo per guidare un governo di unità nazionale e iniziare la transizione e la riconciliazione della Libia fino alle elezioni del 24 dicembre, ha infatti il compito di ricostruire il Paese e per questo ha bisogno di alleati e di investimenti.

Come ha ricordato Luca Raineri, professore all’Università Sant’Anna di Pisa al Grand Continent: “Il nuovo primo ministro Dbeibah sta cercando di stabilire la pace facendo affidamento sull’economia. Ecco perché l’Italia si è precipitata alla corte di Tripoli, per entrare in un mercato attraente. Ma il contesto attuale non sembra pronto per la pace nel Paese: le milizie armate e le potenze straniere (soprattutto Turchia e Russia) rimangono presenti. Gli attori europei stanno cercando di posizionarsi in un contesto in cui hanno perso la loro influenza. Chi ha in mano le carte ora sono altre medie potenze – la Turchia, gli Emirati”.

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