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Perché il turismo estivo non sta decollando?
Il presidente di Confturismo: “Le prenotazioni a giugno stanno andando male. Servono regole certe e una comunicazione migliore. Il ruolo dell’Enit va ripensato”. Cosa chiede il terziario per risollevare il turismo estivo
“Giugno sta andando male”. Non ci gira troppo intorno il presidente di Confturismo, Luca Patanè giunto in Senato dove si è tenuta la conferenza stampa “Italia turistica nel mondo. Mobilità degli italiani residenti all’estero” per rappresentare “la voce dolente delle aziende del turismo”.
TUTTI I PROBLEMI DEL TURISMO ESTIVO
“Tra vaccinazioni e permessi – ha spiegato il numero 1 dell’Associazione di categoria, alla presenza del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, della vicepresidente della XII Commissione Affari Sociali, Rossana Boldi e del coordinatore di Lega nel Mondo, Paolo Borchia– gli italiani non prenotano e neanche gli stranieri stanno arrivando. La stagione estiva nelle strutture alberghiere sarà molto corta non più di mesi. Il turismo delle aziende (business travel) avrà qualche segnale di ripresa da settembre con un ritorno graduale all’industria degli eventi”.
Patanè ha poi precisato che “nel 2019 il 51% di presenze era di stranieri quindi anche una ripartenza del turismo domestico non basterà a risollevare le sorti del nostro settore. Dobbiamo comunicare meglio quello che è stato fatto dal nostro Paese per combattere il Covid e come oggi la situazione sia sotto controllo”. “Il turismo è stato fino ad ora la cinghia debole del Paese: dobbiamo migliorare la comunicazione verso l’estero sia come canali ufficiali che non tradizionali. Anche il cinema può essere una leva per far conoscere il nostro Paese”. Infine il presidente di Confturismo ha toccato anche il capitolo Enit: “L’Enit lavora per le Regioni ma non le imprese. Il suo ruolo continua a non essere chiaro indipendentemente dalle persone che ci lavorano”.
Sul fronte opposto, il Ministro Garavaglia ha sottolineato l’importanza di far ripartire velocemente il settore e ha ricordato l’impegno del governo. “Negli ultimi 2 decreti abbiamo messo 5 miliardi per sostenere il turismo. Ma la vera ripartenza – ha detto Garavaglia – sarà tornare a fatturare con clienti e aziende che siano in grado di ripartire”. “Nel decreto sostegni l’aspetto più importante per il settore è la decontribuzione che quest’anno vale quasi 800 milioni di euro: l’azienda non deve pagare i contributi per chi rientra dalla cassa integrazione. La seconda operazione messa in campo dal governo riguarda il finanziamento alle strutture”.
“L’altro tema – ha aggiunto Garavaglia -riguarda i turisti: vogliamo regole certe per entrare, perché oggi, aspettando il green pass europeo, siamo in una fase di stasi. Il presidente Draghi a metà maggio ha annunciato l’apertura dell’Italia ai visitatori ma in realtà in molti paesi del mondo, come gli Stati uniti, l’Italia viene ancora percepita e descritta come una zona ad alto rischio. Dobbiamo comunicare meglio”.