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L’ultimatum di Renzi a Conte sul Recovery Fund
Dopo il via libera alla riforma del Mes, adesso è la gestione del Recovery Fund che mette in crisi il governo Pd-M5s. L’ultimatum di Renzi a Conte provoca un terremoto all’interno della maggioranza
Se sulla riforma del Mes un’intesa è stata trovata, adesso il governo trema su come occuparsi del Recovery Fund. Conte vuole una task force tecnica per la gestione dei progetti. Renzi no. E promette guerra. Tutto questo alla vigilia dell’incontro tra i capi di Stato in programma a Bruxelles per il 10 e 11 dicembre.
CONTE “GIOCA” DA SOLO
Conte, che aveva assicurato un dibattito parlamentare sul Recovery Fund, ha invece inviato ai ministri una bozza all’una di notte e previsto una task force con ‘poteri speciali’ che non si sa come verrà scelta. Renzi, come riportano HuffPost e altre testate, ha detto ai suoi: “È una roba fuori dal mondo. Ero anche andato a trovarlo per aiutarlo per una ripartenza su un nuovo assetto, erano tutti d’accordo e la risposta quale è stata? Due interviste per prendermi per i fondelli e una struttura che non sta né in cielo né in terra”.
RENZI STUFO DI DPCM E TASK FORCE
“Già a luglio gli avevamo dato la disponibilità di lavorare assieme in Parlamento. Invece Conte ha pensato di fare tutto da solo. Ora basta – si legge su La Stampa – Basta con task force e con Dpcmania. Il capo del governo non può pensare di scavalcare il Parlamento o di usarlo solo per i pareri. Se pensa che non faccio sul serio sbaglia. Sono stufo. Questa volta sono pronto a rompere davvero”. Sulla fantomatica task force starebbero con Renzi anche le ministre di Italia Viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti.
TERREMOTO RENZI
“La struttura di Conte pensa a moltiplicare le poltrone ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi, a chi soffre. Se le cose rimangono come sono voteremo contro. Per noi un ideale vale più di una poltrona. Circa il rischio di una rottura, spero proprio di no, ma temo di sì”, ha dichiarato il leader di Italia Viva. Stando a quanto riportato dall’Ansa, c’è chi sostiene che il vero obiettivo di Renzi sia proprio far cadere Conte.
COSA CHIEDE RENZI A CONTE
“Il problema non è avere uno strapuntino o un uomo dei nostri, ma di metodo. Io dico a Conte di ritirare il suo piano, venga in Aula, ascolti le idee, della maggioranza come delle opposizioni e poi si decida. Noi non siamo ad ‘Aggiungi un posto a Tavola’, noi chiediamo un approccio diverso. Il governo valuti le proposte ma alla fine convochi una sessione ad hoc dopo legge di bilancio e poi si decide chi spende i soldi e come”, ha detto Renzi alla stampa.
LA PREOCCUPAZIONE DI FRANCESCHINI
Il ministro Dario Franceschini, che in questi giorni sta tenendo i rapporti con Renzi per capire le sue mosse, secondo Repubblica, avrebbe messo in guardia Nicola Zingaretti e Andrea Orlando: “Guardate che stavolta Renzi fa sul serio, sul Recovery andrà fino in fondo”.
IL PD CERCA DI CALMARE GLI ANIMI
Mentre il Pd capisce che strada intraprendere e quali mosse giocare, il deputato e vicesegretario del Pd Orlando ha cercato di raffreddare la questione invitando con un tweet ad “abbassare i toni, pesare le parole, coinvolgere ed includere”. E ha continuato: “Il Paese è già molto provato e non ha bisogno di altri conflitti. Lavoriamo insieme per spendere bene e rapidamente tutte le risorse disponibili”.
CRIMI APERTO AL CONFRONTO
Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, sulla linea delle parole di Orlando ha dichiarato che discussioni e polemiche non sono di aiuto “perché finiscono con lo svilire un lavoro che viene portato avanti con accuratezza ed equilibrio. Il governo e la maggioranza stanno lavorando agli ultimi, importanti, interventi di questo anno così difficile per tutti. Il confronto e le proposte costruttive sono la chiave per giungere ai risultati migliori e per realizzare le misure di cui ha bisogno il Paese, non le alzate di scudi. Un confronto che certamente andrà portato avanti anche con le opposizioni, esclusivamente in Parlamento e nelle commissioni competenti, nel rispetto dei ruoli distinti”.
TAJANI STA CON RENZI
Infine, il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani si è schierato con il senatore di Scandicci: “Matteo Renzi ha ragione, io accetto la sfida, sono pronto a mettere a disposizione la mia esperienza europea per il bene del Paese e per renderlo competitivo. Sono d’accordo nel mettere insieme le nostre energie [per il Recovery Plan, ndr]. Ben venga una bicamerale, un luogo in Parlamento per trovare le soluzioni migliori”.
CONTE IL TEMPOREGGIATORE
Il premier, che sembrerebbe aver rinunciato all’idea di inserire la cabina di regia in manovra e pronto a eventuali ulteriori modifiche, secondo quanto riportato da La Stampa, ha scelto di prendere tempo per non incorrere nella fine del Conte bis: “Non credo sia opportuno arrivare alla rottura. Meglio prendersi altro tempo, il tempo necessario per arrivare a un punto di mediazione”.