In attesa dei risultati elettorali in Veneto del 23 e 24 novembre, il segretario della Lega Matteo Salvini ipotizza una nuova destinazione per Luca Zaia, senza consultarsi con il diretto interessato
Luca Zaia, si sa, è una presenza ingombrante per Matteo Salvini. L’ultima idea del Capitano è quella di mandarlo subito alla Camera al posto di Alberto Stefani, dato per certo vincitore della prossima tornata elettorale in Veneto, attraverso le elezioni suppletive al posto di Stefani. Peccato però che il Doge sia poco o affatto interessato all’offerta: allontanarlo dal suo Veneto suona più come un torto che come una lusinga.
PERCHÉ SALVINI VUOLE SPOSTARE ZAIA
La mossa di Salvini sarebbe un modo per non lasciargli il totale controllo del territorio. Il Doge da solo può muovere muove quasi un milione di voti: in base agli equilibri interni e alla solidità della sua rete di amministratori, tra due anni Zaia potrebbe infatti avere la forza politica per reclamare un nuovo ruolo da protagonista, minacciando la tenuta della coalizione di Stefani. Spedirlo in Parlamento potrebbe essere allora la giusta strategia per allontanarlo dal Veneto, dove è forte il nucleo dei contestatori del segretario.
Nel frattempo, dentro e intorno al Carroccio, si registrano vari movimenti, che devono avere allertato Salvini. Ieri si è tenuto il congresso fondativo del Patto per il Nord a cui hanno aderito vari dissidenti leghisti, che non nascondono il loro disprezzo nei confronti della linea intrapresa da Salvini. Al centro del Patto ritorna c’è una visione federalista e autonomista che rimanda agli albori della Lega Nord, prima che il Capitano ne facesse un partito sovranista e nazionalista.
COSA SONO LE SUPPLETIVE E A COSA SERVONO
Le “suppletive” sono elezioni che si tengono nel corso degli anni per eleggere i deputati o senatori dei collegi uninominali rimasti vacanti. In pratica servono a scegliere un candidato che possa coprire il posto di un senatore o di un deputato che non può più stare in Parlamento. Le cause sono le più disparate: dall’incompatibilità, alla grave malattia o morte. Con le poltrone vuote si rischierebbe un’alterazione degli equilibri politici delle Camere: per questo vengono indette quasi annualmente, spesso accorpandole alle amministrative o alle regionali. Il sistema elettorale anche per le suppletive è di tipo maggioritario: verrà eletto il candidato che riuscirà a ottenere anche un solo voto in più rispetto agli avversari. Il voto per le suppletive che riguarda il posto vacante di Stefani sarebbe a febbraio, nel Polesine.
LA RISPOSTA DI ZAIA
“Io in Parlamento? È bene che mi dedichi alle regionali”. Così il Doge risponde prontamente alla provocazione di Salvini. I rapporti tra i due sono ai minimi termini, come dimostrato lo scorso mese per il lancio di Stefani, al festival di Venezia e nella photo opportunity alla Fieracalli di Verona di inizio novembre.
“Sono sempre candidato a tutto quello che passa il convento. Nelle ultime settimane sono passato dalla presidenza dell’Eni alla presidenza del Consiglio regionale, a parlamentare piuttosto che a sindaco di Venezia e altre attività” ha ricordato Zaia non nascondendo un certo fastidio alla proposta di Salvini e al suo tempismo. Lo ritiene un errore parlare di una sua possibile corsa verso Roma a una settimana dal voto. Gli elettori potrebbero infastidirsi, pensare che non vale la pena scrivere il nome di Zaia sulla scheda se poi non farà neanche un giorno in Consiglio regionale.

