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Volano i coltelli dentro Fratelli d’Italia, per il neo ministro Giuli vicina l’infosfera globale?

Musei Giuli

Un nuovo terremoto scuote il ministero della Cultura, senza pace dopo il Bocciagate e l’addio di Gennaro Sangiuliano. Si è dimesso il capo di gabinetto Francesco Spano, appena nominato dal neo ministro Alessandro Giuli e a causa delle faide interne a Fdi, scrivono i giornali, a traballare è proprio la sua poltrona

Non abbiamo fatto in tempo a riprenderci dal caso Boccia-Sangiuliano che ha tenuto testa per l’estate che questo inizio di inverno piovoso ci regala un altro caso scottante che potrebbe costare la poltrona al neo ministro della Cultura Alessandro Giuli che denuncia, come riporta il Corriere della Sera, “un clima di mostrificazione” e a la Stampa dice: “lasciatemi lavorare”.

ASPETTANDO REPORT, CADONO LE PRIME TESTE

Cosa è successo? Dopo appena dieci giorni il suo capo di gabinetto, Francesco Spano si è dimesso, forse per un’inchiesta della trasmissione Report che andrà in onda domenica. Solo pochi giorni fa il conduttore, Sigfrido Ranucci, ne aveva anticipato i contenuti parlando di un nuovo caso Boccia al Mic, «ma al maschile». Nel mirino dei giornalisti di Rai Tre ci sarebbe la nomina al Maxxi dell’avvocato Marco Carnabuci, con cui Spano, all’epoca segretario generale del museo, è legato da una unione civile. Un elemento su cui è intervenuta anche Giorgia Meloni – come riporta il Messaggero – ricordando che “la nomina risale alla gestione di Giovanna Melandri“. Intanto secondo il Fatto quotidiano in una chat di FdI sono apparsi insulti omofobi contro Spano da parte di Fabrizio Busnengo, coordinatore di FdI in un municipio di Roma, che sarebbe stato fatto dimettere.

VOLANO I COLTELLI DENTRO FRATELLI D’ITALIA

Che il clima sia pessimo lo racconta anche Tommaso Ciriaco nel retroscena firmato per Repubblica in cui si parla di “faide all’interno di Fdi” raccontando di uno scontro avvenuto in transatlantico a Montecitorio tra la sorella del ministro Giuli e il deputato e presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone. “La a faida è iniziata. O meglio: adesso è troppo violenta per restare nascosta – si legge – perché la caduta di Francesco Spano non chiude questa storia. A rischiare, adesso, è direttamente Giuli. Dopo le dimissioni del capo di gabinetto, deve andare a Palazzo Chigi. Sente l’assedio, attorno. Teme imboscate, dalla pancia del ministero”. Il suo errore sarebbe stato anche quello di avere mandato via dal Ministero l’ex capo di gabinetto Francesco Gilioli molto vicino al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari che spingerebbe affinché Giuli lasci l’incarico.

MELONI IRRITATA, CLIMA DA RESA DEI CONTI A DESTRA

Un bel ginepraio, una sorta di “resa dei conti a destra” che ovviamente non fa bene al governo e all’umore della premier, lo racconta il Corriere della Sera nel retroscena firmato da Monica Guerzoni: “Tutto avrebbe voluto Giorgia Meloni, dopo le macerie lasciate dal caso Boccia-Sangiuliano, tranne che l’apertura di un nuovo fronte così devastante in un dicastero chiave per l’immagine dell’Italia nel mondo. In più la raccolta delle 10.000 firme contro la nomina di Spano da parte di Pro Vita & Famiglia Onlus ha aperto una profonda spaccatura nell’area della maggioranza. Meloni ieri aveva anche altri motivi di fastidio per certi errori di Giuli, come la celeberrima e oscura prolusione alle commissioni Cultura della Camera e Istruzione del Senato che ha scatenato l’ironia delle opposizioni e fatto la felicità di Maurizio Crozza per una memorabile imitazione”.

E GIULI DICE: “LASCIATEMI LAVORARE”

E lui, Alessandro Giuli, il ministro dell’infosfera globale e del pensiero solare cosa dice? “Lasciatemi lavorare” sarebbe il suo ritornello ripetuto ai vertici di Palazzo Chigi come riporta Francesco Olivo su la Stampa che “è vissuto come un corpo estraneo da praticamente tutta Fratelli d’Italia, per non parlare degli alleati, ma crede di avere una forza: a questo punto non si può fare a meno di lui. Se si dimettesse, o venisse sollevato dall’incarico come il suo predecessore, la figuraccia per Meloni sarebbe insostenibile. E quindi si va avanti. A Palazzo Chigi nessuno, infatti, vuole cacciare Giuli, ma controllarlo sì. E questa dinamica rischia di pregiudicare il rapporto nel futuro”. Nel retroscena Olivo racconta anche di un siparietto davanti ai microfoni di Giuli che ai cronisti dice «La volete la notizia del giorno? L’apparenza inganna, commedia francese». La frase è apparentemente oscura, ma ai più cinefili tra i cronisti questo titolo dice qualcosa. Si tratta di un film francese del 2001 con Gerard Depardieu e Daniel Auteil, la cui trama è la seguente: il protagonista rischia il licenziamento dall’azienda in cui lavora, che produce preservativi. Su consiglio di un amico si finge allora omosessuale, per costringere il datore di lavoro a tenerlo al suo posto onde evitare una cattiva pubblicità all’azienda nel mondo Lgbt. «È la notizia del giorno» dice Giuli.

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