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Tutti i silenzi del PD

Il Partito Democratico continua a mantenere il silenzio su scandali e polemiche recenti, adottando una strategia attendista sia sull’inchiesta urbanistica di Milano che su altre vicende controverse

Il silenzio del PD sull’inchiesta urbanistica di Milano è solo l’ultimo di una lunga serie. Il Partito Democratico non ha commentato neanche i recenti scandali dei tesseramenti dubbi e l’invito di De Luca a Valerij Gergiev, grande sostenitore di Putin. La strategia del silenzio del PD si rivelerà vincente?

IL SILENZIO DEL PD SULL’INCHIESTA DI MILANO

La maxi inchiesta urbanistica di Milano si allarga e rischia di infliggere un colpo politico mortale alla Giunta Sala. Dopo l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, anche il sindaco è finito nel registro degli indagati. Sala, da parte sua, ha denunciato di essere venuto a conoscenza dell’inchiesta tramite stampa, definendola una modalità inaccettabile. Il segretario locale Alessandro Capelli, ha ribadito il suo sostegno all’operato del sindaco e della Giunta nei prossimi due anni. La segreteria di partito e gli esponenti del PD, invece, si sono chiusi in un religioso silenzio, in attesa degli sviluppi giuridici della vicenda. Un silenzio che il deputato del PD, Enrico Costa, definisce “scandaloso”.

“A Milano va in scena il solito copione già visto e rivisto centinaia di volte. Richiesta di arresti, perquisizioni, atti che finiscono sui giornali, la Procura che mena la danza, il Gip che fa l’opossum, il clamore mediatico, l’opposizione che chiede le dimissioni, pur tra mille premesse garantiste. Ps.: dico questo in un’ inchiesta che riguarda esponenti del Pd, nel silenzio di quel partito, che pur di non apparire garantista e non fare un dispetto a Conte, resta in scandaloso silenzio”, ha scritto Costa su X.

UN DIRETTORE D’ORCHESTRA NELLA BLACK LIST

La Regione Campania ha chiesto a Valerij Gergiev di dirigere un concerto del festival “Un’estate da re”. L’invito al direttore generale del teatro Bolšoj di Mosca ha provocato un’alzata di scudi della politica. Il ministro della cultura italiano, Alessandro Giuli, ha sostenuto che l’evento contribuirebbe alla propaganda di Mosca.

“L’arte è libera e non può essere censurata. La propaganda però, anche se fatta con talento, è un’altra cosa. L’invito rischia di far passare un messaggio sbagliato e può trasformare un appuntamento musicale di livello alto nella cassa di risonanza della propaganda russa”, ha commentato il ministro.

“Se pensiamo di combattere questa battaglia censurando l’arte rischiamo di assomigliare noi stessi pericolosamente a quelli che vogliamo combattere”, ha detto Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva.

“Non intendiamo accettare logiche di preclusione o di interruzione del dialogo. I ponti culturali sono uno strumento per mantenere vive le relazioni tra i popoli”, si è difeso il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Ma dal Partito Democratico non è arrivato nessun commento sulla vicenda.

LE TESSERE DISCUSSE

Nell’ultimo anno sono emersi anche due distinti scandali legati a tessere del PD ritenute irregolari o, addirittura, intestate a persone decedute o in coma.

“Posso dire che minimo 1/3 delle tessere di ogni circolo sono, se non totalmente false, quantomeno discutibili. A meno che negli ultimi quattro anni la situazione sia cambiata, tra le tessere “false” abbiamo tre categorie: il cadavere, l’anonimo e la pedina”, ha commentato su Reddit un ex dirigente locale della giovanile del PD (GD). Pochi giorni fa, poi, è scoppiato uno scandalo a Pisa per acquisto di tessere con fondi dei circoli, iscrizioni di operai albanesi di dubbia appartenenza, procedimenti congressuali sospesi e accuse incrociate fra correnti locali del partito. Scandali che né Elly Schlein né altri esponenti nazionali del PD hanno commentato. Se è vero che tre indizi compongono una prova, il PD sembra preferire la strategia del silenzio. La domanda è: pagherà?

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