Il patron di SpaceX “deluso dalle legge di bilancio”, ma dietro il divorzio con il presidente Usa c’è anche altro
Sembravano inseparabili: Donald Trump e Elon Musk, uniti da una comune visione sull’America da rilanciare, tra innovazione e tagli agli sprechi, ma il feeling si è spezzato, bruscamente. A far scattare la rottura tra i due, giganti della politica e della tecnologia, è stata la nuova legge di bilancio fortemente voluta da Trump e appena approvata dalla Camera. “Aumenta il deficit e mina il lavoro del Dipartimento per l’Efficienza” ha dichiarato Musk da SpaceX. Una delusione pubblica e amara, che segna la fine della sua avventura come “funzionario speciale” del governo.
Nel mirino del miliardario c’è proprio il cuore del “big, beautiful bill” che il tycoon vuole trasformare in legge il prima possibile. Un maxi provvedimento che, secondo le stime, gonfierà il deficit americano di 3.800 miliardi di dollari in dieci anni, vanificando — sosteien Musk — ogni sforzo per risparmiare i famosi mille miliardi promessi. “Può essere ‘big’ o ‘beautiful’, ma non entrambi”, ha tagliato corto Musk, ormai in rotta con l’entusiasmo presidenziale.
PARATE MILIONARIE E CARRI ARMATI
La miccia che ha fatto esplodere la frustrazione dell’imprenditore potrebbe anche avere un nome e una data: la mega parata del 14 giugno, in occasione dei 250 anni dell’esercito (e del compleanno di Trump). Costo stimato? Tra i 25 e i 45 milioni di dollari. In scena ci saranno oltre 6 mila soldati, carri armati Abrams, cavalli, elicotteri, bombardieri della Seconda Guerra Mondiale e star della musica country. Per Musk, una follia dispendiosa in netto contrasto con la sua missione di tagliare sprechi.
Il dissenso del patron di Tesa non è passato inosservato all’interno del partito repubblicano, dove già serpeggia il malcontento. Il disegno di legge è stato approvato alla Camera con un solo voto di scarto, e la sua sorte in Senato resta incerta. I conservatori più rigidi temono che il provvedimento sia una “bomba a orologeria” per i conti pubblici e un boomerang elettorale. Intanto, Musk ha annunciato il suo addio alla politica, almeno per ora. “Vi ho passato troppo tempo” ha detto, confermando il ritorno a tempo pieno nelle sue aziende.
LA VECCHIA NUOVA RIVALITA’ CON ALTMAN
Il divorzio con l’amministrazione Trump arriva anche dopo una tensione crescente per il ruolo sempre più centrale di Sam Altman, ceo di OpenAI e rivale dichiarato di Musk. L’ultimo scontro riguarda un maxi-accordo sull’intelligenza artificiale ad Abu Dhabi, annunciato da Altman durante il viaggio di Trump in Medio Oriente e che, secondo il Wall Street Journal, lo storico rivale ha provato a bloccare lamentandosi con la Casa Bianca. Tentativo che si è rivelato un buco nell’acqua, considreato che l’amministrazione ha rivisto i termini, ma ha dato l’ok.
UN ADDIO (FORSE) TEMPORANEO
“Con il finire del mio periodo come funzionario speciale del governo, vorrei ringraziare il presidente Trump” ha scritto Musk su X. “La missione del Doge si rafforzerà, diventando uno stile di vita per tutto il governo”. Parole diplomatiche, ma il distacco è reale. La Casa Bianca ha confermato l’uscita di Musk, aggiungendo che il processo è già iniziato. Nel frattempo SpaceX ha da poco incassato un altro fallimento nel lancio di Starship, mentre Tesla arranca con vendite in calo e profitti giù del 71% nel primo trimestre. Musk, ferito e arrabbiato — raccontano da Washington — ha deciso di tornare in trincea. Ma attenzione: quando è arrabbiato, Musk diventa l’“Incredibile Hulk” della Silicon Valley. E questo, dicono gli analisti, potrebbe essere un bene. Per Tesla, per SpaceX. E magari, anche per il suo prossimo round con la politica.