Gli ultimi dati aggiornati sul sito della Presidenza del Consiglio, tra gennaio e aprile 2025 sono già 40 i voli di Stato. Sono stati 165 nel 2023
Dall’Algeria al Canada, passando per Bruxelles, Ankara e perfino Forlì: nei mesi di marzo e aprile 2025 i voli di Stato non si sono fermati. Solo tra il 3 marzo e il 10 aprile si contano almeno 17 missioni ufficiali, spesso con tappe multiple, protagonisti i ministri Antonio Tajani, Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Adolfo Urso, Matteo Salvini. In totale nei primi quattro mesi di febbraio sono stati 40 i voli di Stato.
I VOLI DI STATO A MARZO E AD APRILE 2025
Il mese di marzo ha visto un’intensa attività diplomatica e istituzionale da parte dei membri del Governo italiano, impegnati su più fronti in missioni internazionali e nazionali. Il 3 marzo Tajani si è recato ad Algeri per una missione istituzionale, con rientro a Roma in giornata. Due giorni dopo, il 5 marzo, ancora Tajani è stato nuovamente in viaggio, questa volta a Bruxelles, sempre per impegni di natura istituzionale. Il 10 marzo è stata la volta del ministro dell’Interno Piantedosi che ha raggiunto Varsavia per una missione focalizzata su temi di sicurezza e cooperazione istituzionale. Il 12 marzo ha visto la partenza contemporanea di tre membri del Governo: il ministro delle Imprese Urso ha fatto tappa a Bruxelles, mentre il ministro della Difesa Crosetto si è recato a Parigi, e Tajani ha volato fino a Québec City. Tutte missioni ufficiali, con particolare attenzione alla sicurezza e alle relazioni bilaterali.
Il 17 marzo Tajani è tornato a Bruxelles, proseguendo il suo fitto calendario di incontri europei. Il giorno successivo, il 18 marzo, Salvini ha intrapreso una missione che ha incluso tappe a Varsavia e Bruxelles, con ritorno a Roma, per affrontare questioni legate alla sicurezza e alla cooperazione istituzionale.
Ad aprile invece, la giornata di giovedì 3 ha visto un triplice impegno: Tajani ha fatto ritorno a Bruxelles per una nuova missione istituzionale; nello stesso giorno, Crosetto è volato a Varsavia per incontri legati alla sicurezza; infine, Piantedosi ha svolto una missione sul territorio nazionale, recandosi a Lamezia Terme, sempre con focus sulla sicurezza. Il 7 aprile Crosetto ha proseguito i suoi impegni internazionali con una missione ad Ankara, mentre Tajani si è recato in Lussemburgo, entrambi per incontri istituzionali. Il giorno successivo, l’8 aprile, Crosetto è stato in Albania, a Tirana, per una nuova missione congiunta tra sicurezza e rapporti bilaterali. Infine, il 10 aprile, Piantedosi ha attraversato l’Italia con una missione che lo ha portato da Roma a Forlì e poi a Napoli, mantenendo alta l’attenzione sulle tematiche di sicurezza interna e coordinamento istituzionale.
121 VOLI NEL 2024, NEL 2023 ERANO 165
Se si guarda al bilancio dell’anno appena trascorso, nel 2024 i voli di Stato sono stati 121, secondo i dati pubblicati sul sito della Presidenza del Consiglio. Record nel 2023 con 165 voli, mentre negli anni precedenti si sono registrati: 157 nel 2022 (quasi tutti del governo Draghi), 126 nel 2021, 49 nel 2019 con il primo governo Conte (senza tener conto del 2020, anno della pandemia). Ogni volo costa in media almeno 13 mila euro a tratta e in certi casi si arriva a 28 mila euro per un singolo viaggio.
La medaglia d’oro dei voli blu spetta ad Antonio Tajani, che nel solo 2024 ha volato 40 volte. Dietro di lui Guido Crosetto (18 voli), Adolfo Urso (12), Matteo Piantedosi (11), Francesco Lollobrigida (8) e Anna Maria Bernini (5). Si distinguono anche casi curiosi: Carlo Nordio, ad esempio, – come riportavano alcuni giornali nei mesi scorsi – ha fatto alcune volte scalo finale a Treviso, città in cui risiede, anche quando la destinazione era ben lontana – come nel viaggio a Reggio Calabria del 26 agosto 2024.
EL ALAMEIN, DUE VOLI PER UNA COMMEMORAZIONE
Non mancano altre le situazioni borderline che hanno attirato l’attenzione dei media. È il caso di Matteo Salvini, che – come ricordava a marzo Repubblica – ha usato due voli di Stato per spostamenti con una forte valenza politica. Il 20 settembre è volato a Budapest per un consiglio informale dei ministri dei Trasporti Ue, ma ha anche incontrato il premier ungherese Viktor Orbán, che lo ha definito “il nostro eroe”. Ancora più discusso il viaggio dell’11 febbraio a Tel Aviv, dove Salvini ha incontrato Benjamin Netanyahu e parlato di Gaza, annunciando una collaborazione con Israele sulle risorse idriche. “Con orgoglio ho stretto la mano a un leader democraticamente eletto”, aveva detto il vicepremier, polemizzando con chi criticava il premier israeliano dopo il mandato di arresto della Corte penale internazionale.
IL M5S PRESENTA DUE INTERROGAZIONI
C’è poi un altro episodio, finito anche al centro di una interrogazione parlamentare: lo scorso ottobre due ministri di Fratelli d’Italia – Daniela Santanchè (Turismo) e Francesco Lollobrigida (Agricoltura) – sono volati separatamente in Egitto per la stessa commemorazione dei caduti italiani a El Alamein. Due voli distinti, due delegazioni, stesso evento. Un doppione che ha fatto storcere più di qualche naso, soprattutto in tempi in cui si invoca la sobrietà della spesa pubblica.
Anche da qui l’attacco del Movimento 5 Stelle sui voli di stato, che ha presentato due interrogazioni parlamentari distinte, alla Camera e al Senato, per chiedere delucidazioni al Governo. La senatrice Dolores Bevilacqua ha parlato di “volontà ossessiva di privilegio”, accusando il governo di trasformare i voli di Stato in “voli di status”. Bevilacqua ha ricordato la negazione del volo speciale chiesto dal procuratore Lo Voi per motivi di sicurezza, mentre i ministri volano “come Paperon de’ Paperoni”. Ancora più diretto l’affondo di Chiara Appendino: “Il costo di un solo volo equivale allo stipendio annuo di un lavoratore. Intanto pendolari, famiglie e passeggeri restano a terra”. Tra viaggi, tratte brevi e missioni internazionali, il tema dei voli di Stato rimane uno degli indicatori più visibili – e contestati – del rapporto tra potere e sobrietà. I