Il presidente di Confturismo, Luca Patanè ricorda lo stato di necessità in cui versa il settore: “La ripresa del turismo è molto più lenta e parziale del previsto. Siamo o non siamo il 13% del PIL nazionale? E allora basta perdere tempo. Si affronti la situazione con provvedimenti urgenti ed immediatamente operativi”. E ora la paura per la variante delta rischia di danneggiare anche luglio e agosto
La contagiosissima variante delta colpisce anche la voglia di vacanze degli italiani, aumentando dubbi e insicurezza. Secondo l’ultimo Osservatorio Confturismo, oltre 15 milioni i connazionali sono già pronti a partire ma 10 milioni restano ancora indecisi. Aumenta la propensione a ridurre la lunghezza della vacanza principale rispetto a quanto si rilevava solo un mese fa: la percentuale di coloro che staranno via per non più di una settimana passa infatti dal 51% al 60% degli intervistati e si riducono da 17% al 12% quelli che faranno vacanze di 11-14 giorni.
In generale, anche per colpa dei nuovi timori legati alla variante delta, 3 intervistati su 10 faranno quest’estate meno giorni di vacanza che nel 2019 e 5 su 10 si attesteranno sullo stesso numero di giorni. A proposito dell’effetto freno di cui parlavamo, cresce al 38% dal 29% registrato a maggio la quota di coloro che preferiscono non fare vacanze per il rischio pandemico.
Cala anche il dato della spesa: il dato di maggio indicava che per la principale vacanza estiva gli italiani avrebbero speso in media 1.200 euro a persona, incluse spese di trasporto, alloggio, pasti e varie, invece a giugno la quota scende a 1015 euro.
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Sale ulteriormente, seppure solo di 2 punti percentuali dal 62% al 64%, la quota di coloro che scelgono il mare e le coste italiane come meta per l’estate 2021, mentre restano sostanzialmente stabili le altre tipologie di destinazione, con quote ampiamente sotto il 10% per città d’arte e per i borghi. Stabile anche la ripartizione dei viaggi tra mete nazionali ed estere, con un 87% di preferenze per le prime, mentre per le seconde il 13% continua a distribuirsi quasi esclusivamente su Spagna, Grecia e Francia nell’ordine: in ogni caso Europa, mentre il traffico intercontinentale rinvia al 2022 la possibile ripresa.
Il presidente di Confturismo, Luca Patanè ha ricordato lo stato di necessità in cui versa il comparto: “Giugno è stato debolissimo anche per la domanda nazionale, europei se ne continuano a vedere pochi, americani e asiatici praticamente nessuno e settembre non decolla nelle intenzioni di vacanza”. “La ripresa del turismo – ha aggiunto – è molto più lenta e parziale del previsto mentre per il settore, uscito da un 2020 disastroso e reduce da un primo trimestre 2021 con riduzioni di arrivi e presenze nell’ordine del 70% rispetto all’anno prima, continuano ad arrivare con il contagocce gli aiuti stanziati da inizio pandemia. Siamo o non siamo il 13% del PIL nazionale? E allora basta perdere tempo. Si affronti la situazione con provvedimenti urgenti ed immediatamente operativi”.