Nel messaggio per i 70 anni dell’Italia all’ONU il Presidente Mattarella difende il multilateralismo come pilastro di pace e sicurezza globale: come ha ribadito anche stamane alla XVII Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia, l’argine alla guerra non deriva infatti dall’equilibrio militare, ma dal diritto internazionale
Nel settantesimo anniversario dell’adesione dell’Italia alle Nazioni Unite, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un richiamo netto e tutt’altro che rituale: senza l’ONU e senza un autentico multilateralismo, il sistema internazionale rischia di ripiombare nella logica della forza.

IL RICHIAMO DEL PRESIDENTE
Non una formula retorica, ma un avvertimento che nasce da una lettura lucida dell’attuale scenario globale. Nella dichiarazione diffusa per l’occasione, il Capo dello Stato ha richiamato il senso originario delle Nazioni Unite: una risposta storica e morale alla devastazione della Seconda guerra mondiale e, insieme, un progetto politico fondato su una convinzione precisa, allora come oggi.
MATTARELLA: LA PACE NON È EQUILIBRIO DI POTENZE
La pace non può essere affidata all’equilibrio tra potenze o alla deterrenza militare, ma al diritto, alla cooperazione e alla responsabilità condivisa tra gli Stati. Le Nazioni Unite, ha ricordato Mattarella, nascono non soltanto per prevenire nuovi conflitti, ma per costruire un ordine internazionale in cui sicurezza collettiva, diritti fondamentali e dignità della persona siano elementi inseparabili.
IL CONTESTO GLOBALE: RITORNO DELLA GUERRA
Un’impostazione che oggi appare tutt’altro che acquisita e che viene messa in discussione da una realtà globale sempre più instabile, segnata dal ritorno della guerra come strumento ordinario di risoluzione delle controversie. Il riferimento del Presidente è esplicito. L’anniversario italiano all’ONU cade in una fase storica segnata da invasioni armate, conflitti regionali, crisi umanitarie e da una progressiva erosione delle regole condivise.
LA MINACCIA ALLA LEGALITÀ INTERNAZIONALE
Il venir meno del rispetto della legalità internazionale non è un fenomeno episodico, ma una minaccia sistemica che colpisce le fondamenta stesse dell’ordine costruito dopo il 1945. In questo contesto, Mattarella lancia un monito preciso: senza istituzioni multilaterali credibili e senza il rispetto delle loro decisioni, il sistema internazionale scivola verso una contrapposizione permanente, in cui la forza torna a prevalere sulla legge. È il ritorno a quella “legge della forza” che la comunità internazionale aveva tentato di superare proprio con la nascita delle Nazioni Unite.
I LIMITI DELL’ONU E LA SUA INSOSTITUIBILITÀ
Il Capo dello Stato non ignora i limiti, le inefficienze e le difficoltà operative dell’ONU. Al contrario, ne riconosce apertamente le fragilità. Ma proprio per questo ne ribadisce l’insostituibilità. Le Nazioni Unite non sono un organismo perfetto né autosufficiente: sono uno strumento che vive della volontà politica dei suoi membri.
LA RESPONSABILITÀ DEGLI STATI
Da qui il richiamo alla responsabilità degli Stati, chiamati non solo ad aderire formalmente all’Organizzazione, ma a sostenerne concretamente l’azione, a rispettarne le decisioni e a non svuotarne il ruolo attraverso pratiche unilaterali o logiche di potenza. Mattarella mette in guardia da un mondo in cui le regole vengono subordinate agli interessi e la legalità diventa selettiva.
FRAMMENTAZIONE E COMPETIZIONE INTERNAZIONALE
In assenza di un ordine giuridico condiviso, le istituzioni multilaterali perdono credibilità e il sistema globale si frammenta in blocchi contrapposti, alimentando una competizione senza argini. Un richiamo che riecheggia la lezione del Novecento e assume un valore politico particolarmente forte nel contesto attuale.
ONU, DIRITTI UMANI E SVILUPPO
Il Presidente richiama inoltre il legame profondo tra ONU, diritti umani e sviluppo. La pace, nella sua visione, non coincide con la semplice assenza della guerra, ma si fonda sulla tutela dei diritti fondamentali, sulla lotta alle disuguaglianze, sulla protezione delle popolazioni civili e sulla gestione condivisa delle grandi sfide globali, dalle crisi umanitarie ai cambiamenti climatici. In questo senso, le Nazioni Unite restano il luogo privilegiato in cui queste dimensioni possono essere affrontate in modo universale.
LA DIFESA DELL’ONU COME PRASSI COSTITUZIONALE
In queste parole si coglie una cifra costante della Presidenza Mattarella: la difesa dell’ONU non come entità astratta o simbolica, ma come necessità concreta in un mondo attraversato da conflitti, instabilità e profonde fratture geopolitiche. Un messaggio che richiama direttamente i principi della Costituzione italiana e riafferma la collocazione internazionale dell’Italia nel solco del multilateralismo.
L’INGRESSO DELL’ITALIA NELLE NAZIONI UNITE
L’ingresso dell’Italia nelle Nazioni Unite, avvenuto il 14 dicembre 1955, rappresentò infatti molto più del completamento del reinserimento nella comunità internazionale dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale. Fu la traduzione, sul piano della politica estera, di una scelta costituzionale: ancorare la sovranità nazionale a un ordine internazionale fondato sul diritto, sulla cooperazione fra gli Stati e sul ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione.
IL RUOLO DEL QUIRINALE NELLA VOCAZIONE MULTILATERALE
In questa prospettiva, il rapporto dell’Italia con l’ONU non è mai stato soltanto il riflesso delle maggioranze politiche del momento. Ha trovato invece nel Presidente della Repubblica un garante costante, in virtù del ruolo che la Carta fondamentale assegna al Capo dello Stato quale rappresentante dell’unità nazionale e custode dei principi supremi dell’ordinamento. Nel corso della storia repubblicana, il Quirinale ha accompagnato e rafforzato la vocazione multilaterale italiana. Dai primi anni della Repubblica fino alle fasi più recenti, i Presidenti hanno valorizzato le Nazioni Unite come spazio di legittimazione morale e politica dell’azione internazionale dell’Italia, collegando il multilateralismo al progetto europeo, alla sicurezza collettiva e alla promozione dei diritti umani.
IL MULTILATERALISMO COME SCELTA ATTUALE
A settant’anni dall’adesione all’ONU, il legame tra l’Italia e le Nazioni Unite si conferma dunque non come un retaggio del passato, ma come una scelta attuale e imprescindibile. Difendere l’ONU non significa ignorarne i limiti, ma riconoscerne l’insostituibilità come spazio di dialogo, di diritto e di cooperazione. È su questa linea di responsabilità costituzionale e di fedeltà al multilateralismo che si misura, oggi come allora, la credibilità internazionale dell’Italia.

