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Uomo a mare, salvate il soldato Matteo Salvini
Il centrodestra si compatta e attacca la magistratura, incredibile chiedere sei anni di carcere per aver difeso i confini dell’Italia. I quotidiani si dividono mentre il leader della Lega, oscurato tutta l’estate dal generale Vannacci, riconquista le prime pagine. Ma a che prezzo
Era facile prevederlo, ma la richiesta della procura di condannare a sei anni di reclusione il leader della Lega sul caso Open Arms ha reso plastica la divisione nei quotidiani tra chi sta con il soldato Matteo Salvini, oscurato l’intera estate dal generale Roberto Vannacci, e chi invece afferma che “i giudici non vanno giudicati”. Così per Repubblica la Destra “fa un assalto ai Pm”, per il Corriere della Sera invece sono “i magistrati contro il governo sul caso Salvini” mentre il Quotidiano Nazionale ribalta tutto e scrive: “Open Arms, Salvini attacca i magistrati”. E, il titolo più incisivo lo fa il Manifesto “Uomo a mare”.
I QUOTIDIANI VICINI AL GOVERNO TUTTI IN DIFESA DI SALVINI
Insomma c’è tanta confusione su un caso, questo si, che potrebbe destabilizzare, più del duo Sangiuliano-Boccia, il governo. Per questo i quotidiani vicino al centrodestra si muovono compatti nella difesa di Salvini. A partire dal Giornale di Alessandro Sallustri che già qualche giorno prima aveva lanciato un allarme e oggi titola: “Asse tra toghe e Ong”: Maurizio Belpietro apre la Verità affermando che “mentre il Pd celebra le manette a Salvini, i dem inglesi copiano il modello Albania” e Libero va oltre tutti e titola: “processo a un italiano, Salvini smonta il caso Salvini”, ovviamente dando la versione del leader della Lega. Tutto questo mentre Marco Cremonesi, in un retroscena sul Corriere della Sera, avvisa che il vicepremier “se condannato sarà pronto a fare una battaglia politica”. Ed è inevitabile così che il livello dello scontro tra magistratura e politica è destinata ad alimentarsi.
OBIETTIVO DELLA DESTRA E’ SOTTOMETTERE I PM ALL’ESECUTIVO
Lo si capisce anche dai toni usati da Repubblica che per difendere la linea della magistratura intervista Armando Spataro un magistrato di lungo corso che dice: “Il vero obiettivo della destra è sottomettere i pm all’esecutivo e abolire l’azione penale obbligatoria” e si domanda: “Per l’ennesima volta siamo di fronte a un conflitto tra politica e magistratura, che è cosa ben diversa dalle normali tensioni che pure possono sussistere tra poteri dello Stato. Peraltro si tratta di posizioni che oscillano a seconda dei casi. Come dimenticare che la premier nel gennaio 2023 si è recata di persona a Palermo per complimentarsi con il procuratore per l’arresto di Messina Denaro? Mi chiedo: quella procura è un ufficio che merita apprezzamento o può essere delegittimato?”.
DA TANGENTOPOLI AD OGGI E’ SALTATO EQUILIBRIO DEI POTERI
Come è facile intuire, messa così, con “lo spettro della condanna” come titola la Stampa è difficile evitare lo scontro, quel confine che dovrebbe esserci tra poteri. Lo scrive bene sul quotidiano torinese il prof. Giovanni Orsina. “In Italia il rapporto fra politica e giustizia è patologico da almeno un trentennio, è dai tempi di Tangentopoli che l’equilibrio fra i poteri è saltato e che infuria un duro conflitto politico per la sua ridefinizione. Ed è da allora che la richiesta che la politica non s’immischi con la giustizia – puntualmente ripetuta, stentorea e vibrante, a ogni piè sospinto –, suona vana e falsa. Nel caso Salvini-Open Arms siamo un bel passo più avanti, però: qui la natura politica del conflitto è talmente evidente che negarla o scandalizzarsene appare ancora più ipocrita del solito”.
A NOVEMBRE LA SENTENZA E ANCHE CONGRESSO DELLA LEGA
Bisognerà attendere fino alla fine di novembre, quando come scrive il Messaggero, ci potrebbe essere la sentenza. Di certo il caso Salvini terrà banco al punto che leader della Lega non solo non ha posticipato il congresso della Lega ma ha deciso di tenerlo come riporta il Corriere della Sera in parallelo proprio al dibattimento processuale. E’ chiaro che Salvini, spalleggiato dalla premier Giorgia Meloni e anche da Antonio Tajani, è riuscito a riconquistare spazio e centralità nel dibattito politico dopo che per un’intera estate si è parlato solo del generale Vannacci e della possibilità di un suo partito personale. Certo, verrebbe da chiedersi a che prezzo…ma bisogna salvare il soldato Salvini e anche le sorti del governo.